Cronaca

Lazio, nel caos Fiorito rimosso il commissario dell’Ipab Sant’Alessio

Donato Robilotta silurato in pieno scandalo perché uno degli appartamenti dell'ente, che gestisce un ricco patrimonio immobiliare è stato concesso in affitto all'ex capogruppo Pdl. Lui si difende: "Paga un canone a prezzi di mercato dopo una regolare offerta"

“Con quella banda non c’entro niente. Legare la mia rimozione allo scandalo Fiorito significa gettare schizzi di fango su una persona perbene. Io non ho mai commesso nessun reato”. È lo sfogo di Donato Robilotta, nel suo ultimo giorno da commissario straordinario dell’Ipab Sant’Alessio, ente pubblico regionale che gestisce un ricco patrimonio immobiliare. Robilotta prepara il trasloco dal suo ufficio: la governatrice del Lazio, Renata Polverini, ieri ha deciso di non rinnovare il suo mandato. Decisione annunciata in aula durante il consiglio regionale. Il motivo: Franco Fiorito s’è aggiudicato l’affitto di un appartamento, in via Margutta 51/A, che appartiene all’Istituto per la beneficenza e assistenza Sant’Alessio. Per l’immobile di 150 mq – che nel film “Vacanze romane” ha ospitato Gregory Peck e Audrey Hepburn – l’ex capogruppo del Pdl ha offerto 5100 euro.

“Non ho rinnovato la nomina alla direzione dell’Ipab – ha spiegato la presidente –perché non si può dare in affitto un appartamento pubblico a un consigliere regionale”. La Polverini prende la decisione senza comunicarla al diretto interessato: Robilotta apprende la notizia mentre segue la diretta televisiva del Consiglio. “Non mi ha chiamato nessuno e sono molto arrabbiato” lamenta l’ex commissario. Dopo le dimissioni di Francesco Battistoni – ex capogruppo regionale del Pdl, che s’è dimesso due giorni fa – arriva la “rimozione” di Robilotta. “La casa”, continua l’ex direttore dell’Ipab, “Fiorito l’ha pagata a prezzo di mercato, dopo aver presentato l’offerta migliore, e partecipando a un bando pubblico regolare. Per sostenere i costi del Sant’Alessio, ho dovuto valorizzare il patrimonio immobiliare. Quella casa, fino al 2010, aveva un canone d’affitto di 280 euro fisso da oltre trent’anni”.

Da 280 euro a 5mila: un affare per l’ente. Fiorito si mostra tranquillo: “Ho preso quella casa – spiega al fattoquotidiano.it – seguendo una procedura regolare: dei 5100 euro, 3800 li pago per l’affitto e il resto per la ristrutturazione, che è intorno ai 50 mila euro”. Privilegi che non tutti possono permettersi. Un politico come Fiorito, invece può, e senza aver ancora pagato l’affitto: “Nel bando – conclude – c’è scritto che l’affitto è bloccato per tutto il tempo dei lavori di ristrutturazione. E io, in tutta la mia vita, in quella casa ho messo piede soltanto una volta”.