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Caos Lazio scuote il Pdl. Alemanno: “Primarie”. Frattini: “Ex An scorretti”

Lo scandalo che ha investito il gruppo berlusconiano al Consiglio regionale laziale evidenzia le crepe interne del partito. L'ex ministro degli esteri attacca La Russa e Gasparri: "Gli ex Alleanza nazionale cercano il casus belli per avere rassicurazioni da Berlusconi sulle poltrone". Il sindaco di Roma: "nel Popolo della libertà non c'è solo il Cavaliere, che se vuole candidarsi deve presentarsi alle consultazioni dal basso"

Lo scandalo alla Regione Lazio e le ripercussioni interne al Pdl nazionale. Sullo sfondo, i giochi di potere in vista del futuro prossimo del partito. E le guerre intestine tra ex An e lo zoccolo duro dei berlusconiani. Maurizio Lupi, ma soprattutto Franco Frattini e Gianni Alemanno, non nascondono la polvere sotto al tappeto. E lo dicono a chiare lettere, senza giri di parole, in un clima da fine impero che testimonia come il passaggio dal Popolo della libertà all’assetto futuro della creatura politica berlusconiana non avverrà senza tensioni e colpi bassi.

Frattini: “Gli ex An cercano il casus belli per avere rassicurazioni da Berlusconi sulle poltrone”
L’ex ministro degli esteri, in un’intervista al Messaggero, non si limita a commentare duramente ciò che sta avvenendo nella ‘squadra’ di Renata Polverini. Ma le sue considerazioni non possono non partire proprio dallo scandalo degli ultimi giorni, che a suo parere rappresenta lo specchio di un degrado generale della politica. “Siamo in un abisso di immoralità – ha detto Frattini – sintomo di un sistema che non funziona più non solo per un singolo partito, ma per il complesso del meccanismo del finanziamento della politica. Si è prodotto un meccanismo diffuso di ruberie, di approfittamento personale e di sfrontatezza”.

Non solo. Per l’ex titolare della Farnesina “tutto quello che si fa rischia di essere solo la rincorsa dell’emergenza”. Per quanto riguarda la vicenda del Pdl laziale, invece, secondo Frattini “Renata Polverini ha fatto molto bene a minacciare le dimissioni e a tagliare venti milioni di finanziamento ai gruppi, ma non è una risposta strutturale” perché “Fiorito e Battistoni – ha detto l’ex ministro – hanno dossier l’uno contro l’altro che fanno emergere lotte fratricide interne al Pdl laziale”. La ricetta per uscire dall’impasse, quindi, a parere di Frattini è una sola: “azzeramento dei vertici a partire dai gruppi consiliari” anche per il fatto che “io non posso accettare che nel mio partito ci sia un signore che organizza festicciole vestito da antico romano con le ragazze che versano le coppe di mojito”.

La vicenda di questi giorni, inoltre, per l’esponente del Pdl viene da lontano. E tocca la natura stessa del Pdl. “Il virus del correntismo, delle lotte intestine, ha fatto sì che la competizione interna sia stata condotta unicamente a colpi di chi prendeva di più per poi distribuire agli amici” ha detto Frattini, secondo cui questo virus “è figlio anche della fusione fredda tra Forza Italia e An. Che questo nel Pdl sia un problema è evidente”.

Inevitabile, a questo punto, un passaggio sull’ipotesi di scissione paventata dai colonnelli di Alleanza Nazionale La Russa e Gasparri. Una mossa che per Frattini ha solo interessi personali. Parole durissime: “E’ un discorso che si innesta nelle tattiche di posizionamento per l’assegnazione dei posti nelle future liste elettorali. Gli ex An – è il parere dell’ex ministro – mi paiono alla ricerca di un casus belli per provocare da parte di Berlusconi una rassicurazione del tipo: state sicuri, le vostre quote nessuno le tocca, i posti per voi ci sono”. Infine la morale della favola, che per Frattini non è a lieto fine: “Ciò che rattrista – ha detto – è che viene fuori l’immagine di un partito in cui la politica è a zero e quel che domina sono gli affari o gli imbrogli, almeno a livello locale”. Per questo motivo è “necessario un ripensamento” sulle preferenze nella riforma elettorale, perché c’è il rischio che, esportando a livello nazionale il meccanismo delle preferenze, “esportiamo anche i mali che hanno provocato a livello locale”.

Alemanno: “Pdl Lazio sconta peccato originale di mancanza lista di partito a elezioni”
Anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno prende spunto dallo scandalo Lazio per denunciare la situazione di stallo all’interno del Pdl. Rispetto a Frattini i toni sono più pacati, ma il messaggio che arriva ai vertici del partito è forte e chiaro: urge un cambiamento, anche nella scelta dei candidati. Con quale ricetta? Sempre la stessa: le primarie, perché nel Pdl – è il succo dell’Alemanno-pensiero – non c’è solo Berlusconi.

Il pasticciaccio brutto alla Regione Lazio, però, per il primo cittadino capitolino viene da lontano. ”La storia del consiglio regionale del Lazio parte male senza la lista del Pdl a Roma – ha detto Alemanno a Omnibus, su La7- Quindi ha dovuto scontare questo peccato originale della mancanza di qualità complessiva, c’è stato un elemento non di selezione ma di libera scelta”. In virtù di questo dato di fatto, secondo l’ex An “da quel momento la situazione in Consiglio è stata molto debole perché sono entrate persone che non dovevano entrare e non ne sono entrate 10-15 che potevano qualificarlo”.

Per quanto riguarda l’atteggiamento di questi giorni di Renata Polverini, invece, secondo Alemanno la governatrice “sta sicuramente considerando l’idea delle dimissioni, non da ieri ma da qualche giorno. Personalmente non so se le darà perché ieri ho provato più volte a chiamarla senza riuscire a parlarci”. Poi l’invito: “Non deve dimettersi: tenga duro e faccia pulizia”.

Successivamente, il discorso è scivolato sull’ipotesi scissione paventata dagli ex colonnelli di An e sull’assetto odierno e futuro del Pdl. Tema su cui Alemanno ha dimostrato non solo di avere idee chiare, ma anche un progetto ben preciso. Parrebbe, i