Emilia Romagna

Favia: “Casaleggio mi faceva terra bruciata attorno, diceva che andavo nel Pd”

“E’ da un anno e mezzo che con Casaleggio non parlavo. Più persone che avevano a che fare sia con lui che con me, persone delle quali mi fido, mi raccontavano, che secondo lui ero in procinto di passare con Pd. Se con Grillo ne parlavo? Certo, ma lui cercava di tranquillizzarmi. Lo giustificava sul piano caratteriale. Con Casaleggio no, era impossibile per me parlarci. E da tempo. Ho provato senza successo. Paradossalmente ci siamo sentiti il giorno della messa in onda di Piazzapulita, prima della bufera”.

E’ un Giovanni Favia più sereno, quello che concede in esclusiva la prima intervista al fattoquotidiano.it dopo giorni di silenzio. Sereno e determinato: “Nel Movimento c’è un problema di democrazia, Casaleggio ha giocato una brutta partita contro di me, ma io non me ne vado. E non mi cacceranno. Ho sacrificato 5 anni della mia vita e resto sulla luna”.

Partiamo dalla fine: l’intervista a Piazzapulita. Lei accusa Casaleggio e denuncia infiltrati e liste controllate, seppur fuori onda. Ascolta la trasmissione e cosa fa?

“In preda al panico, in uno stato precario, mando un messaggio a Beppe Grillo. Provo a contattarlo. La mia paura era aver creato un danno al Movimento”.

Nessuna risposta?

“No”.

E Casaleggio?

“Stesso messaggio inviato anche a lui. Niente”.

Rimprovera Grillo e Casaleggio per questo?

“Posso dire che se non avessero alzato un muro immediatamente avremmo evitato le strumentalizzazioni”.

I suoi problemi con Casaleggio non nascono però dopo la trasmissione?

“No. E’ da un anno e mezzo che non ci parliamo. Lui andava dicendo di un mio imminente salto nel Pd. Che quella era la mia ambizione. Niente di più falso. Ma cercava di farmi terra bruciata attorno. Per me era impossibile parlarci. Dopo un break lunghissimo di mesi paradossalmente ci eravamo parlati la sera stessa della trasmissione, poco prima della messa in onda”.

Dunque Casaleggio aveva sentore che a Piazzapulita sarebbe uscita una sua intervista fuorionda?

“Non lo so”.

Dopo quella trasmissione gente che stava dalla sua parte è sparita?

“Magari fossero spariti”.

Cioè?

“Sapevano benissimo come la pensavo, molti la pensavano come me mo0lto tempo prima di quelle frasi estrapolate da un contesto più ampio, ma all’improvviso si sono messi a fare i moralizzatori. Contro di me”.

Si riferisce a Davide Bono?

“Non entro in questioni personali. Non è nel mio stile”.

Il suo futuro è nel Movimento 5 stelle?

“Nel Movimento 5 stelle c’è il mio presente. E comunque bisogna distinguere i due piani, quello di consigliere regionale e quello di attivista. E dopo il Movimento 5 stelle c’è solo il Movimento 5 stelle”.

Potrebbe dimettersi?

“Io mi dimetto ogni sei mesi, sono un Co.co.pro., ho un contratto a progetto. Decidono i miei elettori in quella verifica. Come hanno sempre fatto”.

Grillo e Casaleggio potrebbero fare con lei quello che hanno fatto con Tavolazzi?

“Non penso”.

E’ lei che ha cercato di far rientrare Tavolazzi come direttore generale del Comune a Parma: uscito dalla porta, sarebbe rientrato dalla finestra.

“E’ falso e bugiardo, questo. Può dirlo bene il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Io sono stato avvisato a proposta fatta. Ma credo che potesse essere di grande aiuto”.

Chi fece fuori Tavolazzi? Sempre Casaleggio?

“Penso di sì. Le dinamiche però non furono mai chiarite”.

Ma di affrontare l’argomento con Grillo non ha mai pensato?

“Beppe sapeva tutto rispetto alle mie difficoltà di rapporti con Casaleggio e rispetto ai miei dubbi sul Movimento. Che poi riguardano le scelte, la democrazia partecipata da parte della base”.

E Grillo giustificava l’atteggiamento di Casaleggio?

“Minimizzava. Diceva che era il suo modo di parlare, spesso usava espressioni forti. Ma diceva che è il suo modo di affrontare le cose”.

Casaleggio è una persona onesta?

“Sì. Poi io mi fido di Beppe, se lo ha scelto vuol dire che su questo non ha dubbi”.

Casaleggio potrebbe diventare un problema per il Movimento 5 stelle?

“Lo è già un problema. Io non discuto la persona, ma metodo gestionale”.

Che ruolo ha Casaleggio nel Movimento?

“Pianifica e gestisce. Non entra nel merito delle liste locali, quello no. Ma decide a 360 gradi, la linea politica, il blog, i messaggi da lanciare, la struttura dei messaggi. E’ persona capace. Ma ricopre un ruolo perché all’interno c’è una lacuna in merito alla democrazia reale attraverso internet”.

Dice anche a Grillo cosa dire durante gli show-comizio?

“Sì, molte cose le pianificano insieme, Grillo saprebbe improvvisare benissimo, ma ci sono messaggi che vengono ripetuti molte volte”.

Lei nell’intervista ha parlato di infiltrati e decisione dall’alto delle liste.

“Quella è stata una mia forzatura. Non parlavo di problemi locali, ma del futuro del Movimento in vista delle elezioni nazionali. A livello locale c’è il più alto livello di democrazia, perché noi ascoltiamo la gente sul territorio, riusciamo a interagire coi nostri elettori. A livello nazionale, come architettura logica, ci sono degli errori. Il primo è quello di non aver rinnovato la piattaforma internet e non aver dato, in vista delle elezioni nazionali, la possibilità alla nostra gente di scegliere i candidati”.

E’ vero che il suo problema sono i due mandati? Cioè, terminato il suo lavoro in Regione non può candidarsi perché ha già fatto il consigliere comunale. Lei è un ambizioso, dicono.

“Rispondo coi fatti. Sono in Regione, resto in Regione. Non andrò in Parlamento, non vorrei andarci. Il mio rapporto è col territorio. I complottisti rimarranno delusi”.

Non ha problemi di poltrone, come fa capire Casaleggio?

“Ho già la mia poltrona. Fossi un approfittatore mi terrei il mio stipendio di consigliere regionale, a 9000 euro al mese. Invece abbiamo lasciato che fosse la base a scegliere la nostra retribuzione, che è di 2770, il resto va e continuerà ad andare al Movimento”.

Non andrà in altri partiti?

“No. Altrimenti lo avrei già fatto. Io sono sulla luna e ci voglio restare”.

Casaleggio le ha fatto terra bruciata attorno in questo anno e mezzo? Così sembra di capire.

“Sì, non ascoltava me, ma altre persone a lui più vicine”.

Si riferisce al consigliere comunale di Bologna, Massimo Bugani?

“Sono cose piccole queste rispetto all’importanza del momento”.

Il messaggio dopo Piazzapulita è stato uno: Favia pensa una cosa in privato e un’altra in pubblico.

“Lo hanno detto anche altri consiglieri eletti. Mi fa ridere questa accusa. Quando sei davanti a milioni di persone, in tv, si parla di un progetto politico. Sei il Movimento. Gli sfoghi in privato sono altra cosa. Umani. E tutti li hanno. La mia colpa è stata fidarmi di un giovane giornalista che mi era entrato in simpatia”.

Dicono anche che fosse tutto orchestrato, se è per questo.

“Fesserie. Ma può sembrare possibile? Il solo pensiero è un’offesa. Sono state registrate a mia insaputa. Non sapevo assolutamente nulla”.

Ma perché non le ha risolte nelle sedi appropriate?

“Beppe e tutti gli altri sanno come la penso, conoscono le mie perplessità. Da molto tempo. Io la battaglia la facevo e la faccio dall’interno, il problema del rinnovo della piattaforma internet e la scelta dei candidati on line è sul tavolo da tempo. Ma non si è mai mosso niente, ma con pochi miglioramenti il sogno continua”.

Cosa ha prodotto tutto questo caos?

“Che molte persone hanno paura a pronunciare il nome di Grillo e Casaleggio. E non dovrebbe esistere una cosa del genere”.

Ha influito il caso Tavolazzi?

“Inizia tutto da lì. Tavolazzi è stato espulso senza una reale motivazione che non è prevista da nessun regolamento. E spiegazioni non ne sono mai arrivate”.