Politica

Evasione fiscale, Monti: “Combatterla è una guerra per la civiltà”

Affondo sugli aiuti di Stato: ''Su un certo assistenzialismo nefasto voglio essere chiaro: la crescita non nasce nel Mezzogiorno o in qualsiasi altro punto nel mondo con i soldi pubblici pompati in un tubo da cui esce una cosa che si chiama crescita”. La ripresa? "E' dentro di noi"

Nel day after della battaglia alla Bce di Mario Draghi, che continua a farsi sentire sui mercati con un nuovo raffreddamento dello spread a mezzogiorno a quota 347 punti, Mario Monti torna a parlare di “guerra” nella lotta all’evasione fiscale. Nel suo discorso per l’apertura della Fiera del Levante a Bari, il presidente del Consiglio parla di “alcuni aspetti di quello che facciamo, che a volte appare come una guerra” e aggiunge che “se guerra è stata è una guerra per la civiltà“. In particolare secondo il premier, “abbiamo intrapreso una guerra di civiltà contro l’evasione fiscale e altre cose che sarebbe riduttivo da considerare fenomeni economici e finanziari ma minano la fiducia verso il vicino, verso il lontano e verso lo Stato”. 

Condivido alcune critiche rivolte all’azione di governo, anzi le condividerei se non avessi presente la drammaticità della sfida che avevamo da affrontare”, ha aggiunto rivendicando che “molte delle cose fatte credo abbiano sofferto di angustia se prese tutte insieme, ma hanno permesso di evitare che l’Italia avesse un tracollo forse per lungo tempo irreversibile, e con essa l’Europa”. Quanto alla crescita, ”è l’obiettivo centrale del mio governo ma questa non si realizza senza interventi radicali sulle infrastrutture che non sono stati fatti per decenni”. 

Promesse, poi, sulla lotta alla corruzione: “Alcuni provvedimenti legislativi sono necessari e saranno conclusi”, ha assicurato aggiungendo di sapere che “il tema dei tribunali è molto sensibile ma vi assicuro che il governo sotto la guida del ministro Severino ha esaminato molti studi”. 

Dito affondato, inoltre, nella piaga degli aiuti di Stato. ”Su un certo assistenzialismo nefasto voglio essere chiaro: la crescita non nasce nel Mezzogiorno o in qualsiasi altro punto nel mondo con i soldi pubblici pompati in un tubo da cui esce una cosa che si chiama crescita”, ha detto aggiungendo che “bisogna potenziare la proiezione economica internazionale del Mezzogiorno”. Secondo il premier  “le esportazioni sono il volano dell’economia italiana” ma il Sud, pur con il 35% della popolazione italiana alimenta “solo per il 15% le esportazioni. Bisogna, e si può, fare di più”

“Il Mezzogiorno è un terreno primario per la politica economica di lungo respiro, è parte determinante della strategia di crescita ed equità”, aggiunge rimarcando però che “purtroppo il Sud nell’insieme non offre ai suoi cittadini ed alle sue imprese, rispetto ad altre aree del Paese quei servizi necessari, dalla sanità ai trasporti, tanto da creare una “lesione” del contratto sociale”. Il presidente del Consiglio ha fatto riferimento alla “preziosa vetrina” rappresentata dalla Puglia come esempio delle potenzialità di tutto il Sud, ha ribadito la necessità di un rilancio rapido nel quadro di una strategia di collegamento con l’Europa. Da qui l’obiettivo di una maggiore innovazione, di un miglioramento delle infrastrutture, di una seria politica de lavoro e di una maggior cura dell’ambiente, non come antagonista dello sviluppo ma come forte alleato nell’ambito di una sempre più importante proiezione internazionale del Mezzogiorno d’Italia. 

Non poteva mancare, quindi, un riferimento al caso Ilva, che secondo Monti “non può chiudere”. ”Con senso di responsabilità ed effettiva collaborazione tra le Istituzioni credo si possa trovare una soluzione positiva alla vicenda di una grande fabbrica”, dice.

Ancora ottimismo, infine, sulla ripresa che da luce in fondo al tunnel si fa interiore. ”La ripresa non la si vede con i numeri ma se riflettiamo è dentro di noi, è alla portata del nostro paese, l’Italia è già ripartita”, afferma infatti Monti sottolineando che la rinascita “può dirsi cominciata se tutti, comprese le parti sociali, sapranno ispirarsi ai principi pragmatici di partenariato dell’Ue”.