Cronaca

Calabria, arrestato consigliere regionale: “Finte assunzioni in cambio di voti”

Antonio Rappoccio, della Lista Scopelliti in quota Pri, è accusato di corruzione elettorale. Ma anche di truffa, perché i posti di lavoro promessi erano falsi: 850 persone sarebbero state indotte a iscriversi a una cooperativa e a partecipare a un concorso pagando un totale di 35 euro

Il consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio (Lista Scopelliti presidente, in quota Pri) è stato arrestato dalla Guardia di finanza per associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato, in esecuzione di un provvedimento del gip su richiesta della Procura generale di Reggio Calabria. Lo scorso giugno la pg aveva avocato l’inchiesta della Procura della Repubblica che aveva già portato al rinvio a giudizio, per corruzione elettorale semplice di Rappoccio, eletto al consiglio regionale quale componente del “Gruppo Insieme per la Calabria-Scopelliti Presidente”, in quota Pri.

Secondo l’accusa, Rappoccio avrebbe ideato un meccanismo fraudolento per essere eletto in occasione del rinnovo del Consiglio regionale del 2010, e per tentare di fare eleggere, al Consiglio comunale di Reggio Calabria, Elisa Campolo, poi non eletta. Sempre secondo l’accusa il politico, in concorso con altri, avrebbe ingannato un gran numero di elettori ai quali veniva promesso un posto di lavoro in cambio del voto a Campolo. Questo grazie alla costituzione della società “Sud Energia” e all’invio di lettere con le quali si comunicava falsamente l’imminente assunzione a tempo indeterminato.

Video di Francesco Cufari

L’accusa di truffa, per la Procura generale, deriva dal fatto che Rappoccio, insieme agli altri indagati, avrebbe indotto circa 850 persone a iscriversi, versando 15 euro, alla cooperativa Alicante e a partecipare, dietro il pagamento di 20 euro, a un concorso “superando il quale – a dire del Rappoccio e degli indagati – avrebbero avuto concrete possibilità di lavoro”. Viene contestato anche il reato di peculato perché le telefonate effettuate per contattare coloro cui veniva prospettato un posto di lavoro sono state effettuate dagli apparecchi telefonici del palazzo comunale di Reggio Calabria, presso la sede del gruppo Pri.