Piacere quotidiano

Mangiare in aeroporto, la dura vita del frequent flyer

Ogni scalo medio-grande è attrezzato con bar, fast food e self service, ma anche con un ristorante di fascia alta. Chi viaggia abitualmente per lavoro, fino a tre o quattro volte la settimana, sente il bisogno di piatti sani ma anche sfiziosi da consumare con calma tra un volo e l'altro

Tra un volo e l’altro, a volte, c’è bisogno di un pasto che non si limiti al puro sostentamento. Per fortuna la vita non proprio agiatissima dei frequent flyer, ovvero coloro che per esigenze di lavoro passano la propria vita tra riunioni, check-in e voli a corto e medio raggio, è costellata di piccole gratificazioni gastronomiche ottenute all’interno di un aeroporto. Ogni scalo medio-grande è attrezzato con bar, fast food e self service, e anche con un ristorante di fascia alta sia come prezzo sia come qualità della cucina. Questo perché molto spesso i viaggiatori abituali sentono il bisogno di sedersi e mangiare con calma un piatto ben preparato, qualcosa di sfizioso.

Per Paolo Poddi, avvocato cagliaritano da anni trapiantato a Londra, “ogni aeroporto è capace di riservare delle sorprese”. È soprattutto una questione di tempo a disposizione, ma in una settimana in cui è normale prendere tra i tre e i quattro aerei, soprattutto se si è in giro per l’Europa, nasce l’esigenza di mangiare bene e in tranquillità. Un frequent flyer come Paolo guarda all’aeroporto come ad un’estensione del suo ufficio e di molti scali conosce ogni dettaglio. Tra quelli italiani uno dei più frequentati è quelli di Milano Linate: “Nel suo ristorante alla carta (Gourmet House, al secondo piano) c’è un buon servizio – sottolinea – e l’atmosfera non è caotica. Anzi dalle vetrate vedi quello che c’è fuori, riconsegnandoti alla realtà, al contrario di quanto avviene normalmente in un aeroporto nel quale sei al chiuso e non percepisci in alcun modo l’esterno. Qui, potrà sembrare strano, mi piace mangiare il minestrone, che è molto saporito e fatto con le verdure di stagione”. Ma l’idea dell’avvocato Poddi è che in ogni aeroporto sia sempre possibile individuare l’angolino giusto. Per esempio lo scalo di Trapani “ha una piccola gelateria. Bisogna immaginarsi la situazione – continua – arrivi all’interno dell’aeroporto dopo avere sfidato un caldo terribile. Entri c’è l’aria condizionata che ti rianima, e quindi ti mangi un gelato alla frutta che sa veramente di frutta e ti senti sollevato. E il personale è molto gentile”. In realtà quando si hanno molti voli alla mattina presto, bisogna essere pronti a cogliere anche le occasioni più improbabili. A volte, avendo la prospettiva di una giornata molto lunga e la certezza che si salterà il pranzo, è necessario improvvisare.

Nei cinque principali aeroporti di Londra ovviamente è sempre possibile mangiare un’ottima colazione all’inglese con le uova, il bacon o le salsicce e il succo di arancia: “Ho scoperto – prosegue Poddi – che negli aeroporti vengono rispettati gli stereotipi che si hanno in testa. Quindi a Londra è ottima l’English breakfast, mentre all’aeroporto di Napoli Capodichino, pur nel consueto caos, è sempre possibile bere un caffè straordinario”. Su questa direttrice non è rimasto stupito quindi del fatto che a Monaco di Baviera i piatti tipici tedeschi siano particolarmente buoni: “Ricordo – conclude – un memorabile piatto a base di maiale stufato con la salsa e i bretzel”.

di Massimiliano Carbonaro

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