Emilia Romagna

Nozze gay, alleanze, patrimoniale. Civati lancia tre referendum tra gli elettori Pd

Il leader dei rottamatori risponde al segretario Bersani. Pronti cinque quesiti con temi di forte attualità politica che saranno sottoposti al voto degli iscritti democratici: "Voglio rendere più piacevole, accogliente ed ospitale il presente del Pd e non il futuro"

Cinque quesiti referendari da presentare agli elettori del Partito Democratico il giorno delle tanto attese primarie. Ad Argelato, in provincia di Bologna, Pippo Civati, consigliere regionale Pd è venuto per parlare di futuro insieme al segretario provinciale Raffaele Donini. Ma su di un foglio scritto a penna, ci sono già i quesiti referendari che continuano la battaglia cominciata due domeniche fa all’assemblea del partito a Roma.

“Quello che voglio – dichiara Civati anticipando al Fatto Quotidiano.it i contenuti di questi cinque quesiti che verranno ufficialmente presentati nei prossimi giorni, – è rendere più piacevole, accogliente ed ospitale il presente del Pd e non il futuro. È già un partito che vive di grandi scenari messianici e poi non sempre le realizzazioni sono all’altezza del progetto iniziale. Quello che chiedo è che in questo periodo in cui il partito assiste dall’esterno ma non da protagonista il governo e le sua base si sente un po’ lontana, si discuta su cinque cose: lo schema delle alleanze; la possibilità di abbassare le tasse per chi lavora attraverso una patrimoniale ben fatta; il riconoscimento senza tante ipocrisie delle unioni civili, con un matrimonio analogo per gli uomini e per le donne sia che siano omosessuali o eterosessuali”.

Tre, sui cinque previsti, i quesiti che il consigliere regionale anticipa, e che sono il risultato di una sfida lanciata domenica scorsa dai rottamatori di “Prossima Italia” e che vogliono permettere un rinnovamento del partito dall’interno. Tanti i dubbi sull’effettiva proposta del consigliere: manca infatti il regolamento attuativo dell’articolo dello statuto che permetta di fare referendum interni e inoltre c’è chi già dice che il voto verrà ostacolato. “Abbiamo una soluzione a tutti questi dubbi e ve l’annunceremo nei prossimi giorni- continua Civati- L’importante è capire che sì, proponiamo tante innovazioni ma per discutere. Non è fare polemica ma confrontarsi. Votiamo e vediamo cosa ne pensano gli elettori”.

Ad Argelato, a pochi passi da una delle roccaforti della sinistra italiana, il dibattito sul futuro del Pd è arrivato in un momento delicato, a pochi giorni da un voto in consiglio comunale sul finanziamento alle scuole private che ha creato non pochi malumori. “Siamo in una città in cui il partito ha innovato tantissimo, – ha dichiarato Raffaele Donini, segretario provinciale Pd, – qui abbiamo lanciato il primo circolo online, qui si sperimenteranno le primarie tematiche, qui c’è una visione aperta e federale di partito in cui i leader hanno una media di 40 anni”.

E se in consiglio il Pd ha difeso la convenzione per finanziare le scuole paritarie, dividendosi da Sinistra Ecologia e Libertà e Italia dei Valori, il segretario rifiuta categoricamente che sia stata una scelta per non scontentare i moderati. “Posso assicurare che nella nostra riflessione la chiesa e le forze moderate non c’entrano nulla, noi vogliamo continuare a dare una risposta a 1736 bambini che non sono chierichetti o moderati. Bologna che ha la dotazione più grande in Italia di scuole pubbliche con questa piccola convenzione può dare risposte a bambini altrimenti in lista d’attesa. Il Pd è per i servizi. A Bologna siamo oggetto da anni di trappole, però continuiamo con la nostra serietà. Nessuno può permettersi in buona fede di dire che il Pd voglia svendere la scuola ai privati”.

E sullo scontro con Francesca de Benedetti, consigliere Pd e promotrice del Comitato art.33, per togliere il finanziamento alle scuole private, Donini dice secco: “Io non ho potere di scomunica, non sono come grillo che con un tweet può espellere chi non la pensa come lui. Io ho uno statuto e posso criticare politicamente l’atteggiamento di una rappresentante delle istituzioni. Ognuno se la vedrà con la sua coscienza”.

Sono due giovani del Pd a parlare di futuro del partito, 42 e 37 anni, anche se fin da subito rifiutano di puntare la discussione su di un livello generazionale, ma scelgono i temi. Ambiente, lavoro, precariato, giustizia sociale e unioni civili. “Non è un problema generazionale – ha concluso Civati, – ma la questione è quanto tempo ci diamo per innovare”. E il consigliere regionale sembra avere intenzione di accelerare.