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Cuba-Usa, all’Avana primo cargo dopo mezzo secolo. Aiuti partiti da Miami

La nave “Ana Cecilia” ha trasportato soprattutto cibo e medicine, esenti dall’embargo americano. Si tratta, fondamentalmente, di beni donati dalla comunità cubana esiliata nello stato della Florida. Da quando è stato eletto presidente Obama è diventato più flessibile l’invio di rimesse di denaro nonchè i viaggi di cubano-americani verso l’isola

Dopo 50 anni di blocco dei collegamenti marittimi Usa-Cuba, il primo cargo proveniente da Miami è finalmente arrivato all’Avana: la nave “Ana Cecilia” trasporta aiuti umanitari, soprattutto cibo e medicine, come tali esenti dall’embargo americano. Si tratta, fondamentalmente, di beni donati dalla comunità cubana esiliata a Miami. C’è voluto mezzo secolo per compiere di nuovo il tragitto, 160 chilometri che dividono l’isola caraibica dal punto più a sud degli Stati Uniti. L’imbarcazione, lunga 90 metri, è uscita dal Miami River (il fiume di Miami), attraverso lo Stretto della Florida, per poi approdare al Porto dell’Avana. E, come in tutti gli eventi di grande valore simbolico, non è mancata un p0′ di suspense: partita dall’America il mercoledì, ci ha messo oltre 48 ore per terminare il suo percorso. Colpa di intoppi burocratici: il comandante dell’equipaggio era così teso per l’importanza della missione che ha finito per compilare i moduli sbagliati.

Ora però il cargo compirà il cammino regolarmente, due volte a settimana, coprendo una rotta che non era servita dal 1962. A febbraio di quest’anno si sono infatti completati 50 anni dall’embargo economico e commerciale contro il Paese castrista, approvato dall’allora presidente americano John F. Kennedy. Una decisione che, secondo Cuba, si è trasformata in un pregiudizio da circa 104 milioni di dollari. Il vento è cominciato a cambiare con Barack Obama: da quando è arrivato alla Casa Bianca, nel gennaio 2009, è diventato più flessibile l’invio di rimesse di denaro nonchè i viaggi di cubano-americani verso l’isola, così come gli interscambi accademici, sportivi, religiosi e culturali.

La figlia del presidente cubano Raul Castro, per esempio, la sessuologa Mariela Castro, ha ottenuto senza particolari difficoltà il visto americano ed ha potuto partecipare a un congresso a San Francisco lo scorso maggio. Il tutto nonostante l’ira dei politici cubano-americani e le dure critiche del candidato repubblicano alla presidenza, Mitt Romney. Ciò nonostante, le relazioni tra il presidente Usa e l’Avana non sono sempre state rose e fiori: la tensione, anzi, è salita alle stelle a dicembre 2009 a seguito dell’arresto del cittadino americano Alan Gross, condannato a 15 anni di carcere con l’accusa di attentato alla sicurezza dello Stato cubano, per aver introdotto sull’isola sofisticate attrezzature di comunicazione. Il via libera al collegamento Miami-Avana, anche se (per ora) solo per scopi umanitari, è comunque significativo. “Non ci sarà niente di commerciale, sarà solo un’operazione umanitaria, ufficiale e legale”, ha precisato Leonardo Sanchez, portavoce dell’International Port Corporation, la compagnia marittima responsabile del tragitto. Ma per i tantissimi cubani rifugiati in Florida, desiderosi di aiutare in qualche modo chi è rimasto sull’isola, è comunque un cambio di rotta radicale.