Economia & Lobby

Bene le Borse dopo l’Eurogruppo. Lo spread scende a quota 460 punti

Il vertice europeo ha dato fiducia alle piazze europee che aprono quasi tutte in segno positivo e proseguono in segno positivo (escluse, Bruxelles e Atene). Milano guadagna più dell'1,5 per cento. Il differenziale fra Btp e Bund continua a salire dal 2 luglio

C’è voglia di recuperare dalle performance negative di ieri sulle principali piazze europee. Molte delle Borse del Vecchio continente aprono in lieve rialzo con gli investitori che  sembrano accogliere con una certa cautela l’intesa sullo scudo anti-spread e sugli aiuti alla Spagna raggiunta nella notte dall’Eurogruppo, anche a causa dei preoccupanti dati sulla bilancia commerciale cinese e sulla produzione industriale francese. Piazza Affari apre in positivo con il Ftse Mib che registra un rialzo dello 0,2 per cento a 13.841 punti e l’All Share che guadagna lo 0,19 per cento a 14.798. Milano poi svetta nel Vecchio continente al +1,54 per cento intorno alle 16.00. Continua a destare preoccupazione il differenziale fra Btp e Bund che ha aperto a 477 punti. Dopo aver toccato il tetto dei 480 è poi sceso a quota 463 in chiusura. Il differenziale di rendimento, però, è in continua salita dal 2 luglio scorso, quando aveva toccato i 410 punti e sembrava orientato a un progressivo calo di pressione sui titoli italiani.  

Dopo un apertura cauta per le principali piazze finanziarie europee, chiudono positive quasi tutte, tranne Atene in profondo rosso al -4 per cento. A Londra l’indice Ftse 100 avanza dello 0,85% a 5.675,14 punti. A Milano il Ftse mib sale dello 0,4% a 13.868,37 punti. A Francoforte il Dax cresce dello 0,79% a 6.438,33 punti e a Parigi il Cac 40 guadagna lo 0,59% a 3.175,41 punti. Madrid è in rialzo dello 0,58%. 

Per quanto riguarda l’Asia arrivano notizie di rallentamento per l’economia cinese, che è scesa al livello più basso dalla crisi del 2008. Le importazioni sono cresciute del 6,3 per cento, un valore dimezzato rispetto a maggio, segno della debolezza del consumatore cinese e della domanda industriale, spiegano gli analisti. La crescita delle esportazioni è sceso all’11,3 per cento dal 15,3 per cento del mese di maggio e viene letta in chiave di debolezza dei mercati europei e statunitensi.