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India, mossa del governo contro il monopolio farmaceutico di Big Pharma

Secondo la nuova politica del Ministero della Salute e del Welfare, le strutture sanitarie governative a tutti i livelli potranno attingere dal fondo per prescrivere gratuitamente una serie di farmaci generici contenuti nella National List of Essential Medicines (Neld) del 2011

Il governo centrale indiano ha stanziato un fondo di 5,4 miliardi di dollari per un progetto adottato in sordina l’anno scorso, ma scarsamente pubblicizzato, e che entrerà nella fase operativa entro la fine del 2012. L’operazione colpisce le industrie farmaceutiche che speravano di ottenere importanti profitti in India. Secondo la nuova politica del Ministero della Salute e del Welfare, le strutture sanitarie governative a tutti i livelli potranno attingere dal fondo per prescrivere gratuitamente una serie di farmaci generici contenuti nella National List of Essential Medicines (Neld) del 2011.

La lista ufficiale contiene vari tipi di medicinale, dai farmaci anti-Aids agli analgesici, ma soprattutto non comprende nessun medicinale di marca, che in India sono venduti a prezzi spropositati per un Paese in cui 700 milioni di persone – secondo i dati ufficiali del governo – vivono con 20 rupie (30 centesimi di euro) al giorno. La spesa sarà coperta per il 75 per cento dal governo centrale; il restante 25 per cento lo metteranno i governi locali, a cui è stato chiesto di stilare una propria lista di medicinali reputati necessari, tenendo conto delle condizioni geografiche e climatiche. I dottori potranno prescrivere medicinali fuori dalla lista o di marca utilizzando fino al 5 per cento dei fondi allocati dal governo. Chi sforerà il limite incorrerà in severe sanzioni disciplinari.

“La politica del governo vuole promuovere un maggiore e più razionale utilizzo dei medicinali generici di qualità” ha spiegato a Reuters LC Goyal, segretario aggiunto al Ministero della Sanità e del Welfare indiano. “Queste medicine sono molto, molto più convenienti rispetto ai farmaci di marca”. Con questa iniziativa l’India punta ad allargare sensibilmente il bacino di persone che hanno accesso alla sanità pubblica. Secondo healt.india.com oggi solo il 22 per cento degli indiani (1,17 miliardi di persone) può permettersi le cure del sistema sanitario statale. La cifra, secondo le previsioni del governo, dovrebbe aumentare fino al 52 per cento entro il 2017.

Oltre a promuovere l’accesso al sistema sanitario del Paese e risparmiare sull’acquisto di costosi farmaci dall’estero, con questa mossa Delhi colpisce duramente le case farmaceutiche di Big Pharma che, con la penetrazione dei loro prodotti in Paesi in via di sviluppo come l’India, contavano di realizzare grossi profitti agendo spesso in uno stato di semi-monopolio. “Le case farmaceutiche dovranno probabilmente ripensare alle loro strategie nei mercati emergenti e prendere atto di questi sviluppi” ha dichiarato a Reuters Chris Stirling, capo della sezione europea della KPMG Chemicals and Pharmaceuticals.

L’India da alcuni anni sta combattendo in sede internazionale contro il monopolio dei brevetti promosso da Big Pharma. A marzo, ad esempio, l’ufficio brevetti indiani ha imposto il rilascio obbligatorio di una licenza per produrre un farmaco antitumorale a prezzi ‘indiani’. Il Nevaxar, prodotto dalla tedesca Bayer, veniva venduto in India per 280mila rupie (4200 euro). Lo stesso farmaco, prodotto ora dalla Natcho Pharma, costa 8800 rupie, ovvero 134 euro. La questione della prescrizione di farmaci di marca molto costosi al posto dei corrispettivi medicinali generici era stata sollevata recentemente anche da Aamir Khan, star dell’industria cinematografica di Bollywood.

In una puntata del suo talk show Satyamev Jayate (La verità vince sempre) Khan si era scagliato contro l’abitudine dei medici indiani di prescrivere farmaci stranieri, molto più costosi non solo per il paziente ma anche per il governo. Le polemiche scatenate all’indomani della messa in onda costrinsero l’attore a reiterare le sue critiche in un’audizione parlamentare, dove Khan invitò il governo a prendere esempio dagli stati di Rajasthan e Tamil Nadu, dove programmi per distribuire medicinali gratuiti erano già attivi da tempo ed avevano riscontrato risultati eccellenti. Le malelingue sostengono che l’accelerazione nell’adottare questa nuova politica farmaceutica sia stata incentivata proprio dalla discesa in campo di Aamir Khan, aggiungendo che il programma entrerà in azione a pieno regime proprio nel 2014, quando si terranno le prossime elezioni per il governo centrale. I farmaci low-cost, allora, saranno un’arma in più che il partito di governo, l’Indian National Congress di Sonia Gandhi, potrà sfoderare mirando alla rielezione.

di Matteo Miavaldi