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Crisi, la Francia: “Subito l’antispread”. Monti: “L’eurozona sia più coesa”

Il ministro Moscovici accelera sulla linea italiana. Hollande ribadisce la necessità di un'unione bancaria, per la Merkel la strada dev'essere l'unione politica. Il Professore: "L'Italia non ha bisogno di scudi"

La Francia spinge sull’acceleratore sulla linea indicata da Mario Monti all’ultimo vertice europeo di Bruxelles. Nell’ambito di un incontro con il presidente del Consiglio, ad Aix-en-Provence il ministro francese dell’Economia Pierre Moscovici ha detto chiaramente che sul tavolo vanno messe subito le questioni dell’unione bancaria e dello scudo anti-spread. Misure necessarie ad “aiutare chi, come l’Italia, ha un problema con la volatilità dei tassi”. Un incontro, quello in Provenza, che si svolge a margine della conferenza economica “Rencontres Economiques” e che è propedeutico al difficile Eurogruppo di domani a Bruxelles, dove dovranno essere sciolti i nodi legati alla condizionalità degli interventi dell’Esm (il meccanismo europeo di stabilità), le condizioni per gli aiuti alla Spagna e gli impegni del nuovo governo di Atene.

Un nuovo Eurogruppo sulla crisi dell’euro si terrà, peraltro, il 20 luglio, ha confermato Moscovici. Un altro Eurogruppo “sarà necessario” perché quello di domani “inizierà soltanto” ad affrontare le questioni rimaste in sospeso dopo il vertice Ue. Il lavoro che inizia domani, ha spiegato Moscovici, “è la parte più difficile”, ovvero “la traduzione in atti delle decisioni prese dai leader”. 

Nell’ultimo vertice Ue, ha spiegato il ministro, “abbiamo trattato le emergenze, ma ora dobbiamo creare un nuovo sistema” e, aggiungono fonti francesi, la difficoltà dei prossimi giorni è proprio l’applicazione delle decisioni del vertice di Bruxelles. “Con Monti – ha aggiunto Moscovici – siamo d’accordo sull’analisi dell’ultimo vertice Ue, e mi piace molto l’immagine che ha utilizzato, ovvero: ‘Abbiamo aperto una porta che era chiusa, ora dobbiamo decidere la strada da prendere’”. Quanto alla Spagna, ha spiegato il ministro dell’Economia francese, “la ricapitalizzazione diretta della banche spagnole, da parte del fondo salva-Stati Esm, è legata alla realizzazione della supervisione bancaria unica”.

Infine la questione del rinnovo del mandato (in scadenza) del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. La Francia è a favore del prolungamento del mandato: “La nostra posizione – ha affermato Moscovici – è per un prolungamento del mandato a Juncker, per un altro po’, finchè non si troverà una soluzione più duratura”. Così il ministro ha anche smentito un’indiscrezione dello Spiegel, di una staffetta Moscovici-Schaeuble alla presidenza dell’Eurogruppo.

Hollande e Merkel: “Niente ci dividerà”. Mentre da Aix-en-Provence parlano Moscovici e Monti, a Reims, nella Marna, nel nord-est della Francia François Hollande ha ricevuto la cancelliera tedesca Angela Merkel per celebrare il 50esimo della riconciliazione dei due Paesi dopo la guerra: “Nessuna forza oscura o la sciocchezza umana potranno alterare il movimento profondo dell’amicizia franco-tedesca” ha assicurato Hollande.

L’8 luglio 1962 a Reims si incontrarono per una “messa della pace” Konrad Adenauer e Charles de Gaulle. A gettare ombra sull’anniversario, la profanazione di 40 tombe di soldati tedeschi nel cimitero militare di St Etienne-a-Arnes a 40 chilometri di distanza da Reims. I festeggiamenti franco tedeschi proseguiranno fino al 22 gennaio del prossimo anno, quando sarà ricordata a Berlino la firma del Trattato dell’Eliseo che gettava le basi della cooperazione bilaterale.

Anche Hollande e Merkel però non dimenticano i temi di attualità. Da una parte Hollande rilancia l’unione bancaria: “Le decisioni sull’unione bancaria approvate nello scorso summit di Bruxelles sono un ‘passo ulteriore’ verso un’unione di bilancio, che contribuirà a crescita, stabilità, e a stringere legami ancora più forti nell’Unione europea”. Dall’altra la Merkel ribadisce che la strada maestra è l’unione politica: l’unione monetaria dell’euro “non è abbastanza forte”, spiega, e per questo bisognerà passare all’unione politica”, anche se sarà una “fatica di Ercole”. “L’Europa – ha proseguito – può uscire più forte dalla crisi se abbiamo chiaro in mente che la nostra chance è restare uniti”.

Monti: “Serve coesistenza armoniosa”. Monti sembra fare da trait d’union tra i percorsi segnati da Francia e Germania. “Serve una coesistenza armoniosa all’interno dell’area euro”, è l’auspicio del capo del governo italiano, un’area con “una situazione macroeconomica migliore delle altre” ma che a volte, a causa delle divergenze tra gli Stati membri, paradossalmente “proietta all’esterno un’immagine che fa preoccupare, per esempio gli Stati Uniti”, come si è visto durante l’ultimo vertice del G20 dove l’Europa è stata messa “sul banco degli imputati”.

Per contro “l’Italia lavora con Francia e Germania, ma sta anche cercando di contribuire a rafforzare il metodo comunitario, cercando ad esempio legami con Gran Bretagna e Polonia, perchè ritengo sia meglio non isolarci troppo dagli altri Stati Ue, e non cercare di rafforzare la coesione europea solo a livello di Eurozona, come ritiene la Francia”.

Infine il presidente del Consiglio si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “E’ curioso – puntualizza – che l’Italia sia considerata dai colleghi del Nord come un Paese debitore anche se non ha richiesto mai aiuti, e anzi abbiamo contribuito come gli altri, ovvero in proporzione alla grandezza, al sostegno di Grecia, Irlanda, Portogallo e ora Spagna”.

“L’Italia non ha bisogno di scudi anti-spread”. Per il presidente del Consiglio, comunque, l’Italia può difendersi da sola e non ha bisogno di firewall rafforzati o di scudi per limitare lo spread. “Sono fortemente impegnato e anche il governo lo è a evitare che l’Italia finisca nei guai”. “L’Italia ha ovviamente un alto livello del debito – ha spiegato – ma ha anche un tasso di risparmio molto alto e una elevata ricchezza privata. In termini di politica di bilancio corrente l’Italia è uno dei paesi più vicini al pareggio di bilancio e sulla strada per raggiungere un surplus strutturale nel 2013. Per questo- non dobbiamo desumere che abbiamo automaticamente bisogno di firewall più forti o di un meccanismo per limitare lo spread”.