Emilia Romagna

Diaz, via Gratteri dall’anticrimine. Tocca a Chiusolo, l’uomo dei sequestri

Sessantadue anni, investigatore in ogni parte d'Italia, dirigente regionale in Emilia Romagna della Criminalpol dal 1993. Negli anni ottanta ha indagato in prima persona sui casi di rapimento Fantazzini, Dall'Orto e Silocchi

Prende il posto di Francesco Gratteri, condannato in via definitiva a 4 anni dalla recentissima sentenza della Cassazione per l’irruzione alla scuola Diaz di Genova, avvenuta durante il G8 del 2001. Si tratta di Gaetano Chiusolo, nato a Benevento il 27 settembre 1948 e da oggi direttore della direzione centrale anticrimine dopo essere stato nominato prefetto nell’agosto 2011 su proposta dell’allora ministro degli Interni Roberto Maroni.

È una carriera, quella del funzionario della polizia di Stato, che a lungo lo ha visto nel ruolo di investigatore in tutta Italia. E una porzione, durata 16 anni, l’ha trascorsa a Bologna, dove è giunto nel gennaio 1978 venendo assegnato alla squadra mobile. Prima è stato alla narcotici e poi è passato alla sezione omicidi scalando i gradini della gerarchia interna. E nel 1986 c’è un ulteriore passaggio. In quell’anno, infatti, passa alla Criminalpol dell’Emilia Romagna assumendo il ruolo di funzionario addetto (di fatto il numero due) e quindi, l’11 gennaio 1993, ne diventa dirigente.

Qui si è occupato a lungo dei sequestri di persona che si susseguirono alla fine degli anni Ottanta. Tra quelli, ha seguito il caso di Alessandro Fantazzini, rapito a 28 anni il 19 gennaio del 1986 e mai più ritrovato (è rimasta celebre la figura della madre del ragazzo, Renata Gaiba, che ha continuato a cercare il figlio fino alla sua morte, avvenuta 12 maggio 2012). E poi c’è stato il caso di Reggio Emilia, con la sparizione di Silvana Dall’Orto, liberata il 1 maggio 1989 dopo essere rimasta più di 6 mesi nelle mani dell’anonima sarda.

Inoltre Gaetano Chiusolo ha investigato anche sul rapimento di Mirella Silocchi, la donna allora cinquantenne catturata il 28 luglio 1989 nella sua villa a Stradella di Collecchio, in provincia di Parma. L’ostaggio, moglie dell’industriale del ferro Carlo Nicoli, verrà assassinato. E in sede d’indagine la responsabilità verrà addossata – partendo da un’idea del questore Umberto Improta, divenuto noto perché nel 1969, in corrispondenza degli attentati milanesi del 12 dicembre, tra cui quello di piazza Fontana, e di quelli di Roma, stava all’ufficio politico della capitale – a una organizzazione eterogenea. Si cercò infatti un gruppo composto da pastori sardi, malavitosi calabresi e siciliani e anarchici italiani e stranieri. Proprio questo fronte d’indagine ha portato Chiusolo spesso a lasciare l’Emilia Romagna tra il 1989 e la metà del 1991. E lontano ne è stato fino alla conclusione di un’operazione condotta a Roma contro la componente politica della banda ritenuta responsabile del sequestro Silocchi.

Anno simbolico che decreta la fine della stagione dei sequestri in Emilia Romagna è il 1992 e a quel punto è già in corso da un pezzo un’altra stagione, quella della Uno bianca, gruppo di killer composto per la quasi totalità da poliziotti e che fino alla fine della sua parabola criminale, nel novembre 1994, compirà rapine e omicidi uccidendo 24 persone. Anche di questo frangente su occupa Chiusolo nel periodo della Criminalpol. E altrettanto deve fare per i frangenti derivati dalla vicenda dei killer in divisa, come la banda delle Coop, ritenuta per un periodo responsabile dei crimini compiuti dagli uomini della Uno bianca.

Il 5 agosto 1994, poi, arriva il trasferimento a Roma e in Emilia Romagna, a Ravenna e poi Parma, ci tornerà come vicario e come questore avvicendando nel frattempo altre città come Firenze e Brescia. Quindi, nel corso del tempo, ci sono stati l’ispettorato del Vaticano e quello degli Interni, presso cui si è occupato dei servizi di scorta ai ministri e al capo della polizia di Stato. Nel 2008 si è insediato alla direzione centrale dei servizi antidroga, dove è rimasto 3 anni, quando la normale turnazione dei corpi di polizia ha visto l’avvicendamento con la guardia di finanza. Lo scorso anno, con la nomina a prefetto, è giunta infine la direzione dell’ufficio centrale ispettivo presso il dipartimento di pubblica sicurezza.