Cronaca

La spending review taglia l’eccellenza: a rischio i laboratori di ematologia Labnet

Nel mirino del commissario Bondi anche l'Istituto mediterraneo di ematologia perché considerato ente inutile. L'Ime però è l'unico centro in Italia e uno dei pochi al mondo in grado di curare l'anemia falciforme con trapianto di midollo e i pazienti talassemici in assenza di donatori compatibili

Quando in Italia c’è qualcosa che funziona bene, generalmente si tende a eliminarlo. Un esempio sono i laboratori di ematologia e l’Istituto mediterraneo di ematologia, vittime in questi giorni di tagli e manovre per farli sparire. Labnet, la rete di 36 laboratori collegati ai centri di ematologia italiani più grandi, ultraspecializzati e in grado di fare indagini per selezionare la terapia più adatta al paziente, rischia di scomparire, come denunciano gli ematologi della Società italiana di ematologia (Sie), per via di una delibera della Conferenza Stato-Regioni che vuole accorparli sotto la direzione dei normali laboratori ospedalieri, che fanno analisi di routine. Una delibera rimasta inapplicata per un paio d’anni, e che ora si sta cercando di mettere in atto in alcune regioni.

“L’idea é di accorpare, per motivi economici – spiega al fattoquotidiano.it Fabrizio Pane, presidente della Sie – tutte le strutture di laboratorio sotto l’unica direzione del primario che si occupa del laboratorio di routine, come si sta tentanto di fare con il laboratorio collegato al Policlinico di Bari. Ma non va bene, perché si tratta di competenze molto diverse. A differenza dei grandi laboratori ospedalieri, noi facciamo poche indagini ma molto delicate. E’ un approccio completamente diverso. Inoltre questi 36 laboratori sono tutti ben collegati tra loro, anche a livello informatico”. Un servizio di livello così alto ed efficace che anche gli oncologi vorrebbero applicare alle loro terapie. “Le analisi specialistiche della rete dei laboratori di ematologia – aggiunge il presidente dell’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma (Ail), Franco Mandelli – esaminano i campioni di cellule staminali del midollo e periferiche e offrono dati indispensabili agli ematologi per il trattamento del malato. I farmaci in questo settore sono molto costosi e noi possiamo stabilire, con questi esami, a quali pazienti riservarli in base alla loro risposta, evitando sprechi. Il ministero della Salute deve capire che questa rete è un esempio virtuoso da finanziare, e non uno spreco”. Tra l’altro la rete Labnet da 20 anni si sostiene con fondi Ail e privati e quindi non pubblici. Per questo, annuncia Pane, ”il 5 luglio incontreremo il ministro Balduzzi”.

Ma questo non é l’unico ‘colpo’ cui deve far fronte in questi giorni l’ematologia italiana, seconda solo agli Stati Uniti per risultati e qualità della ricerca. Sotto la scure della spending review ci é finito anche l’Istituto mediterraneo di ematologia (Ime), per cui era stata decisa la soppressione dal ministro della Salute Balduzzi, in quanto ente inutile, insieme all’Alleanza ospedali italiani nel mondo e il Consorzio Anagrafe animali. Peccato però che l’Ime, creato nel 2003 a Roma dai ministeri di Salute, Affari esteri e Tesoro e dalla Regione Lazio, sia l’unico centro in Italia e uno dei pochi al mondo in grado di curare l’anemia falciforme con trapianto di midollo e i pazienti talassemici in assenza di donatori compatibili.

Un intervento da 86mila euro ‘ripagato’ in breve tempo, visto che i costi dei continui ricoveri e cure cui devono sottoporsi questi pazienti superano ampiamente questa cifra già dopo 5 anni. L’Ime cura pazienti provenienti da tutto il mondo, in particolare dai paesi dell’area mediterranea grazie ad accordi di collaborazione, e forma i medici stranieri a svolgere le stesse procedure negli ospedali di casa loro. La cosa assurda è che non è accreditato con il Servizio sanitario nazionale e quindi i trapianti di midollo non possono farli su pazienti italiani o residenti in Italia, ma solo su quelli stranieri. “Eppure – rileva Valentino Martelli, direttore generale della Fondazione Ime – il nostro Paese, a causa della forte immigrazione dai Paesi africani, dovrà affrontare una nuova emergenza rappresentata dall’anemia falciforme. I portatori di questa malattia nella popolazione nera sono ben il 25 per cento. E’ evidente che con l’immigrazione tale malattia ereditaria sarà sempre più diffusa in Italia, e i bambini malati dovranno essere curati comunque a spese del nostro Ssn. L’Ime, insieme al centro di ematologia del Policlinico di Tor Vergata potrebbe diventare un Irccs specializzato in ematologia, un polo specializzato di rilevanza internazionale per tutte le malattie ematiche benigne e maligne, ereditarie e non”. Sembra però che in queste ore il Governo abbia cancellato l’eliminazione dell’Ime e il pericolo sia scongiurato. Per il momento.