Politica

Spending review, ministri riuniti. Bersani: “No ai tagli al sociale”

Tagli alla spesa, il governo prepara gli incontri di domani con parti sociali ed enti locali. Il segretario del Pd difende il Welfare, il leader della Uil Angeletti minaccia lo sciopero: "Il vero fardello è il numero di persone che svolge attività politica". Contro gli sprechi, messi on line i costi standard della sanità

Ministri riuniti con il premier Mario Monti a Palazzo Chigi per discutere di spending review. Si è trattato di un incontro “istruttorio” in vista dei colloqui tra il presidente del Consiglio, le parti sociali e gli enti locali in programma domani. Tra i presenti, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, quello dello Sviluppo economico Corrado Passera, quello della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi e il viceministro all’Economia Vittorio Grilli. Le decisioni dovrebbero essere prese poi nel prossimo consiglio dei ministri, dove sarà affrontato anche il tema della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, in pratica l’abolizione di un certo numero di tribunali.

Il prossimo cdm si terrà venerdì, ha annunciato il ministro della Cooperazione, Andrea Riccardi, al termine della riunione. Ma alla domanda dei giornalisti se in agenda ci sarà la spending review, il ministro ha risposto: “Non lo so, ve lo dico giovedì quando vedo l’ordine del giorno”. Riccardi si è anche detto fiducioso sugli incontri di domani con parti sociali ed enti locali. 

Intanto si riaccende il dibattito politico: per il segretario del Pd Pierluigi Bersani con la spending review “non è accettabile toccare il sociale”. Ma dato che nessuno auspica “l’aumento dell’Iva” invece delle riduzioni di spesa, precisa Bersani, “dobbiamo trovare altre soluzioni, discutendo della spesa della pubblica amministrazione, ma senza andare a toccare la sostanza e la risposta sociale”. Il Pd si dice preoccupato dalle notizie sui possibili interventi sulla sanità, dichiara il responsabile della Sanità, Paolo Fontanelli, ed è “nettamente contrario a ipotesi di tagli lineari che alludono a un ridimensionamento dei servizi e dei livelli essenziali di assistenza, inaccettabili in un momento in cui per le famiglie in crisi aumenta la domanda di sicurezza anche del diritto alla salute”.

Sulla questione torna anche il segretario della Uil Luigi Angeletti, che detta al governo un ultimatum: “Se il governo cercherà di risparmiare i veri poteri forti che ci sono in questo Paese e se la prenderà con gli impiegati pubblici, non potrà che avere la nostra più determinata opposizione”. In caso contrario il sindacato prende in considerazione lo sciopero. “Stavolta il governo deve trovare le risorse solo tra coloro che non hanno pagato nulla di questa crisi – spiega ancora Angeletti – in primo luogo il cosiddetto sistema politico”. Il segretario della Uil sottolinea a proposito che ”Noi abbiamo il record mondiale di persone che svolgono attività politica a parità di popolazione. Questo significa che c’è un sistema di spesa, di centri di costo, per cui ci sono migliaia di luoghi nei quali si prendono decisioni politiche su come spendere i soldi pubblici e questo è il vero fardello che ci portiamo appresso”. 

Intanto, proprio nell’ambito della spending review, una serie di provvedimenti che dovrebbero portare a un taglio della spesa pubblica di 4,2 miliardi dal primo giugno al 31 dicembre 2012, l’Autorità di vigilanza per i contratti pubblici ha messo on line i prezzi di riferimento di farmaci e attrezzature mediche. Tutti i cittadini, ma soprattutto i centri di spesa come Asl e Regioni, potranno conoscere il prezzo medio effettivo, reale, di un farmaco ospedaliero o di un servizio sanitario. L’obiettivo è mettere fine alle enormi differenze di costi finora registrate. La rilevazione fatta dall’Authority nelle scorse settimane, che prendeva in esame i prezzi minimi e massimi, aveva infatti portato alla luce una vera e propria giungla dei prezzi in sanità.

Per esempio, per una stessa siringa una Asl può arrivare a spendere il 135% in più di un’altra azienda, magari anche della stessa regione. Oppure, come nel caso degli inserti di protesi all’anca, c’è chi li paga 284 euro e chi 2.575. I dati pubblicati riguardano farmaci (principi attivi); dispositivi medici; servizi di ristorazione, pulizia, lavanderia.