Società

Eutanasia, ex consigliere malato di Sla da Venezia in Svizzera per morire

Suicidio assistito per Vittorio Bisso, esponente del Pdci. L'associazione Luca Coscioni: "Così ha reclamato per sé e per gli altri il diritto di poter decidere sul proprio fine vita". Intanto proprio oggi è stata diffusa la notizia del primo trapianto al mondo di cellule staminali cerebrali. Si spera che rallentino o frenino la morte dei motoneuroni che porta alla paralisi

La dolce morte di un politico. Ha provocato stupore, dolore, persino polemica l’addio alla vita per scelta di Vittorio Bisso, esponente del Pdci veneziano, malato di Sla (sclerosi laterale amiotrofica) che ha scelto di andare in Svizzera per un suicidio assistito. L’annuncio della sua morte è arrivato improvviso ieri sera a Dolo in consiglio comunale con le parole del sindaco Maddalena Gottardo. Bisso aveva 55 anni ed era partito nei giorni. Ammalato di Sla, aveva raccontato le sue sofferenze su Facebook ed era seguito da conoscenti, parenti, amici. A febbraio già aveva annunciato di non voler continuare a vivere attaccato a un respiratore artificiale. Poi aveva nominato sua moglie Marisa Piovesan amministratore di sostegno con un atto presentato ufficialmente al tribunale di Dolo. Tutte le sue sofferenze, le sue idee, i suoi pensieri sono pubblicati su Facebook. Per lui non era possibile vivere senza coscienza, scriveva di voler decidere lui sulla sua vita. Fino all’ultimo aveva lottato, dedicandosi allo sport, alla motocicletta, alle sue passioni. La malattia lo ha vinto, ma Bisso ha deciso da solo, “politicamente”, il momento della sua morte. “Per lo stato – osservava – noi non esistiamo”. L‘associazione Luca Coscioni polemizza in una nota: “Oggi è Vittorio Bisso malato di Sla che da Dolo, in provincia di Venezia, reclama in modo pubblico per sè, ma anche per tutti i cittadini, il diritto di poter decidere sul proprio fine vita attraverso il testamento biologico”.

E proprio oggi sul tema Sla arriva una notizia positiva. Per il momento è solo uno studio di fase I, ma potrebbe preannunciare una svolta per curare questa malattia degenerativa: un’equipe di ricercatori italiani ha trapiantato per la prima volta al mondo in un malato cellule staminali cerebrali, sperando rallentino o frenino la morte dei motoneuroni, che porta alla paralisi dei pazienti. E’ successo lunedì scorso, ma la notizia è stata diffusa solo oggi: l’equipe coordinata dal professor Angelo Vescovi, direttore dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio (San Giovanni Rotondo) e, per la parte neurologica, dalla Dottoressa Letizia Mazzini Responsabile del Centro SLA dell’Ospedale Maggiore della Carita’ (Novara), ha portato a termine il trapianto di cellule staminali del cervello umano nel midollo spinale del primo dei diciotto pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica, reclutato nel trial clinico di fase 1 autorizzato dall’Istituto Superiore di Sanità. Il trapianto è stato effettuato un paziente di 31 anni.