Cronaca

Tanzania: liberato Bruno Pellizzari e la compagna. Sequestro durato quasi due anni

Lo skipper italiano, da anni residente in Sud Africa, venne rapito a largo delle coste africane con la sua compagna mentre prestava servizio a bordo dell’imbarcazione "Sy Choizil" nell'ottobre 2010. Rimangono in stato di prigionia Rossella Urru e Giovanni Lo Porto sequestrati in altre circostanze

Bruno Pellizzari torna a essere libero, dopo quasi due anni di prigionia. Venne rapito da pirati somali nell’ottobre del 2010 mentre si trovava con la compagna sudafricana a bordo dell’imbarcazione “Sy Choizil” al largo della costa della Tanzania. Anche la donna, Deborah Calitz, è tornata in libertà secondo il ministro della difesa somalo Hussein Arab Isse. La Farnesina conferma la notizia. Lo skipper italiano, venne sequestrato mentresi trovava su uno yatch a largo della costa della Tanzania, si trasferì anni fa in Sudafrica.

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha dato la notizia ai familiari. “Desidero ringraziare tutte le Istituzioni che grazie al loro lavoro tenace hanno consentito di giungere al risultato di oggi, al quale hanno fornito un contributo determinante anche le autorità somale del Governo Federale Transitorio”, ha dichiarato il titolare della Farnesina. Poi Terzi aggiunge “sta rientrando a Roma da Gibuti”. Il ministro degli Esteri non ha voluto dare elementi sulla dinamica del rilascio, avvenuto – secondo il ministro della Difesa somalo, Hussein Arab Isse – con un blitz delle forze di sicurezza e dell’esercito locali. Pellizzari dovrebbe arrivare già in serata in Italia. Il ministro ha inoltre confermato che il governo “mantiene alta l’attenzione sui due ultimi casi di sequestro di italiani rimasti irrisolti”, ovvero la cooperante sarda Rossella Urru e il siciliano Giovanni Lo Porto.

Al momento dell’arrembaggio da parte dei pirati, a bordo del loro yacht “Sy Choizil” vi era anche lo skipper britannico Peter Eldridge, che però riuscì a fuggire e fu poi recuperato da una nave francese. Della coppia, invece, non si ebbero più notizie finchè, nell’ottobre scorso, i carcerieri concessero a Pellizzari di chiamare casa e chiedere un riscatto di 10 milioni di dollari: una telefonata che ridestò le speranze dei familiari, che più volte avevano lanciato appelli ai pirati affinchè il loro caro fosse liberato.