Cronaca

Legge 194: tam tam con un hashtag su Twitter a difesa del diritto all’aborto

#save194 è stato lanciato sul sito di microblogging in vista del 20 giugno, quando la Corte esaminerà la costituzionalità dell'articolo 4 della normativa relativo alle circostanze che consentono interruzione della gravidanza entro i primi 90 giorni

In attesa che il 20 giugno la Corte Costituzionale esamini il quesito di costituzionalità sollevato dal giudice tutelare di Spoleto sulla legge 194, la rete si è mobilitata a difesa del diritto all’aborto. Su twitter impazza l’hashtag #save194, il secondo più popolare della giornata, che raccoglie il consenso di laici e cattolici, donne e uomini. Da Roberto Saviano al popolo delle Donne Viola, dalla Cgil ad Antonio Di Pietro all’Aied e il Corpo delle donne e i tanti utenti della rete, il monito è uno solo: salvare la legge 194 ed evitare in tutti i modi il ritorno all’aborto clandestino. La posta in gioco è infatti l’esistenza stessa del diritto ad abortire.

Tutto è partito dal caso di una minorenne, N.F., che si è rivolta al consultorio per abortire senza coinvolgere i genitori. Il giudice minorile di Spoleto, con un’ordinanza emessa il 3 gennaio scorso, ha chiesto alla Consulta di valutare la legittimità costituzionale dell’articolo 4 della legge relativo alle circostanze che consentono l’aborto entro i primi 90 giorni (cioè un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione al suo stato di salute, le sue condizioni economiche, sociali, familiari, le circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito), in quanto violerebbe gli articoli della Costituzione 2 (diritti inviolabili dell’uomo), e 32 (tutela della salute) e rappresenterebbe una possibile lesione del diritto alla vita dell’embrione. Un’affermazione quest’ultima basata sulla sentenza della Corte di giustizia dell’Ue del 18 ottobre 2011, secondo cui “l’embrione umano è stato riconosciuto quale soggetto da tutelarsi in modo assoluto”. E’ facilmente intuibile quindi che se la Consulta dovesse ritenere che vi fosse un profilo di incostituzionalità, il destino della legge 194, nella sua attuale formulazione, sarebbe segnato.

Ecco perchè per tutti la legge 194 va rispettata e il diritto di scegliere non si tocca, “senza se e senza ma”. C’è chi la definisce, come @bertini_film, “un simbolo di libertà in uno stato laico”, o chi pur contrario all’aborto, come @Dan_skorpio87, “non si sognerebbe mai di togliere il diritto di farlo a chi la pensa diversamente da me”, e chi rileva, come @Vivalalex, che “abortire non è mai semplice e ci si pensa 2000 volte, ma abortire in clandestinità perchè è illegale e rischiare la vita no!”. Per @PietroFaraguna la questione è più generale, “sottofinanziamento consultori, obiezione smisurata, inaccessibilità aborto farmacologico: più che #save194, #apply194”. Per Roberto Saviano bisogna “salvare il diritto che le donne hanno di poter scegliere”, mentre le Donne Viola spiegano che “difendere la 194 non significa voler abortire. Significa semplicemente voler scegliere. Mai come in questo periodo i nostri diritti sono sotto attacco. Se la 194 non si può eliminare si può però aggirare sostenendo e promuovendo l’obiezione di coscienza. Sono pochissimi infatti i medici presenti nelle strutture ospedaliere che non obiettano. Per una donna diventa quindi sempre più difficile poter esercitare la propria libertà di scelta, libertà che dovrebbe essere tutelata dalla legge. In questa battaglia che per noi è una battaglia a difesa della libertà di scelta ci piacerebbe vedere al nostro fianco anche gli uomini”. La parola ora passa alla Corte Costituzionale.