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Europei 2012: dopo ’82 e 2006 gli Azzurri cercano il colpo dopo lo scandalo

Scandalo è sinonimo di vittoria se si pensa alla Nazionale di calcio italiana. E’ successo nel 1982 con l’ombra del calcioscommesse e la cosa s’è ripetuta nel 2006 con quella di Calciopoli alle spalle degli azzurri. E se succedesse anche quest’anno? E se la squadra di Prandelli conquistasse il secondo Europeo della storia?

1982 e 2006: due annate che i tifosi di calcio italiani ricordano benissimo. Due anni che hanno segnato la conquista della coppa del Mondo da parte della Nazionale italiana di calcio. Ma anche due periodi tutt’altro che rosei per il movimento pallonaro, alla vigilia di manifestazioni intercontinentali importanti. Nel 1980 scoppiò il caso “Totonero”, il primo grande scandalo del calcioscommesse. Tra i numerosissimi calciatori squalificati c’era un certo Paolo Rossi che appena due anni dopo, a sanzione appena scontata, permise alla squadra di Enzo Bearzot di vincere il “Mundial” spagnolo diventandone il simbolo con 6 gol che lo consacrarono capocannoniere della manifestazione. Nel 2006 “Calciopoli”, o “Moggiopoli” che dir si voglia, squarciò le fondamenta del palazzo del calcio con un’onda anomala di proporzioni epiche che trascinò la Juventus negli inferi della serie B per la prima volta nella sua ultracentenaria storia. Due mesi dopo le prime intercettazioni la Nazionale di Marcello Lippi colorava d’azzurro il cielo di Berlino sollevando la quarta coppa del Mondo italiana e “vendicandosi” della Francia ai rigori.

E se succedesse anche quest’anno? Il caso “Last Bet” ha portato all’arresto di tantissimi giocatori, alcuni illustri, coinvolgendo squadre di tutte le categorie professionistiche. E se la Nazionale di Prandelli ripetesse i miracoli dell’82 e del 2006? E se l’ex allenatore della Fiorentina riuscisse a portare a due il numero delle coppe europee nella bacheca azzurra? E se i giocatori avessero lo stesso spirito di rivalsa vista nelle altre due competizioni? E’ quello che si augurano tutti i tifosi italiani che domani sera saranno incollati davanti al televisore per vedere esordire Buffon & C. contro gli “invincibili” della Spagna. Gli almanacchi del calcio hanno registrato e consegnato alla storia quei trofei e quelle vittorie. Quelli della giustizia sportiva, purtroppo, hanno messo a registro questi scandali la cui eco ha attraversato i nostri confini giungendo in tutte le zone del globo e spargendosi a macchia d’olio come i carri armato in una partita di Risiko. Tant’è che nel giro di poco tempo, a suon di scandali, verrà riscritto pure il luogo comune “Italiano: pizza, spaghetti, mandolino e mafia”.

Il detto rischia di arricchirsi di un nuovo termine: “…mafia e combine”. Il nostro calcio e il nostro Paese non sentivano il bisogno dell’ennesima indecenza. Ma da questo impaccio, da questo senso di vergogna, i ragazzi di Prandelli dovranno ripartire, utilizzandolo come leva. Il senso di rivalsa è forte e i calciatori azzurri scenderanno in campo con la bava alla bocca, con lo “sguardo della tigre” coniato dal Vialli bianconero negli anni Novanta, ringalluzziti dal “rumore dei nemici” che tanto piaceva a Josè Mourinho. Il ct azzurro spera di vedere nelle pupille dei suoi ragazzi proprio quello sguardo in grado di spaventare gli avversari prima ancora di entrare in campo per scrivere l’ennesima storia di “vittorie dopo lo scandalo”. Non sarà facile, ma l’Italia ci proverà nonostante il primo ostacolo, domani sera, sia la “Roja” campione del Mondo e d’Europa in carica, la stessa squadra che nel 2008 ci eliminò ai calci di rigore ai quarti di finale prima di andare a vincere il titolo contro la Germania grazie ad un gol di Torres.

Stasera ci sarà la vera prova del nove al primo giorno di scuola. Un esame proibitivo per gli azzurri soprattutto dopo aver dimostrato contro la Russia di non aver studiato bene la lezione impartitagli dal nuovo allenatore. Uscire indenni dall’esordio è importante, soprattutto dal punto di vista della prestazione più che del risultato. Perdere contro i campioni di Del Bosque ci può stare, ma dimostrare di aver studiato a memoria la parte ci può permettere di prendere la laurea il 1° luglio, la seconda dopo quella del 1968. Un trofeo ormai arrugginito, coperto di polvere e ragnatele, che avrebbe bisogno di compagnia dopo quasi mezzo secolo di solitudine. Tutti gli italiani si augurano un epilogo simile, per il bene del calcio nostrano, colpito a morte da una piaga vergognosa, inspiegabile per chi guadagna milioni di euro all’anno e cerca di arrotondare con quelle che per loro sono briciole, dando sfogo ai propri sfizi mentre la Nazione rischia di non arrivare a fine mese. Se lo augurano tutti gli amanti di questo sport fantastico ed imprevedibile, in teoria. La nausea nei confronti del movimento è ai massimi livelli. La vittoria indorerebbe la pillola e aiuterebbe i “calciofili” a digerire l’ennesima vergogna, la quarta in 30 anni, contando anche il caos calcioscommesse del 1986.

Scandalo è sinonimo di vittoria
Scandalo è sinonimo di vittoria se si pensa alla Nazionale di calcio italiana. E’ successo nel 1982 con l’ombra del calcioscommesse e la cosa s’è ripetuta nel 2006 con quella di Calciopoli alle spalle degli azzurri. E se succedesse anche quest’anno? E se la squadra di Prandelli conquistasse il secondo Europeo della storia?

1982 e 2006: due annate che i tifosi di calcio italiani ricordano benissimo. Due anni che hanno segnato la conquista della coppa del Mondo da parte della Nazionale Italiana di Calcio. Ma anche due periodi tutt’altro che rosei per il movimento pallonaro, alla vigilia di manifestazioni intercontinentali importanti. Nel 1980 scoppiò il caso “Totonero”, il primo grande scandalo del calcioscommesse. Tra i numerosissimi calciatori squalificati c’era un certo Paolo Rossi che appena due anni dopo, a sanzione appena scontata, permise alla squadra di Enzo Bearzot di vincere il “Mundial” spagnolo diventandone il simbolo con 6 gol che lo consacrarono capocannoniere della manifestazione. Nel 2006 “Calciopoli”, o “Moggiopoli” che dir si voglia, squarciò le fondamenta del palazzo del calcio con un’onda anomala di proporzioni epiche che trascinò la Juventus negli inferi della serie B per la prima volta nella sua ultracentenaria storia. Due mesi dopo le prime intercettazioni la Nazionale di Marcello Lippi colorava d’azzurro il cielo di Berlino sollevando la quarta coppa del Mondo italiana e “vendicandosi” della Francia ai rigori. E se succedesse anche quest’anno? Il caso “Last Bet” ha portato all’arresto di tantissimi giocatori, alcuni illustri, coinvolgendo squadre di tutte le categorie professionistiche. E se la Nazionale di Prandelli ripetesse i miracoli dell’82 e del 2006? E se l’ex allenatore della Fiorentina riuscisse a portare a due il numero delle coppe europee nella bacheca azzurra? E se i giocatori avessero lo stesso spirito di rivalsa vista nelle altre due competizioni? E’ quello che si augurano tutti i tifosi italiani che domani sera saranno incollati davanti al televisore per vedere esordire Buffon & C. contro gli “invincibili” della Spagna. Gli almanacchi del calcio hanno registrato e consegnato alla storia quei trofei e quelle vittorie. Quelli della giustizia sportiva, purtroppo, hanno messo a registro questi scandali la cui eco ha attraversato i nostri confini giungendo in tutte le zone del globo e spargendosi a macchia d’olio come i carri armato in una partita di Risiko. Tant’è che nel giro di poco tempo, a suon di scandali, verrà riscritto pure il luogo comune “Italiano: pizza, spaghetti, mandolino e mafia”. Il detto rischia di arricchirsi di un nuovo termine: “…mafia e combine”. Il nostro calcio e il nostro Paese non sentivano il bisogno dell’ennesima indecenza. Ma da questo impaccio, da questo senso di vergogna, i ragazzi di Prandelli dovranno ripartire, utilizzandolo come leva. Il senso di rivalsa è forte e i calciatori azzurri scenderanno in campo con la bava alla bocca, con lo “sguardo della tigre” coniato dal Vialli bianconero negli anni Novanta, ringalluzziti dal “rumore dei nemici” che tanto piaceva a Josè Mourinho. Il ct azzurro spera di vedere nelle pupille dei suoi ragazzi proprio quello sguardo in grado di spaventare gli avversari prima ancora di entrare in campo per scrivere l’ennesima storia di “vittorie dopo lo scandalo”. Non sarà facile, ma l’Italia ci proverà nonostante il primo ostacolo, domani sera, sia la “Roja” campione del Mondo e d’Europa in carica, la stessa squadra che nel 2008 ci eliminò ai calci di rigore ai quarti di finale prima di andare a vincere il titolo contro la Germania grazie ad un gol di Torres. Domani sera ci sarà la vera prova del nove al primo giorno di scuola. Un esame proibitivo per gli azzurri soprattutto dopo aver dimostrato contro la Russia di non aver studiato bene la lezione impartitagli dal nuovo allenatore. Uscire indenni dall’esordio è importante, soprattutto dal punto di vista della prestazione più che del risultato. Perdere contro i campioni di Del Bosque ci può stare, ma dimostrare di aver studiato a memoria la parte ci può permettere di prendere la laurea il 1° luglio, la seconda dopo quella del 1968. Un trofeo ormai arrugginito, coperto di polvere e ragnatele, che avrebbe bisogno di compagnia dopo quasi mezzo secolo di solitudine. Tutti gli italiani si augurano un epilogo simile, per il bene del calcio nostrano, colpito a morte da una piaga vergognosa, inspiegabile per chi guadagna milioni di euro all’anno e cerca di arrotondare con quelle che per loro sono briciole, dando sfogo ai propri sfizi mentre la Nazione rischia di non arrivare a fine mese. Se lo augurano tutti gli amanti di questo sport fantastico ed imprevedibile, in teoria. La nausea nei confronti del movimento è ai massimi livelli. La vittoria indorerebbe la pillola e aiuterebbe i “calciofili” a digerire l’ennesima vergogna, la quarta in 30 anni, contando anche il caos calcioscommesse del 1986.  

Scandalo è sinonimo di vittoria
Scandalo è sinonimo di vittoria se si pensa alla Nazionale di calcio italiana. E’ successo nel 1982 con l’ombra del calcioscommesse e la cosa s’è ripetuta nel 2006 con quella di Calciopoli alle spalle degli azzurri. E se succedesse anche quest’anno? E se la squadra di Prandelli conquistasse il secondo Europeo della storia?

1982 e 2006: due annate che i tifosi di calcio italiani ricordano benissimo. Due anni che hanno segnato la conquista della coppa del Mondo da parte della Nazionale Italiana di Calcio. Ma anche due periodi tutt’altro che rosei per il movimento pallonaro, alla vigilia di manifestazioni intercontinentali importanti. Nel 1980 scoppiò il caso “Totonero”, il primo grande scandalo del calcioscommesse. Tra i numerosissimi calciatori squalificati c’era un certo Paolo Rossi che appena due anni dopo, a sanzione appena scontata, permise alla squadra di Enzo Bearzot di vincere il “Mundial” spagnolo diventandone il simbolo con 6 gol che lo consacrarono capocannoniere della manifestazione. Nel 2006 “Calciopoli”, o “Moggiopoli” che dir si voglia, squarciò le fondamenta del palazzo del calcio con un’onda anomala di proporzioni epiche che trascinò la Juventus negli inferi della serie B per la prima volta nella sua ultracentenaria storia. Due mesi dopo le prime intercettazioni la Nazionale di Marcello Lippi colorava d’azzurro il cielo di Berlino sollevando la quarta coppa del Mondo italiana e “vendicandosi” della Francia ai rigori. E se succedesse anche quest’anno? Il caso “Last Bet” ha portato all’arresto di tantissimi giocatori, alcuni illustri, coinvolgendo squadre di tutte le categorie professionistiche. E se la Nazionale di Prandelli ripetesse i miracoli dell’82 e del 2006? E se l’ex allenatore della Fiorentina riuscisse a portare a due il numero delle coppe europee nella bacheca azzurra? E se i giocatori avessero lo stesso spirito di rivalsa vista nelle altre due competizioni? E’ quello che si augurano tutti i tifosi italiani che domani sera saranno incollati davanti al televisore per vedere esordire Buffon & C. contro gli “invincibili” della Spagna.

Gli almanacchi del calcio hanno registrato e consegnato alla storia quei trofei e quelle vittorie. Quelli della giustizia sportiva, purtroppo, hanno messo a registro questi scandali la cui eco ha attraversato i nostri confini giungendo in tutte le zone del globo e spargendosi a macchia d’olio come i carri armato in una partita di Risiko. Tant’è che nel giro di poco tempo, a suon di scandali, verrà riscritto pure il luogo comune “Italiano: pizza, spaghetti, mandolino e mafia”. Il detto rischia di arricchirsi di un nuovo termine: “…mafia e combine”. Il nostro calcio e il nostro Paese non sentivano il bisogno dell’ennesima indecenza. Ma da questo impaccio, da questo senso di vergogna, i ragazzi di Prandelli dovranno ripartire, utilizzandolo come leva. Il senso di rivalsa è forte e i calciatori azzurri scenderanno in campo con la bava alla bocca, con lo “sguardo della tigre” coniato dal Vialli bianconero negli anni Novanta, ringalluzziti dal “rumore dei nemici” che tanto piaceva a Josè Mourinho. Il ct azzurro spera di vedere nelle pupille dei suoi ragazzi proprio quello sguardo in grado di spaventare gli avversari prima ancora di entrare in campo per scrivere l’ennesima storia di “vittorie dopo lo scandalo”. Non sarà facile, ma l’Italia ci proverà nonostante il primo ostacolo, domani sera, sia la “Roja” campione del Mondo e d’Europa in carica, la stessa squadra che nel 2008 ci eliminò ai calci di rigore ai quarti di finale prima di andare a vincere il titolo contro la Germania grazie ad un gol di Torres. Domani sera ci sarà la vera prova del nove al primo giorno di scuola. Un esame proibitivo per gli azzurri soprattutto dopo aver dimostrato contro la Russia di non aver studiato bene la lezione impartitagli dal nuovo allenatore. Uscire indenni dall’esordio è importante, soprattutto dal punto di vista della prestazione più che del risultato. Perdere contro i campioni di Del Bosque ci può stare, ma dimostrare di aver studiato a memoria la parte ci può permettere di prendere la laurea il 1° luglio, la seconda dopo quella del 1968. Un trofeo ormai arrugginito, coperto di polvere e ragnatele, che avrebbe bisogno di compagnia dopo quasi mezzo secolo di solitudine.

Tutti gli italiani si augurano un epilogo simile, per il bene del calcio nostrano, colpito a morte da una piaga vergognosa, inspiegabile per chi guadagna milioni di euro all’anno e cerca di arrotondare con quelle che per loro sono briciole, dando sfogo ai propri sfizi mentre la Nazione rischia di non arrivare a fine mese. Se lo augurano tutti gli amanti di questo sport fantastico ed imprevedibile, in teoria. La nausea nei confronti del movimento è ai massimi livelli. La vittoria indorerebbe la pillola e aiuterebbe i “calciofili” a digerire l’ennesima vergogna, la quarta in 30 anni, contando anche il caos calcioscommesse del 1986.  

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