Politica

Fassina: “Elezioni anticipate a ottobre”. Bersani smentisce, ira dei moderati Pd

Il responsabile economia del Pd: "Se Monti non ha la forza di portare avanti le riforme e con il consenso dell'Ue, andiamo al voto". Il segretario: "No, arriveremo a fine legislatura". Esultano le sinistre (da Idv ai comunisti), ma anche diversi "big" del Pdl

“In questo contesto politico e con questo Parlamento, Monti non ha la forza di portare avanti altre riforme”. E’ bastata un’intervista alla Reuters per far finire il responsabile Economia e membro della segreteria del Partito Democratico Stefano Fassina al centro di un vero e proprio ciclone. Fassina, infatti, ha ventilato anche l’ipotesi di una fine anticipata del governo guidato da Mario Monti. “Dovremmo verificare rapidamente se esiste la possibilità di riformare la legge elettorale – ha detto – e, se questa non c’è, dovremmo considerare la possibilità di anticipare la legge finanziaria per il 2013 e votare in autunno”. La fine anticipata della legislatura “dovrebbe avvenire in modo trasparente e con il consenso dell’Unione europea” ha aggiunto il membro della segreteria del partito. “In marzo o aprile 2013 – ha osservato – dopo altra recessione e nuova disoccupazione, penso che la situazione politica ed economica sarebbe decisamente peggiore”.

Se si arrivasse a elezioni in ottobre, dovrebbe essere in un quadro concordato con l’Unione europea, ha chiarito più tardi lo stesso Fassina, intervistato da SkyTg24. “C’è una condizione dell’economia e lavoro sempre più difficile – prosegue il responsabile Economia del Pd – e le amministrative ci consegnano un Pdl sempre più in difficoltà, che difficilmente darà il sostegno necessario alle riforme”. Quindi la verifica sulla legge elettorale e eventualmente “in rapporto con Bruxelles, senza atti unilaterali, si potrebbe verificare la possibilità di anticipare il voto, ma in un percorso aperto e concertato con l’Europa. Senza colpi di testa e dopo l’ultimo atto del governo Monti: la legge finanziaria”. “E’ evidente – ha precisato – che vorremmo si arrivasse alla fine della legislatura con un parlamento in grado di fare le riforme che servono al Paese”.

La correzione del tiro di Fassina (che spesso anche in passato ha superato “a sinistra” le posizioni del partito) si è vista necessaria dopo la bufera durata l’intera giornata. E’ bastata mezz’ora perché il portavoce di Pierluigi Bersani, Stefano Di Traglia, spazzasse via qualsiasi ipotesi di voto anticipato: “Il Partito Democratico conferma che l’obiettivo sono le elezioni nel 2013” dichiara. Poi si verifica un fuoco di fila all’interno del Partito Democratico, ala moderata: in serie intervengono per attaccare Fassina Achille Passoni (“Stupisce e inquieta”), Giorgio Merlo (“Ha fatto contenti Lega e comunisti”), Paolo Gentiloni (“Dilapida il nostro patrimonio di forza seria), Franco Marini (“Ha sbagliato”), Marco Follini (“Mi pare che ogni partito abbia i suoi Brunetta”), Enzo Bianco (“Inopportuno”). 

La sintesi di Merlo non va lontano dalla verità. Nel senso che le parole di Fassina sono accolte con soddisfazione innanzitutto dalla sinistra extraparlamentare: Sinistra e Libertà e Comunisti Italiani, in particolare. Poi dall’Italia dei Valori. Infine dalla Lega Nord. Ma dal Pdl arriva la sorpresa. L’unica dichiarazione critica di peso è infatti quella di Anna Maria Bernini, ex ministro del governo Berlusconi e ora portavoce vicario del Pdl: “Le parole con cui Stefano Fassina apostrofa il governo Monti come ‘in agonia’, e con cui sottolinea la necessità del voto ad ottobre, rappresentano un segnale sinistro ed inquietante. Al netto delle smentite di circostanza, risulta evidente che il segretario Bersani non tiene più i suoi, nemmeno i più fedeli, che ormai giocano apertamente al tanto peggio tanto meglio”.

Tuttavia il resto del Pdl quasi tifa per Fassina. Da Bondi a Brunetta, passando per Crosetto. “C’è un tratto di onestà intellettuale nelle riflessioni dell’onorevole Fassina – spiega Sandro Bondi – Non c’è dubbio infatti che l’attuale crisi richiederebbe governi forti di una piena e forte legittimazione politica e democratica. Questa possibilità potrebbe oggi essere garantita solo se l’orizzonte delle forze politiche che sostengono l’attuale governo tecnico fosse anche dopo le elezioni quella di un impegno prolungato di coesione nazionale”. E ancora Guido Crosetto al quale basta un telegramma: “Ho letto un’agenzia di Stefano Fassina. Difficile non condividere ciò che ha detto sul governo e sul futuro”. Infine l’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: “Stefano Fassina s’è preso l’onere di dire quello che molti pensano e taluni sperano, ovvero che sarebbe bene votare già nel prossimo ottobre”

La chiosa è del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa. “Fassina è un parlamentare serio, che merita rispetto perché sostiene con coerenza le proprie idee. Detto questo riteniamo che andare alle elezioni affrettatamente in ottobre sarebbe un grande errore. Siamo nel pieno di un negoziato europeo nel quale per la prima volta si intravedono spiragli concreti per un cambiamento di linea dell’Unione, c’è stato un terremoto che complica i nostri problemi, c’è un risanamento difficile che il governo sta impostando. Non è il momento di avventure ma di un rinnovato impegno delle forze responsabili al servizio del Paese”.