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Calcioscommesse, arresti domiciliari per Stefano Mauri e Omar Milanetto

Lo ha deciso il gip di Cremona Guido Salvini che ha scarcerato anche l'ex portiere del Bellinzona Matteo Gritti. Obbligo di firma invece per l'ex calciatore Ivan Tisci. Ruopolo ammette le combine, l'11 giugno l'udienza per il patteggiamento di Masiello del Bari. Ombre su Genoa-Sampdoria dell'8 maggio 2011

Oggi pomeriggio a Cremona, nell’ambito della terza tranche dell’inchiesta Last Bet sul calcioscommesse, il Gip Guido Salvini in riposta alla richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di Stefano Mauri (Lazio) e Omar Milanetto (ex Genoa) ha risposto disponendo per entrambi gli arresti domiciliari. Stessa misura anche Gritti, ex portiere dell’AlbinoLeffe che era stato sentito venerdì. Per l’ex del Pescara Ivan Tisci invece è stato predisposto l’obbligo di firma. 

E’ evidente che la deposizione di Mauri non è considerata attendibile da Salvini, dato che non è stato concesso alcun premio per una eventuale collaborazione. Quello che al gip Salvini non torna, nel caso di Mauri, è il problema della sim. Una scheda telefonica numero 3420279298, intestata a nome di Samanta Romano per conto del fidanzato Luca Aureli (titolare di un’agenzia di scommesse), e poi data da quest’ultimo a Mauri.

La conferma direttamente dall’ordinanza con cui sono stati disposti gli arresti domiciliari. E’ ”scarsamente plausibile” e “almeno allo stato appare costruita a posteriori” la versione fornita da Stefano Mauri, capitano della Lazio, riguardo il possesso di una scheda intestata ad altra persona che doveva servire per scommettere su partite di basket americano. E’ quanto ha scritto il gip Guido Salvini nell’ordinanza, rilevando anche che “non vi è alcun divieto per un giocatore di calcio a scommettere su competizioni in attività sportive diverse” e che “non vi è traccia che egli, né in precedenza né in seguito abbia coltivato un interesse del genere”. 

”Al contrario – ha annotato il Gip – il periodo in cui viene utilizzata tale scheda, da considerarsi una vera e propria scheda ‘dedicata’, e cioè il 13-28 maggio 2011 (come riconosciuto dallo stesso Mauri) si sovrappone perfettamente con i giorni in cui sono avvenute le due partite più importanti toccate dall’indagine e cioè Lazio-Genoa e Lecce-Lazio”. Il gip ha scarcerato comunque il calciatore, disponendo per lui i domiciliari in quanto le esigenze cautelari si sono “considerevolmente attenuate” con gli interrogatori di garanzia. E’ escluso, inoltre, il periodo di allontanamento degli indagati, perché, tra le altre cose “l’indagato Stefano Mauri si è di fatto costituito spontaneamente”.

Dai tabulati, inoltre, risulterebbe che tra l’aprile il luglio del 2011 da quell’utenza siano partite 435 telefonate verso Massimo Zamperini, uomo chiave dell’indagine e contatto principale con il clan cosiddetto “degli zingari”. E la maggior parte delle telefonate erano provenienti da una cella nei pressi del Centro Sportivo di Formello, campo di allenamento della Lazio. Sempre investigando su quell’utenza, gli inquirenti hanno scoperto come “tra le 12.42 e le 12.45 del 14 maggio (giorno della partita ‘attenzionata’ Lazio-Genoa 4-2) tutte le utenze citate (Zamperini, Ilievski e Samanta Romano) venivano localizzate nella zona adiacente al Centro Sportivo SS Lazio”.

Non meno tenere le parole di Salvini per quanto riguarda la scarcerazione di Omar Milanetto. Nel provvedimento, infatti, il gip di Cremona ha spiegato che sul derby “Genoa-Sampdoria, pur non oggetto di contestazione, e sul ruolo in tale contesto di Milanetto e di altri giocatori, si sono allungate pesanti ombre”. Secondo il gip, infatti, il fatto che Milanetto, considerato il suo orario di arrivo 15 maggio 2011 all’albergo Unatocq di Milano, non potesse aver partecipato ad un summit con alcuni ‘zingari’, è un argomento che, segnalato dalla difesa, dovrà essere preso in considerazione. Ma “non annulla la complessiva gravità indiziaria a carico di Milanetto anche tenendo conto che sul derby della settimana precedente (quindi dello scorso campionato, ndr), Genoa-Sampdoria, pur non oggetto di contestazione, e sul ruolo in tale contesto di Milanetto e di altri giocatori si sono allungate pesanti ombre”.

A GENOVA IL DERBY DEI VELENI (E DEI SOSPETTI)
Le ombre su Genova assumono tinte sempre più fosche: le combine e le scommesse clandestine sarebbero solo la punta dell’iceberg di organizzazioni criminale dedite a traffico di droga, prostituzione, estorsioni e truffe. Tutto ruota intorno al bosniaco Safet Altic, attualmente in carcere per traffico internazionale di stupefacenti, la cui qualifica di recuperatore di crediti a tassi da usura per conto del clan mafioso dei Fiandica si sovrappone a quella di ‘tifoso’ del Genoa. Altic, nelle telefonate intercettate con Sculli, che spesso gli metteva a disposizione anche la sua Audi RS6 da 650 cavalli, è chiamato dal giocatore del Genoa “fratello”, e con lui discute di “soldi per l’assicurazione” e “orologi”. Insieme i due avrebbero anche messo in atto un tentativo di estorsione nei confronti di Luca Toni, utilizzando fotografie compromettenti.

Sempre Altic incontra Milanetto pochi giorni prima di Lazio Genoa 4-2, e dalle intercettazioni emerge come il bosniaco sarebbe pronto a versare 50 mila euro all’ex milanista Kaladze per “l’acquisto di porte”. Altic appare inoltre nella famosa foto che ha inguaiato Criscito, impedendogli di prendere parte all’Europeo. Scattata pochi giorni dopo il derby (il 10 maggio 2011) presso l’osteria del Coccio, nel riquadro oltre ad Altic sono compresi un suo sodale, i giocatori Sculli, Criscito, i gestori del locale e gli ultras Fileni e Leopizzi. Se la prima ipotesi investigativa era che l’argomento dell’incontro fossero esclusivamente le scommesse su Lazio-Genoa 4-2 di tre giorni dopo (14 maggio 2011), la nuova idea è che si sia parlato anche del derby appena concluso.

Il derby è quello dell’8 maggio 2011, quando il Genoa vince per 2-1 con un gol dell’argentino Boselli in pieno recupero (e che decreta la retrocessione della Sampdoria in Serie B). “Sul derby di Genova stiamo approfondendo il discorso. Non vi dico altro…” aveva detto venerdì il pm Di Martino. E la nuova ipotesi investigativa degli inquirenti è qualcosa che non sia andato per il verso giusto, magari proprio il gol vittoria di Boselli. Un argentino entrato in campo a pochi minuti dalla fine e che nell’azione del gol fa tutto da solo. Un gol che forse molti giocatori in campo non si aspettavano. Non ci sono state mani nei capelli e gesti di disperazione dei compagni come nel famoso Venezia-Bari (24 maggio 1999) in occasione del gol di Tuta. Ma dopo il gol vittoria, Milanetto litiga coi propri tifosi. E Boselli, come Tuta, dopo quel gol vincente e ‘chiacchierato’ termina la sua carriera italiana.

LE INDAGINI A CREMONA
Ritornando a Cremona, mentre Mauri e Milanetto escono dal carcere, emergono nuovi particolari sull’indagine condotta dagli inquirenti. Avrebbe sostanzialmente ammesso i fatti a lui imputati, infatti, il calciatore Francesco Ruopolo, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip Guido Salvini su ordine del quale è stato posto ai domiciliari lunedì scorso. Ruopolo avrebbe ammesso la sua partecipazione al taroccamento di 4 partite dell’AlbinoLeffe (contro Pisa, Frosinone, Salernitana e Rimini), raccontando anche che, in un caso (Albinoleffe-Frosinone), restituì i soldi in quanto non era stato raggiunto l’over concordato in quanto non era stato segnato un terzo gol.

L’attaccante non avrebbe invece detto nulla di Padova-Atalanta, quando era passato all’Atalanta. Davanti al gip Salvini si sono poi presentati per gli interrogatori di garanzia anche Kewullay Conteh, ex AlbinoLeffe e Grosseto, che come Ruopolo ha già patteggiato meno di due anni di squalifica in sede di giustizia sportiva. Per il difensore della Costa d’Avorio l’accusa ipotizza che per due anni sia stato a disposizione dei cosiddetti ‘zingari’ per alterare i risultati. Il terzo a presentarsi l’ex Grosseto Joelson, che avrebbe collaborato. 

IL PROCESSO A ROMA
Intanto a Roma è ripreso oggi nelle aule dell’ex Ostello della Gioventù del Foro Italico anche il processo della Giustizia Sportiva. Il pomeriggio è riservato al dibattimento in aula, cominciato venerdì e destinato a concludersi domani. Poi la Commissione Disciplinare presieduta dal presidente Sergio Artico si riunirà in camera di consiglio per deliberare. Le sentenze potrebbe arrivare anche giovedì o venerdì, ma sono attese con tutta probabilità all’inizio di settimana prossima, dopo che si saranno conclusi i playoff e playout della Serie B.

IL FRONTE BARESE DELL’INCHIESTA
E’ stata anticipata all’11 giugno su richiesta dei difensori, invece, l’udienza per decidere sui patteggiamenti proposti da Andrea Masiello, ex difensore del Bari, e dai suoi due amici Fabio Giacobbe e Gianni Carella. I tre sono agli arresti dal 2 aprile scorso nell’ambito dell’indagine barese sul calcioscommesse con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Nell’udienza, inizialmente fissata per il 27 giugno, il gip di Bari Ambrogio Marrone dovrà decidere sulle richieste di applicazione della pena ad un anno e dieci mesi per Masiello e ad un anno e cinque mesi ciascuno per Giacobbe e Carella. Tutti e tre dopo l’arresto hanno collaborato alle indagini della procura, che ha dato parere favorevole sia al patteggiamento sia alla scarcerazione. Quest’ultima istanza difensiva è già stata respinta dal giudice. Quattro le presunte partite truccate contestate ai tre, attualmente agli arresti domiciliari, dei campionati 2009-2010 e 2010-2011: Udinese-Bari (3-3), Bologna-Bari (0-4), Cesena-Bari (1-0) e il derby Bari-Lecce (0-2).