Emilia Romagna

La Ue indaga sul nuovo Passante Nord. I comitati: “C’è un progetto alternativo”

Bruxelles apre un fascicolo d'indagine sulla presunta variante al progetto originario che ridurrebbe il tragitto da 42 a 30 km. Per il gruppo di cittadini che si oppone alla costruzione, e che ha presentato l’esposto in Commissione Europea, il documento giace in un cassetto e non è stato mostrato e discusso con i comuni interessati. Per il vicepresidente della provincia di Bologna, Venturi, “il passantino non esiste”

Si complica la faccenda del Passante Nord, secondo per quantità di investimenti solo al ponte sullo stretto di Messina con oltre un miliardo e mezzo di euro, e che dovrebbe aggirare lo snodo autostradale/tangenziale di Bologna, partendo da Ponte Rizzoli a Est della città per arrivare a Lavino di Mezzo a ovest, programmato fin dall’agosto del 2002.

Il nuovo progetto, il “passantino”, porterebbe il tracciato iniziale dai 41,4 chilometri a circa 30, partendo e concludendosi da due nuove città (San Lazzaro e Borgo Panigale) e interessando nuovi comuni. Ed è su questo nuovo documento che si sono riattivate le schermaglie tra Regione e Provincia da una parte e il Comitato di Cittadini proponenti un’alternativa al Passante dall’altra. Dato che proprio questi ultimi hanno fatto richiesta di “accesso agli atti” presentando un esposto a Bruxelles per far sapere alla Ue che la “variante” al Passante di cui si è sentito parlare sarebbe chiusa in cassetto e che i tutti i relativi cambiamenti di tracciato non sarebbero stati discussi in sede pubblica, come vuole la legge regionale 3 del 2010 sulla trasparenza e la partecipazione dei cittadini.

“La Comunità Europea aveva già correttamente bloccato il tentativo di affido diretto della realizzazione dell’opera a Società Autostrade che spacciava il tracciato di 40 km come potenziamento e non nuova opera”, spiega Gianni Galli portavoce del comitato, “sorte molto controversa sta avendo anche il cosiddetto “passante corto” bloccato non solo dai cittadini ma anche dai sindaci e pensato per eludere i tre no già incassati dal primo progetto”.

“Sia chiaro: noi del comitato non siamo pregiudizialmente contrari a un’opera infrastrutturale che riduca il congestionamento del traffico sulla quadrupla bretella autostrada/tangenziale bolognese tanto che fin dal 2004 abbiamo proposto un’alternativa fattibile e poco dispendiosa come impatto ambientale”, prosegue Galli, “intervenire sul tracciato dell’asse tangenziale attualmente esistente sfruttando le scarpate laterali a fianco dell’attuale infrastruttura, già di proprietà per il 90% di Autostrade, da cui si potrebbero ricavare due corsie per senso di marcia con rispettive corsie di emergenza”.

Ma il comitato proprio di fronte al “passantino” non si è fermato e ha rilanciato con un nuovo progetto in supporto a quello già presentato anni fa indicando la possibilità di un percorso a pochi chilometri dalla periferia, da Castenaso a Trebbo di Reno, e su tracciati già presenti solo da allargare e a cui aggiungere la costruzione di un paio di ponti: “facciamo un passo per volta, potenziamo le strade già esistenti, un passo indietro per Regione e Provincia non sono una sconfitta ma un ripensamento logico visto che i dati della Società Autostrade indicano che le stime di afflusso dei veicoli previsti nel 2003, e su cui si fondava l’urgenza e la dimensione del Passante Nord, si sono ampiamente ridimensionati”.

Dati che però non convincono il vicepresidente della Provincia, Giacomo Venturi, “stiamo parlando del terzo snodo più trafficato d’Italia e lo risolviamo con due ponti e due strade nuove? Dubito che possa bastare. Ad ogni modo non esiste nessun “passantino”. L’unico progetto è quello iniziale a cui la Ue ha dato il via libera nel luglio 2010. Siamo comunque consapevoli che lo studio fatto a suo tempo non potrà essere realizzabile in quanto tale e siamo quindi disponibili ad una discussione condivisa con cui razionalizzare e modificare il percorso. Basta che le proposte siano corrispondenti alla versione del Passante previsto nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale”.

“Il “passantino” esiste ed è stato discusso all’hotel Green Park di Quarto Inferiore il 3 marzo 2012 presenti i preoccupati sindaci di Argelato e Castenaso”, chiosa Galli, “Semmai qui non si vuole dire che l’unico futuro possibile per chi abita nella pianura bolognese proposto dal vicepresidente Venturi e dall’assessore regionale Alfredo Peri è quello di mangiare non più frutta e verdura raccolte nei campi ma soltanto asfalto e pietre. Questi amministratori pubblici sono proprio fuori dal mondo”.