Giustizia & Impunità

Legge anticorruzione, voto a rilento. “Ostruzionismo Pdl in commissione”

In un'ora e mezzo la commissione discute solo un emendamento. Idv, Pd, Udc e Fli: "Vergogna". Caos anche sul falso in bilancio: Fli e Udc votano con il Pdl seguendo l'indicazione del governo, poi si scusano. Il sottosegretario Mazzamuto: "Ho seguito le indicazioni del ministro". Ma viene sconfessato dalla Severino: "Se c'è un errore si porrà rimedio in aula" 

Lavori a rilento sul disegno di legge anticorruzione. In un’ora e mezzo, stamani, le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera hanno votato un solo emendamento a causa della raffica di interventi da parte soprattutto del Pdl. Da Pd, Udc e Idv arriva l’accusa di ostruzionismo. La presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, sottolinea: “La mia preoccupazione non è venuta meno, anzi è maggiore di prima”. Il disegno di legge è infatti calendarizzato in Aula per il 28 maggio. “Reputo importante – ha aggiunto la Bongiorno – approfondire il ddl e andare in Aula in tempi utili. Chiederò la dilatazione delle sedute sperando che la seduta di giovedì col ministro sia chiave per procedere”.

Il confronto sulla legge anticorruzione procede a ritmo blando ormai da oltre tre mesi. Il Pdl aveva tentato di recente anche di inserirci una norma sulla concussione che avrebbe cancellato il processo Ruby (poi la norma è stata bocciata). Tutto questo succede mentre ieri pomeriggio la discussione sulla riforma del finanziamento ai partiti è andata pressoché deserta.

La giornata. I lavori si sono aperti con un intervento del capogruppo del Pdl in commissione Giustizia, Enrico Costa, che, carte alla mano, ha ripercorso, giorno per giorno, l’andamento dei lavori sul ddl anti-corruzione sottolineando che non è vero che il Pdl “ha tirato il freno a mano su questo provvedimento”.

”Oggi in Commissione Giustizia siamostati condotti in errore, assecondando il parere del Governo, ed abbiamo di fatto modificato il primo articolo” sul falso in bilancio. Lo scrive in una nota Angela Napoli (Fli) sottolineando che “il mio errore verrà modificato in Aula”.

Un dettagliato intervento, durante il quale la presidente Bongiorno ha sottolineato: “Certo, se per dimostrare che non c’è ostruzionismo impieghiamo dieci minuti non otteniamo l’obiettivo…”. Costa ha anche chiesto al governo (presente con il sottosegretario Salvatore Mazzamuto visto che il ministro Paola Severino è in missione negli Stati Uniti) di rivedere la propria valutazione di remissione all’Aula su molti emendamenti: “Si tratta di una materia importante su cui è giusto che il governo dia la sua tesi, perchè se le cose restano così si potrebbe arrivare a una situazione di una certa confusione”. Una richiesta non accolta dal sottosegretario. A quel punto, però, a prendere la parola, anche più in generale sul provvedimento sono stati gli azzurri Luigi Vitali, Maurizio Paniz e Francesco Paolo Sisto (colui che propose il “Cancella Ruby”).

Quest’ultimo in particolare ha chiesto l’accantonamento di alcuni emendamenti. Richiesta sulla quale, poi, è stata necessaria una votazione dopo una serie di altri interventi. Da ultimo il Pdl ha chiesto al governo di valutare ancora una volta il proprio parere su un emendamento a firma Sisto sulle pene minime per il peculato. Una proposta di modifica sulla quale il ministro Severino aveva dato parere contrario. Una decisione della quale, secondo Manlio Contento (ancora Pdl), “non si è resa conto”, visto che nella maggior parte dei casi sui minimi di pena si era rimessa all’Aula. Anche qui ne è seguito un dibattito con interventi soprattutto del Pdl.

Alla fine l’emendamento è stato posto in votazione e bocciato, ma è stato l’unico di tutta la mattinata. “E’ in atto – ha commentato Antonio Di Pietro – un ostruzionismo becero, sciocco, che dimostra come ormai il Parlamento sia usato solamente per assicurare l’impunità anche nella prossima legislatura. Un comportamento che raggiunge la volgarità e la connivenza”.

Pd, Idv, Udc e Fli all’attacco. Da parte del Pdl c’è un atteggiamento che “ci lascia sconcertati: si vogliono allungare i tempi a dismisura e lo scopo è quello di non discutere, non votare gli emendamenti e arrivare in Aula con il testo Alfano” dice la capogruppo del Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti. “Noi – aggiunge – stiamo facendo interventi solo dove necessario per consentire i voti e siamo disponibili se necessario a lavorare in notturna e venerdì”. Per il deputato dell’Udc Pierluigi Mantini “c’è uno strisciante ostruzionismo da parte del Pdl che abbiamo sconfitto con il primo voto di oggi, ma questa non può essere una strategia utile a completare i lavori perchè fatalmente, all’interno della maggioranza, arriveremo a dividerci su un testo fondamentale per il Paese”. 

Più chiara la relatrica del testo, Angela Napoli, di Futuro e Libertà: “Il Pdl si sta comportando in maniera vergognosa e checchè ne dica ne dovrà rispondere di fronte al Paese. Blocca i lavori non consentendo di arrivare in Aula con un testo completo. E’ chiaro che vorrebbero si andasse in Aula con il testo così com’è arrivato dal Senato”.

La replica. Il Pdl si difende. “Quanto sta avvenendo in Commissione Giustizia è allarmante per la pervicacia con la quale si stanno violentando principi di diritto che sono sempre stati patrimonio riconosciuto nel nostro Paese – dichiara Luigi Vitali – Con il pretesto di adeguare la nostra normativa a quella europea in tema di lotta alla corruzione si stanno aumentando indiscriminatamente i minimi ed i massimi delle pene e si stanno introducendo nuovi reati senza la doverosa tipicizzazione. Si è creata un’anomala maggioranza pseudo giustizialista che sta consegnando l’Italia ad un periodo di grandi incertezze dove vigerà, più di oggi, la giurisprudenza e non la legge”. “Non possiamo – ha concluso Vitali – abdicare alla difesa di questi principi anche nell’interesse di coloro che non sanno quello che fanno; o forse lo sanno benissimo”.

Insiste Sisto: “Il partito dei neo-giustizialisti ha mostrato il suo vero, disarmante e spaventoso, volto. Pd, Idv e Fli, con l’appoggio insperato dell’Udc, hanno aumentato la pena minima del peculato,nonostante il pacato intervento del sottosegretario Mazzamuto, a quattro anni di reclusione. Al di là dello specifico tema, la pretesa di fare giustizia incrementando a dismisura le pene minime è contraria alla Costituzione, al diritto ad una pena giusta, alla esperienza di questi anni”.’

Il falso in bilancio resta com’è. Diversa la vicenda sul falso in bilancio. I deputati di Pdl, Udc e Fli hanno approvato in commissione Giustizia, con parere favorevole del Governo, un emendamento al testo che di fatto svuota la proposta di legge dell’Idv. Unica novità: il carcere sale dai 2 ai 3 anni. Pd e Idv protestano e annunciano di voler ripresentare emendamenti una volta in Aula e subito dopo Fli fa sapere che c’è stato un errore: “Oggi in Commissione Giustizia siamo stati condotti in errore, assecondando il parere del governo, ed abbiamo di fatto modificato il primo articolo – fa sapere la Napoli sottolineando che l’errore verrà modificato in Aula – Futuro e Libertà è sempre stato il partito che ha inteso riproporre il provvedimento del falso in bilancio ed in tal senso ha accondisceso fin dalla calendarizzazione il provvedimento a prima firma Di Pietro”. Stessa spiegazione dà l’Udc che rimanda all’arrivo del provvedimento in aula per correggere il testo. 

 

Alle richieste di spiegazioni da parte di Pd e Idv il governo risponde con il sottosegretario alla Giustizia Mazzamuto, peraltro già consulente giuridico di Alfano quando questi era Guardasigilli: “Mi sono limitato a dare i pareri formulati dall’ufficio legislativo – dice – Per il resto si parli con il ministro”. Peccato che la Severino risponde a stretto giro facendo sapere che sul falso in bilancio Mazzamuto aveva “tutte le schede necessarie a fornire i pareri agli emendamenti presentati. Se errore c’è stato, nel senso che il Mazzamuto non ha letto per intero la scheda fornitagli si porrà rimedio in aula”. La Severino chiarisce di nuovo più tardi, esprimendo “massima serenità”: “La situazione è chiara. Vi era un parere da me espresso e trasmesso al sottosegretario, un parere favorevole esclusivamente al limite della pena, ma non è un parere favorevole ai contenuti dell’emendamento. A questo punto confido che vi sia una conferma da parte del sottosegretario”.

Da una parte Di Pietro non si fida: “Al di là delle responsabilità di Mazzamuto che, stando a quanto afferma il ministro Severino, non sa nè leggere nè scrivere, il ministro non ha risposto al quesito di fondo: intende ripristinare o no il falso in bilancio? Oppure intende mantenere la legge ad personam che Berlusconi si è fatto a uso e consumo proprio?”. Dall’altra interviene il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: “Una eventuale sconfessione da parte del ministro del sottosegretario Mazzamuto ci sembra del tutto inaccettabile”. L’insofferenza del Popolo delle Libertà passa anche dalle parole di Costa e Paniz, che alzano il tiro: “I nodi non si sciolgono sconfessando un sottosegretario, ma riprendendo le fila della maggioranza che si va sfaldando. Tra le forze politiche è necessario abbandonare posizioni preconcette e tentazioni di formare maggioranze trasversali andando alla ricerca di un punto di sintesi condiviso”.