Cronaca

Bisogna scrivere dei suicidi?

Mentre scrivo è appena avvenuto il suicidio di un 63enne a Pompei. Si è sparato nel parcheggio del Santuario. E subito la notizia corre veloce tra le agenzie e i siti di informazione. Aveva problemi economici e tra le lettere di addio ce ne sarebbe una contro Equitalia.

Sabato scorso un uomo a Pozzuoli si è sparato alla testa per l’angoscia di aver ricevuto una cartella esattoriale. La notizia ha aperto diversi giornali.
E pochi giorni prima un immobiliarista si è ucciso a Napoli per ragioni simili: la crisi e i soldi che mancano. Ci aveva provato anche il giorno precedente, lo avevano dissuaso. Il giorno dopo si è buttato dal balcone. E tutti i mass media ne hanno parlato.
Hai voglia sostenere che secondo le statistiche i suicidi non sono in aumento. Il momento è così nero che non ci crede nessuno e le cronache sembrano dimostrare il contrario. O forse i suicidi sembrano in crescita perché ora i giornali li pubblicano con uno spazio mai offerto in passato, quando per pudore queste notizie venivano omesse o relegate in trafiletti brevissimi.
 
E’ così? E ancora: i giornali fanno bene a riferirne? Oppure: c’è il rischio di scatenare un effetto emulazione?
 
Confesso: io non ho risposte a queste domande. E quando devo scrivere di un suicidio – e purtroppo mi è capitato – i dubbi mi arrovellano.