Cronaca

Blitz della Finanza al Monte dei Paschi: ipotesi aggiotaggio su Antonveneta

Perquisizioni disposte dalla Procura di Siena: controlli sia in uffici di istituti di credito collegati, sia nelle abitazioni di alcuni dirigenti della banca, nella fondazione e nel Comune e nella Provincia di Siena. Accertamenti anche su Mussari, ora presidente Abi

Cinquanta militari della Guardia di Finanza si sono presentati questa mattina a Rocca Salimbeni, sede della Banca Monte dei Paschi di Siena, prima dell’apertura degli uffici. La polizia tributaria indaga su presunti reati di aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza, quindi per ipotesi di rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio. Le perquisizioni hanno interessato anche le sedi del Comune e della Provincia di Siena. Gli indagati sono almeno due, e sono esponenti di banca Mps. Da fonti investigative si apprende che le perquisizioni hanno interessato anche le abitazioni di Antonio Vigni, ex dg del Monte e dell’attuale direttore generale della fondazione Mps Claudio Pieri. L’ultimo accertamento riguarda l’abitazione e l’ufficio senese dell’ex presidente della banca Mps Giuseppe Mussari, ora presidente dell’Abi (associazione bancaria italiana), che sono stati perquisiti. Mussari – viene ribadito – non è indagato.

VIDEO – Gdf: “La banca potrebbe anche essere parte lesa”

L’indagine su Banca Monte dei Paschie in particolare sulla acquisizione di Antonveneta sarebbe partita nell’autunno scorso. In particolare uomini del gruppo valutario della Guardia di Finanza di Roma vogliono capire come il Monte abbia acquisito l’Istituto veneto ad un prezzo di 9,3 miliardi di euro, poi salito a 10,3 dall’Istituto spagnolo Santander che solo due mesi prima aveva pagato la stessa Antonveneta 6,6 miliardi di euro. Stamani gli uomini della Gdf hanno perquisito anche l’abitazione senese dell’ex dg della Fondazione Marco Parlangeli e nell’abitazione del presidente Gabriello Mancini e di altri dirigenti sia della fondazione sia della Banca.

In particolare l’obiettivo è verificare il reperimento delle risorse utilizzate per l’acquisizione di Antonveneta, le comunicazioni fatte nel tempo agli organi di vigilanza e le operazioni sul titolo, per alterarne il valore di scambio. Gli inquirenti vagliano una serie di condotte poste in essere a partire dal 2007, in occasione dell’acquisizione di Banca Antonveneta dagli spagnoli del Banco Santander, protrattesi sino al 2012. In particolare ci sono dubbi su un aumento di capitale del 2008 per la parte del cosiddetto fresh da un miliardo di euro.

Per agevolare i lavori di indagine tutti i dipendenti sono stati spostati nell’ala del palazzo che ospita gli uffici finanziari. Intanto il titolo questa mattina apriva in calo, perdendo fino a oltre il 5 per cento e poi il titolo è stato sospeso.