Politica

Alcamo, centrosinistra unito sul candidato Bonventre. Iscritto al Pdl a sua insaputa

Nel Comune in provincia di Trapani prende forma la "foto di Vasto", ma Pd, Idv e Sel sostengono un politico tesserato nel partito di Berlusconi. Che spiega: "L'ho solo finanziato". In corsa una sfilza di indagati e condannati, anche per mafia

È una delle poche città in Sicilia in cui il centrosinistra si presenta unito alle prossime amministrative. Ma il candidato sindaco della coalizione “formato Vasto” (Pd, Idv e Sel) figura però tra le liste dei simpatizzanti del Pdl. L’imbarazzante intoppo per i democratici si registra ad Alcamo, 50 mila abitanti in provincia di Trapani e un comune con settecento precari.

Adesso, dopo i due mandati del presidente dell’Anci Sicilia Giacomo Scala, ai nastri di partenza il Pd ha schierato Sebastiano Bonventre, medico e docente universitario. Che però il giorno della candidatura ha scoperto di essere stato inserito a sua insaputa tra i tesserati del Pdl, insieme a tutta la sua famiglia. “Non lo sapevo neppure, in ogni caso non si tratta nemmeno di una tessera vera e propria” spiega Bonventre che racconta come la piccola défaillance sia stata provocata dalla sua personale battaglia contro i rimborsi elettorali. “I partiti non devono vivere di finanziamenti pubblici per questo verso piccoli contributi a tutti i partiti che me li chiedono, l’ho fatto anche con Futuro e Libertà. Solo che da quest’anno Berlusconi ha deciso che chiunque dia contributi al suo partito debba essere inserito in una lista di simpatizzanti, e così mi sono ritrovato lì insieme a tutta la mia famiglia. Ma, ripeto, non ne sapevo nulla. Se me l’avessero detto avrei rifiutato perché la mia storia non è assimilabile a quella del Pdl.”

Il centrosinistra ad Alcamo ha puntato su Bonventre dopo il ritiro del “sindaco in pectore”, il senatore del Pd Antonino Papania, vero e proprio dominus dei democratici in provincia. “Mi sono fatto fare un sondaggio e ho visto che sarei stato eletto con una certa facilità, quindi ho detto: va bene un passo di lato lo posso fare. Perché per questa città non ci vuole un uomo di potere, ma ci vogliono uomini nuovi”, ha raccontato in pubblico il senatore del Pd, recentemente condannato in primo grado dalla Corte dei Conti a risarcire con 16 mila euro la Regione Sicilia per danni all’immagine. Nel 2002 Papania, ex assessore regionale al Lavoro, aveva patteggiato una condanna a 2 mesi e 20 giorni per abuso d’ufficio. Oggi ci ha ripensato annunciando che per quel patteggiamento chiederà la revisione del processo. Nel 2009, invece, il suo factotum Filippo Di Maria era finito in manette nell’ambito dell’operazione delle forze dell’ordine Dioscuri che decapitò il clan mafioso locale. Papania, però, non fu mai sfiorato dall’inchiesta.

Ad Alcamo dal 1993 governa ininterrottamente il centrosinistra: un caso più unico che raro in una provincia in cui Pdl e Udc hanno sempre fatto il pieno di voti in tutte le competizioni elettorali. Un dominio che sembra destinato a continuare dato che alle prossime elezioni il centrodestra non è riuscito ad esprimere un candidato unico, dividendosi su tre pretendenti alla carica di primo cittadino. L’Udc punta forte sul presidente della provincia Mimmo Turano, figlio d’arte dato che il padre Vito è stato più volte sindaco di Alcamo (vicino a Calogero Mannino) e in passato indagato ( e poi archiviato) per fatti di mafia.

Il Pdl del senatore Antonio D’Alì, indagato per concorso esterno a Cosa Nostra, e il Pid dell’ex Ministro Saverio Romano, imputato per lo stesso reato, sostengono invece una donna, Francesca De Luca, ex dirigente della Forestale finita un anno fa in un’inchiesta per una presunta truffa all’Ue e poi completamente scagionata. Ha fatto il salto di barricata invece Francesco Orlando, ex assessore nella giunta di centro sinistra, che si proclama “il sindaco dei poveri”. A sostenerlo c’è Noi Sud, il micro partitino rappresentato nella zona da Norino Fratello, ex deputato regionale dell’Udc che nel 2006 ha patteggiato18 mesi di carcere per concorso esterno a Cosa Nostra: aveva ammesso di aver chiesto voti a mafiosi e aver favorito imprese colluse, l’anno scorso è riuscito ad ottenere la riabilitazione. A chiudere il conto un movimento cittadino: si chiama Abc (Alcamo Bene Comune), si è sviluppato tra internet e le assemblee civiche ed ha candidato Niclo Solina, un ex consigliere comunale della Rete di Leoluca Orlando.