Emilia Romagna

Espulsi da Bossi, ora corteggiano Maroni: “Vogliamo tornare nella Lega”

Il gruppo degli emiliani cacciato dal partito negli ultimi anni cerca spazio dopo le dimissioni del senatur da segretario. E invita l'ex ministro degli Interni a una manifestazione pubblica a Bologna

Visti i tempi che corrono uscire dalla Lega nord sembra decisamente più facile che rientrarci. Ma loro ci provano. E per farlo si appellano al lìder maximo in pectore. Gli ‘espulsi’ emiliani del Carroccio si organizzano e chiamano Roberto Maroni per invitarlo alla prima iniziativa pubblica delle persone che si raccolgono intorno ad Alberto Veronesi. Lui, candidato alle regionali 2010, cacciato nel settembre dello stesso anno e ora grande accusatore, è alla base dei guai giudiziari del partito a Bologna. Con un suo dossier ha portato la procura del capoluogo emiliano ad aprire un filone di indagini sul partito dopo che un suo esposto nel 2011 era stato archiviato.

Il numero delle adesioni per l’incontro, che si terrà sabato 28 aprile all’ex hotel Continental di Zola Predosa, sarebbe di un centinaio di persone, a detta dello stesso organizzatore. Tra i nomi, spiega Veronesi a ilfattoquotidiano.it ci sono molti eletti poi usciti dal partito. Uno è Dario Locci, consigliere regionale toscano, fuori dal Carroccio dal 2011 che nei giorni scorsi ha tracciato un ritratto molto eloquente del Senatùr: “Bossi è un piccolo Ceaușescu caduto in disgrazia e che oggi raccoglie ciò che ha seminato. La sua caduta è l’esempio del fallimento totale del progetto politico del Carroccio e del tradimento politico della Lega che si è trasformata in una casta che dal federalismo è passata al familismo del Trota”. All’incontro parteciperanno anche sei consiglieri provinciali dall’Emilia e dalla Toscana.

Tutti rigorosamente ex. “Ma non è che ci arrabbiamo se vengono dei leghisti”, spiega Veronesi. “Ci vogliamo riunire attorno a tre punti: la democrazia diretta, l’azzeramento degli sprechi e il no al finanziamento pubblico ai partiti”. Quella dell’ex padano sembra una specie di ritorno alle origini: “Rimaniamo legati al federalismo di Gianfranco Miglio, senza cavalcare temi come la xenofobia o gli argomenti più beceri che sono serviti per prendere qualche voto”.

Ma allora Bobo viene o no? “L’invito ufficiale partirà lunedì al più tardi. Glielo invierò per telegramma sia a casa sua che in via Bellerio”. Alberto Veronesi lascia anche intendere che, da voci di corridoio, qualche speranza c’è. “Persone a lui vicine mi hanno assicurato che non è detto che non venga”. Di sicuro, se mai l’ex capo del Viminale dovesse arrivare a Zola Predosa, la sua non sarà una passeggiata. “Gli chiederemo conto di quanto è successo in questi anni. Ma se riesce a superare la prova della nostra assemblea vuol dire che può andare”. Non è detto che tutti poi vogliano rientrare nel partito: “Io, personalmente, no, dopo quello che ho passato” spiega Veronesi. Ma sugli altri partecipanti, spiega l’ex leghista ognuno sarà libero di fare quello che vorrà.

Tra i partecipanti alla rimpatriata degli ex il prossimo 28 aprile dovrebbe esserci anche il gruppo di persone che a Reggio seguì i destini di Marco Lusetti, l’ex numero due della Lega in regione, anch’egli grande accusatore nell’inchiesta sul Carroccio aperta a Reggio Emilia. Lì a finire sotto indagine è stato il deputato Angelo Alessandri.

Intanto a Bologna proseguono gli interrogatori del pubblico ministero Morena Plazzi che si occupa dell’inchiesta sui bilanci del Carroccio. Oggi è stato sentito Alberto Magaroli uno degli ex revisori dei conti del partito bolognese, espulso lo scorso anno. Sabato era stata sentita l’altro revisore, anche lei cacciata dal movimento, Carla Rusticelli. Tutti, insieme a Veronesi, dopo le elezioni regionali del 2010 avevano sollevato perplessità sulla gestione dei conti, anche durante la campagna elettorale. Per questo motivo erano stati cacciati.