Emilia Romagna

Consorzio bonifica, i vertici si aumentano lo stipendio di 10 mila euro: “Cifre ragionevoli”

Il consigliere Bignami (Pdl) chiede chiarezza sull'ente pubblico che gestisce le acque del Reno: "Perchè i dirigenti si sono innalzati le mensilità senza una delibera ad hoc della Regione?". Il presidente Tamburini: "Alcune decine di migliaia di euro non contano nulla. Dal 2010 abbiamo diminuito gli sprechi del nostro ente, con i costi della politica non c'entriamo"

Non c’è traccia di crisi economica nel cda della Bonifica Renana. Il consorzio di diritto pubblico, obbligatorio per legge, che riunisce i 245 mila proprietari di immobili, terreni e fabbricati, che si trovano all’interno del comprensorio di bonifica (3.423 km quadrati – 1.447 in pianura e 1.976 in montagna – che interessa 68 comuni nelle province di Bologna, Ferrara, Firenze, Prato, Pistoia e Ravenna) ha deciso di innalzare gli stipendi e i rimborsi spese dei propri vertici senza un pronunciamento ad hoc della Regione Emilia Romagna.

L’allarme è stato lanciato dal consigliere regionale Galeazzo Bignami (Pdl) che il 2 aprile scorso ha presentato un’interrogazione all’assemblea legislativa dove chiede se sia “legittima la possibilità di deliberare aumenti in vacanza di indirizzi regionali in merito” e  si sia congrua la somma “dei rimborsi spese previsti (…) in un momento di crisi economica conclamata”.

L’interrogativo di Bignami segue le scelte definite dal cda della Bonifica che vedono aumenti di diecimila euro l’anno per i vertici del consorzio: il presidente Giovanni Tamburini passa da 41 mila a 50 mila euro lordi l’anno; il vice presidente vicario Andrea Grimaldi da 16320 a 25 mila euro; il vice Antonio Ferro da 8160 euro a 20 mila euro.

“Sono cifre ragionevoli non milionarie”, dichiara il presidente Tamburini, “alcune decine di migliaia di euro lordi non significano nulla visto che dopo la riforma del consorzio nel 2010 abbiamo ridotto i costi passando da due consorzi con 40 consiglieri l’uno a un unico cda con 27 persone che si riuniscono quattro volte l’anno. E poi fatturiamo 20 milioni di euro l’anno e abbiamo 180 dipendenti: con i costi della politica non c’entriamo”.

La funzione principale del consorzio è garantire, attraverso il proprio reticolo idrografico che si dipana attorno al corso del fiume Reno, il corretto deflusso delle acque piovane provenienti dalle aree agricole ed urbane. Un’attività che protegge il territorio dai rischi di allagamento e alluvione, finanziata principalmente dai proprietari dei terreni che si trovano nel comprensorio.

Infine Bignami chiede anche di fare chiarezza sull’allontanamento dell’ex direttore del consorzio Agostino Parigi che, tra buonuscita e contenzioso è costato attorno ai 300 mila euro.

d.t.