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C’è da costruire un resort negli Emirati e il Real Madrid si toglie la croce dalla maglia

Il fatto, rilanciato dal quotidiano sportivo Marca, è avvenuto il 29 marzo alla cerimonia ufficiale per l’inizio dei lavori di costruzione del Real Madrid Resort Island. Il simbolo cattolico compare sulla maglia della squadra nel 1920

Se Parigi valeva una messa, un resort turistico negli Emirati Arabi val bene una croce da togliere dal proprio simbolo. Questo devono aver pensato gli strateghi di marketing del Real Madrid, che hanno deciso di levare dallo stemma della squadra spagnola la piccola croce situata sopra la corona, specificando che riguarderà esclusivamente le attività commerciali e di sponsorizzazione nei paesi a maggioranza musulmana. La croce apparve per la prima volta nello stemma del Real nel 1920, quando il re Alfonso XIII offrì il suo patrocinio reale al club madrileno, che cambiò la denominazione da Madrid Club de Fútbol a Real Madrid Club de Fútbol e modificò anche il proprio simbolo aggiungendo sopra al cerchio bianco blu con le lettere MCF la corona reale sormontata dalla croce. Il simbolo cristiano e la corona, insieme al titolo reale, sparirono dal logo e dal club durante gli anni della Seconda Repubblica Spagnola (1931-39) e tornarono nel 1941, dove il logo assunse una configurazione pressoché uguale all’attuale.

Ma, come ha notato il quotidiano madrileno Marca, pochi giorni fa la croce è scomparsa di nuovo. E’ successo il 29 marzo alla cerimonia ufficiale per l’inizio dei lavori di costruzione del Real Madrid Resort Island: un complesso turistico residenziale che il club madrileno ha deciso di costruire sull’isola di Ras al-Khaimah, uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti. Dal costo previsto di circa un miliardo di dollari, sarà costruito in collaborazione con il governo locale e la RAK Investment Authority e dovrebbe essere completato entro il 2015. L’ambizioso progetto è parte della strategia di conquista dell’immenso mercato asiatico cominciata da alcuni anni dal Real Madrid e dai grandi club europei, si rivolge infatti ai più di 150 milioni potenziali tifosi del Real che si stima vivano in Asia ed è situato a soli 45 minuti dall’aeroporto di Dubai, il quarto scalo al mondo per volume di traffico aereo.

Alla presenza di vecchie glorie come Zinedine Zidane e Emilio Butragueño, il presidente del Real Florentino Perez ha posato due giorni fa la prima pietra di questo avveniristico piccolo mondo artificiale, che prevede alberghi e ristoranti di lusso, piscine e campi sportivi, un piccolo stadio con 10000 posti a sedere che si affaccia direttamente sul mare, un parco a tema e un museo del Real Madrid. Una sola concessione alla realtà, la sparizione dal simbolo del club della croce. “Per evitare in questo modo qualsiasi tipo di confusione o di cattiva interpretazione in una zona con una grande maggioranza della popolazione che professa la religione musulmana”, come riporta il quotidiano Marca. La decisione non è piaciuta ai tifosi del Real Madrid. E sui social network si è scatenata la protesta.

Il sito di Marca è stato invaso in poche ore da più di mille commenti di tifosi, con toni che vanno dall’ostile all’infuriato. C’è chi accusa la società di aver venduto l’anima al diavolo e chi di aver svenduto Cristo ai petroldollari. Chi non perde occasione per rinfocolare assurdi scontri di civiltà e chi addirittura vede nella multietnica rosa della squadra madrilena l’inizio di una perdita di purezza e di una colonizzazione in corso da parte degli infedeli. C’è poi chi ricorda che anche il Barcellona in viaggio a Dubai aveva lasciato a casa la croce di San Jordi che fa parte del suo stemma. E chi la butta sul ridere: chiedendosi se nelle prossime tournèe promozionali nei paesi a maggioranza musulmana il nome di Cristiano Ronaldo sarà cambiato in Musulmano Ronaldo.