Politica

Pd e Pdl insieme al voto a Casal di Principe Appoggiano l’ex sindaco anticamorra

Via libera anche dal centrodestra. Il commissario Nitto Palma: "E' un momento di coagulo delle forze politiche per contrastare la criminalità organizzata". Renato Natale, amico di don Diana e membro di Libera, ha guidato brevemente il Comune casertano all'inizio degli anni Novanta: i boss volevano ucciderlo

Una lista civica appoggiata da Pd e Pdl a Casal di Principe che ha come candidato sindaco Renato Natale. I due partiti rinunciano a divisioni ideologiche per dare un segnale forte: insieme contro la criminalità organizzata.

“Sono molto soddisfatto per il lavoro fatto dall’onorevole Gennaro Coronella – ha detto il senatore Nitto Palma, commissario del Pdl in Campania – A Casale si è riusciti a formare uno schieramento fatto da persone del posto con l’aiuto e l’appoggio delle forze politiche e che rappresenta un momento di coagulo delle forze politiche per contrastare la criminalità organizzata”. “Si è concretizzata una proposta che avevo fatto tempo fa – ha sottolineato – e che sembrava impossibile”.

Se non si fosse trovata una soluzione, Palma sarebbe stato disponibile a candidarsi e “questo anche se ho sempre detto che una mia candidatura aveva il sapore di una sorta di commissariamento. A Castel Volturno, invece, a tutt’oggi non è ancora stato possibile raggiungere un risultato come quello di Casale”.

Renato Natale, prima nel Pci e poi nel Pd, ex sindaco anticamorra e fondatore dell’associazione Jerry Essan Masslo, è anche membro di Libera. E’ stato il primo sindaco di Casal di Principe ad aver posto come priorità assoluta la lotta ai clan. Ha guidato l’amministrazione comunale per breve tempo, fino all’uccisione del parroco don Giuseppe Diana. Tra le vicende che hanno contraddistinto il candidato sindaco  la cosiddetta “battaglia dei paletti”: l’area del centro cittadino di Casal Di Principe fu pedonalizzata e circoscritta con dei paletti per evitare l’accesso delle macchine. Il clan dei Casalesi raccolse la sfida e ogni sabato per settimane questi vennero divelti e portati davanti all’abitazione del sindaco, per poi essere ripristinati dal Comune. Successivamente è emerso anche un piano per ucciderlo.