Ambiente & Veleni

Colleferro, i lavoratori del gruppo Gaia bloccano l’ingresso della discarica

L'azione degli operai per protestare contro il blocco degli stipendi, causato dalla mancanza di liquidità del consorzio che gestisce il sito. Quest'ultimo vanta un credito di quasi 53 milioni di euro dai comuni che smaltiscono i rifiuti nella struttura

E’ stato bloccato l’accesso alla discarica di Colleferro dai lavoratori del gruppo Gaia, rimasti senza stipendio. I camion carichi di rifiuti provenienti da una decina di comuni della provincia di Roma da ieri non possono scaricare nell’invaso gestito dal consorzio pubblico, giunto al quinto anno di gestione commissariale. A sentire i vertici aziendali, troppe le fatture non pagate dalle amministrazioni che da una decina d’anni utilizzano gli impianti di Gaia per i trattamento dei rifiuti. Un debito che ha raggiunto i 53 milioni di euro, creando un problema di liquidità e il blocco del pagamento degli stipendi.

L’immediata conseguenza per i comuni morosi sarà visibile nelle prossime ore. Nelle strade delle città dove la differenziata non è mai stata avviata si stanno rapidamente accumulando i rifiuti, mostrando la fragilità del sistema di gestione nel Lazio. La società Gaia era nata all’inizio degli anni 2000 come consorzio tra una quarantina di comuni a cavallo tra la provincia di Roma e quella di Frosinone puntando alla gestione completa del ciclo dei rifiuti solidi urbani. Il gruppo – oggi interamente pubblico – gestisce due linee di incenerimento e una discarica a Colleferro, oltre al servizio di raccolta in molti comuni. Diverse inchieste della magistratura e della Corte dei Conti hanno colpito il management di Gaia, che nel 2007 è stata commissariata con la legge Marzano (la stessa utilizzata con Alitalia).

Da allora la gestione è stata affidata dal ministero delle Infrastrutture al commissario di governo Andrea Lolli, con l’obiettivo di trovare un partner privato, in grado di acquisirne il controllo. Un anno fa era stato raggiunto un accordo con la Regione Lazio, che ha costituito il 27 dicembre scorso la società Lazio Ambiente con l’obiettivo di subentrare nella gestione. Come anticipato nei giorni scorsi da ilfattoquotidiano.it, la giunta Polverini non ha però fino ad oggi formalizzato l’offerta, scatenando la dura reazione del ministero guidato da Corrado Passera.

La mancanza di liquidità del gruppo è ormai divenuta cronica. Ciclicamente i 500 lavoratori di Gaia si trovano ad affrontare ritardi nel versamento degli stipendi, con il conseguente blocco del conferimento nella discarica. La prolungata crisi del consorzio ha portato come prima conseguenza l’abbassamento drastico del valore di mercato, che è passato dalle prime stime pari a un centinaio di milioni di euro, ad un’ipotesi di offerta da parte della Regione Lazio di una cifra compresa tra i 20 e i 30 milioni. In questi giorni la struttura commissariale – dopo i ritardi della Regione – sta preparando una nuova gara, che potrebbe attirare l’attenzione di molti gruppi privati interessati ad entrare nel mercato dei rifiuti del Lazio nel momento più delicato, quando si ipotizza ormai apertamente un’emergenza in stile campano.

I rappresentanti dei lavoratori di Gaia sono ora in attesa di una convocazione da parte del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, che dovrebbe cercare di convincere i tanti comuni morosi a saldare almeno parte dei costi di smaltimento. Un nuovo dossier rifiuti per il prefetto, che lo scorso settembre è stato nominato commissario straordinario per la chiusura di Malagrotta e l’individuazione dei nuovi siti per la monnezza romana.