Cronaca

Sequestrata la casa degli incontri fra Maradona e i boss. Era affittata a immigrati

Nel corso di un'operazione dei vigili di Napoli contro gli affitti clandestini, le forze dell'ordine hanno scoperto che l’abitazione, nonostante la confisca avvenuta anni fa, era tornata in possesso dei clan

Era la casa degli incontri pericolosi di Diego Armando Maradona. Quella della foto che ritraeva il Pibe de Oro nella vasca da bagno a forma di conchiglia con il boss Carmine Giuliano. Era stata confiscata alla camorra e restituita allo Stato. Ma solo sulla carta. Perché stamane, durante un blitz dei vigili urbani a Napoli, si è scoperto che quell’abitazione di vico Pace era di fatto tornata in possesso ai clan che l’avevano riaffittata a famiglie di extracomunitari e di rom. Tra gli occupanti dell’abitazione che ha ispirato centinaia di articoli sulle discutibili frequentazioni dell’ex calciatore, gli esterrefatti vigili hanno trovato anche un bimbo di pochi giorni. Al momento dell’irruzione, nella grandissima casa c’erano tre donne, altrettanti bambini e un uomo. In una seconda ala erano ospitati altri immigrati, in quel momento assenti. “Siamo romeni – ha spiegato agli agenti la più anziana del gruppo – e paghiamo regolarmente l’affitto di 500 euro ad una signora bionda, la stessa che ci ha offerto la casa”. Si indaga per identificare la sconosciuta signora che ha consegnato le chiavi agli inquilini.

Tutto è avvenuto durante un’operazione dei caschi bianchi nella zona di Porta Nolana, a pochi passi dalla Stazione Centrale, per stanare il fenomeno dei fitti clandestini e degli alloggi occupati da un numero di persone sproporzionato alle dimensioni dell’immobile. In un’abitazione vivevano fino a dieci immigrati in una sola stanza. Controlli a tappeto anche per verificare se gli occupanti fossero in possesso del permesso di soggiorno. E tra allacci abusivi alla rete elettrica, case ridotte a livelli igienici infimi e stranieri in fuga sulle tettoie per evitare di essere identificati, è emersa la vicenda dell’abitazione appartenuta una volta ai Giuliano.

Una casa teatro anche di altre vicende oscure. Nel 2003 fu sequestrata in seguito all’arresto di 28 presunti terroristi di origine pakistana. Secondo i pm veniva utilizzato come base logistica per la progettazione di attentati.