Politica

Quanto ci mancava Calderoli

Bentornato Calderoli! È un piacere rivedere la sua maschera padana, anche adesso che il carnevale è finito. Mi mancava un po’, lo confesso, il suo incarnato roseo, l’ampia fronte liscia, le guance di prosciutto, gli occhietti che dardeggiano sfide, sopra il collo sbottonato della camicia verde. È bello poter di nuovo commentare una non-notizia, anche se dalla prima è finita a pagina nove: “Hanno chiuso definitivamente i battenti gli uffici ministeriali decentrati che avevano sede a Monza.

Non servivano a niente. Non ci andava mai nessuno. Erano spazi sprecati, soldi investiti a vanvera. La reazione esatta è compresa in un arco che va dal sobrio “era ora!” al rude “chi se ne frega”. Invece Lei, ex ministro della semplificazione elementare, ha voluto disturbarsi e ha ricominciato a tuonare: “D’ora in poi sarà guerra senza quartiere.

Contro chi, signor Ex? Contro la Roma ladrona o contro quella spedizione terrona, che è partita dallo sprofondo e ha unito l’Italia invece di lasciarla com’era? Se Garibaldi si fosse fatto una passeggiata, adesso non sarebbe così difficile aprire un sultanato a Monza. E Monti, che è nato in provincia di Varese (anche se non ne fa un programma politico), a Roma sarebbe uno straniero di passaggio. Esattamente come si sente. Probabilmente.

Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2012