Società

L’italiano che voleva uccidere Roosevelt

Storia di un ragazzo di Calabria che voleva uccidere Franklin Delano Roosevelt. Storia di Giuseppe Zangara, muratore dell’Aspromonte, partito carico di speranza verso il nuovo mondo e approdato nell’America del ’29, flagellata dalla Great Depression. Un emigrante “con la pelle scura, tipico della sua razza”, come diranno poi, finito a far la fame tra i diseredati del New Jersey e a covare, nel suo recinto da homeless, un odio sordo contro i capitalisti ricchi e oppressori.

Lo chiamavano Little Joy, un infelice dalla nascita, malato nel fisico e nell’anima, tirato su a botte da un padre padrone. Tra gli scantinati di Paterson si unisce agli anarchici e lì coltiva la sua idea indecente, uccidere Fdr, il presidente che sta per insediarsi alla Casa Bianca. Con gli ultimi otto dollari compra una pistola al banco dei pegni e la mattina del 15 febbraio ‘33, a Miami, si avventa sull’uomo, di passaggio in Florida. Nella mischia, con Roosevelt illeso, ci andrà di mezzo Anton Cermak, sindaco di Chicago, morto poco dopo per le ferite. Per Little Joy è la sedia elettrica. Fritto da una scarica di volt, morirà con la sua “faccia tipica da italiano”, gridando pidocchiosi capitalisti, schiacciate il bottone…”.

Il Fatto Quotidiano, 15 febbraio 2012