Cronaca

Mancata tutela sulla salute dei lavoratori <br/> A giudizio nuovi e vecchi vertice di Enel

Alla sbatta, tra gli altri, L’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, il suo predecessore Paolo Scaroni, oggi amministratore di Eni, e l’ex numero uno Francesco Luigi Tatò. Prima udienza fissata per il 24 settembre

I vertici dei colossi energetici italiani finiranno a processo. L’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, il suo predecessore Paolo Scaroni, oggi amministratore di Eni, e l’ex numero uno Francesco Luigi Tatò, sono stati rinviati a giudizio dal Giudice per le udienze preliminari di Rovigo Alessandra Testoni. I tre sono accusati, a vario titolo, di omissioni dolose di cautele contro disastri e infortuni sul lavoro. Nel mirino degli inquirenti sono finte in tutto dieci persone, tra ex funzionari e dirigenti, per l’attività della centrale di Polesine Camerini a Porto Tolle, in provincia di Rovigo, nel periodo in cui il maxi impianto al confine con l’Emilia Romagna era alimentato ad olio combustibile.

Secondo l’accusa, gli imputati, all’epoca dei fatti contestati (dal 1998 al 2002) e “ciascuno limitatamente ai periodi di competenza (…) omettevano di collocare e far collocare impianti e apparecchi destinati a prevenire disastri e/o infortuni sul lavoro consistiti nel pericolo dell’insorgenza o nell’aggravamento di malattie respiratorie, nonché di bronco reattività aspecifica, asma e rinite allergica, e malattie cardiovascolari, in dipendenza dell’ inalazione e ingestione di sostanze inquinanti”.

Questo si legge nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Manuela Fasolato che oggi è stata accolta in pieno dal Gup di Rovigo. In altre parole ci sarebbe stato un mancato adeguamento che, secondo la Procura – che a sua volta si basa su uno studio delle aziende sanitarie sui bambini tra gli zero e i 14 anni – avrebbe avuto ripercussioni pesanti. Gli accertamenti, poi finiti sotto la lente dei consulenti, vennero fatti su svariati minori residenti nei Comuni veneti di Porto Tolle, Porto Viro, Ariano nel Polesine, Taglio di Po, Rosolina e in quello di Mesola, nel Ferrarese. Comuni individuati attraverso un approfondimento epidemiologico delle Asl di Rovigo e Adria condotto tra il 1998 e il 2006. In particolare venne preso in esame il periodo tra il 1998 e il 2002 durante il quale, secondo l’accusa, “è stata calcolata nella misura dell’11% di tutti i ricoveri, la percentuale legata alle patologie respiratorie”. La prima udienza è fissata per il prossimo 24 settembre. Parti offese  il Comitato Cittadini liberi di Porto Tolle difeso dall’avvocato Matteo Ceruti del foro di Rovigo, i Comuni le Province e le Regioni interessante – Veneto ed Emilia Romagna – l’Ente Parco Delta del Po, l’Ente Parco Emilia Romagna, il Ministero dell’Ambiente e il Ministero della Salute.

Alla luce dell’accaduto, dal canto suo Enel fa sapere di attendere “con fiducia il giudizio di merito”, nella “piena convinzione di aver sempre operato nel rispetto delle leggi e nell’interesse della collettività”. Mentre l’avvocato Luigi Migliorini, che assiste alcuni Comuni e l’Ente Parco Delta del Po, plaude all’attività del sostituto procuratore Manuela Fasolato che ha avuto “il grande merito di svolgere un colossale e doveroso lavoro d’indagine che ha ottenuto, almeno per adesso, il giusto riconoscimento”.