Politica

Silvio Berlusconi al Financial Times: “Basta politica attiva, mai più candidato premier”

"Ho ancora un grandissimo consenso tra la gente, più del doppio di Sarkozy e la Merkel nei loro paesi", "Sono un pericolo pubblico: se esco blocco il traffico", "Fatto fuori da campagne di stampa di giornali nazionali e stranieri": nella prima intervista ufficiale dopo la sua uscita di scena, l'ex presidente del consiglio ha parlato a 360 gradi sulla situazione presente, passata e futura dell'Italia

“Mi farò da parte dalla politica attiva e non ho nessuna intenzione di candidarmi ancora a primo ministro”: parola di Silvio Berlusconi, che nella prima intervista ufficiale dopo le sue dimissioni del novembre scorso ha risposto alle domande del Financial Times. Dal furore mediatico ispirato dal bunga bunga, alla rabbia che nutre nei magistrati di sinistra, fino ad arrivare alle riforme politiche e della giustizia che non è riuscito a fare e al suo endorsement al governo di Mario Monti: quello che ha parlato al quotidiano economico londinese è un ex premier che non ha risparmiato stilettate ai media e ai magistrati e che è tornato a battere sui soliti tasti, tra cui la sua popolarità tra la gente. Il Berlusconi di sempre, insomma. La vera novità, invece, è quanto rivelato sul suo futuro: non sarà lontano dalla politica attiva, ma non correrà più per la carica di premier. Possibile, invece, una sua partecipazione alle prossime elezioni come semplice candidato al Parlamento.

Perché non vuole abbandonare del tutto il campo? E’ lo stesso Berlusconi a spiegarlo (a modo suo). “Ho ancora un grandissimo consenso tra la gente, almeno il doppio dei miei colleghi Merkel e Sarkozy nei loro rispettivi Paesi. A livello di popolarità – ha detto l’ex premier al Ft – ho oltre il 36 per cento di consensi”. E per confermare il dato, il leader del Pdl ha fatto alcuni esempi: “Se cammino per le strade, io fermo il traffico: sono un pericolo pubblico e non posso nemmeno uscire a fare shopping”. Sul quadro politico nazionale, invece, Silvio Berlusconi ha sottolineato che il Partito democratico di Pier Luigi Bersani è lacerato al suo interno dalle proposte di Monti sul mercato del lavoro, mentre sulla tenuta del governo tecnico il parere dell’ex premier è sempre lo stesso: “Spero che questo governo, che per la prima volta è sostenuto da una larghissima maggioranza, avrà la possibilità di fare grandi riforme strutturali – ha detto – cominciando dall’architettura dello Stato, senza la quale non possiamo nemmeno pensare di avere una democrazia giusta”.

Dopo aver assicurato di esser assolutamente sereno sull’esito dei processi (Mills e Ruby) in cui è imputato, Berlusconi ha parlato della sua uscita di scena. “Con grande senso di responsabilità e nonostantre avessi la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, mi sono fatto da parte con eleganza, anche nel mio partito, perché sono stato attaccato da una campagna ossessiva condotta dalla stampa nazionale e straniera e che ha criminalizzato me e il mio governo – è la ricostruzione del predecessore di Monti – Dopo aver valutato le cause della crisi, che non dipendono dall’Italia, ma dall’Europa e dall’euro, ho pensato che se fossi rimasto al governo avrei danneggiato il mio paese, dal momento in cui avremmo avuto campagne giornalistiche ancora più terribili”.

Berlusconi, poi, ha confermato di sentirsi  giovane nonostante i 75 anni. E per dimostrarlo ha mostrato al cronista un livido che si è procurato giocando a hockey con Vladimir Putin. L’età, però, è il motivo della mancata ricandidatura a premier: alle elezioni del 2013 (“le prime in cui il Pdl farà le primarie per trovare il candidato” ha detto) sarebbe stato troppo vecchio per concorrere alla poltrona di primo ministro. Eppure non ha intenzione di abbandonare il campo: rimarrà dietro le quinte, sarà il padre fondatore del suo partito.