Politica

Se Rutelli era giapponese faceva harakiri

Il mio sospetto è che, disgraziatamente per lui, sia innocente.

Molti sospettano che Rutelli non potesse non saper nulla su quello che stava succedendo alle casse della Margherita. Tanto più che, nell’estate 2011, promise solennemente trasparenza sui fondi del partito. Ma il mio sospetto è che veramente non si sia accorto dei 13 milioni di euro scippati da Lusi. Rutelli è completamente sprovvisto di senso pratico. È vanesio come un fiordaliso.

Ricordo la puntata di Annozero di Santoro, nella quale ebbi la grande soddisfazione di ribattere a Rutelli, allora vicepresidente del Consiglio, dimostrando che non sapeva un cavolo della legge approvata dal suo governo che finanziava al 100% gli impianti fotovoltaici. All’inizio ironizzò dandomi del disinformato. Poi si rese conto che stava nuotando nel vuoto e abbozzò in modo patetico. Nella stessa puntata ammise, candido come un giglio, di non aver mai sentito parlare della strage di operai causata dall’amianto a Monfalcone. Semplicemente Rutelli non vive in Italia in questo millennio.

E vi ricordate quel magnifico invito a visitare l’italia declamato con un inglese spaventoso? Cosa ci voleva a esercitarsi un paio d’ore per pronunciare 100 parole in modo decente? Ma evidentemente per Rutelli la pronuncia dell’inglese è un dettaglio irrilevante… Aveva cose ben più strategiche delle quali occuparsi… Le alchimie politiche…

Il problema di questi leader è che veramente sono barricati nella torre d’avorio. E disprezzano in modo totale i dettagli, persi come sono nell’Olimpo delle idee. E’ una grave malattia morale e culturale. Le quisquilie li annoiano. Ma, come dicono i tedeschi, il diavolo si nasconde nei particolari. L’immenso debito pubblico italiano deriva proprio da 60 anni di inefficienza dovuta all’incapacità di dedicarsi ai dettagli: una diga incompiuta cosa volete che sia? 25 locomotive abbandonate non faranno certo naufragare l’Italia, una pensione faraonica non è la morte di nessuno, qualche evasore fiscale non manderà in fallimento lo Stato, una leggina idiota cosa vuoi che sia… E così, quisquilia dopo quisquilia, siamo arrivati a quasi 2 mila miliardi di euro di debito pubblico (quattro milioni di miliardi di lire!!!).

Il marcio della cultura italiana vive di condiscendenza verso i bamboccioni che vengono a scusarsi, e non sentono vergogna quando non sanno far funzionare la vile meccanica del quotidiano. In Giappone, ma anche in Danimarca, a un politico non verrebbe mai in mente di giustificarsi dicendo che non si era accorto di niente. In queste culture, infatti, la stupidità è considerata una menomazione ben più grave della disonestà. Un mariuolo può anche redimersi, mentre uno stupido non riuscirà mai a diventare intelligente.

Inoltre, si considera che un capo deve sempre prendersi la responsabilità morale di quel che combinano i suoi. A uno che scarica la colpa sul suo subordinato gli sputano in faccia! Il compito del capo è proprio quello di assicurarsi che le decisioni siano messe in pratica. Un capo che ha consentito ai suoi di agire male è quindi uno stupido. Ma la sanzione morale per i giapponesi va ben oltre: si considera infamante non avere il coraggio di prendersi la propria responsabilità. Chi lo fa affronta un disprezzo sociale peggiore di una condanna giudiziaria. Non sei solo stupido, sei pure un quaquaraquà!

La nostra cultura mammona è invece tollerante verso i c…oni, accondiscendente verso l’arte della scusa. “Pioveva, mi è morta la nonna, avevo la bua al pancino…” E’ da qui che nasce l’inefficienza del sistema Italia. Dallo stile di pensiero bamboccione! E, per inciso, è questo l’ecosistema perverso che rende possibile l’esistenza di capitani che ritardano di un’ora l’evacuazione di una nave che affonda e poi salgono per primi sulla scialuppa di salvataggio… Tanto poi in qualche modo mi giustificherò… Povera creatura…

Ma attenzione: il caso di Rutelli è ancora più grave. La Margherita si era dotata di un sistema rigorosissimo di controllo. Ma si è evitato di fare la fatica di applicare le regole stabilite. E questo vuol dire che Rutelli è uno che fa le leggi senza pensare di doverle applicare. E’ ignavia! (Parola, ahimè, desueta!)

Comunque Rutelli è in buona compagnia nel mondo dei grandi leader con il senso pratico di un pulcino. Presso altri popoli uno come Waterloo Veltroni, che ha lasciato nella m… (letteralmente) la nettezza urbana di Roma, non riuscendo neppure ad arrivare a livelli minimi nella raccolta differenziata, sarebbe stato cacciato a pedate dalla politica. Invece lo hanno lasciato libero di far cadere Prodi e di organizzare un grande suicidio elettorale (e aveva giurato che sarebbe andato in Africa ad aiutare i bambini affamati!!! Che se ci andava era un’ecatombe…).

E uno come Di Pietro che si è circondato di Scilipoti e De Gregorio, in un paese normale, sarebbe da tempo un tranquillo salumiere. Per non parlare di Berlusconi che vedeva solo ristoranti pieni e organizzava orge sul ponte di comando mentre l’Italia stava affondando (altro che Schettino).

Cari italiani, se vogliamo uscire dalla crisi tocca imparare a vergognarsi.