Cronaca

#occupyscampia fa flop. Al corteo di Napoli <br> contro i clan poche decine di persone

La protesta nata in rete da un tweet della deputata Picierno è rimasta solo su Internet. “Trovata mediatica calata dall'alto, nessuno dei 130mila che abitano qui è stato coinvolto”, dicono gli abitanti del rione napoletano

Saranno stati il freddo e la pioggia. Sarà stato che in una settimana organizzare un evento del genere è difficile per chiunque. Sta di fatto che in Piazza Giovanni Paolo II, al centro di Scampia, oggi pomeriggio non c’era quasi nessuno. Di #occupyscampia, la manifestazione nata da un tweet del deputato Pd Pina Picierno dopo un articolo pubblicato da “Il Mattino” in cui si ipotizzava l’imposizione da parte dei clan del coprifuoco tra le strade dell’area nord di Napoli, sono rimasti solo centinaia di cinguetti in rete e un gruppo da quasi mille membri su Facebook.

Che sono rimasti tali, perché in piazza quasi nessuno di loro si è visto. Come gli abitanti della zona, quelli della vita reale, che sono rimasti a casa, e non certo per le disposizioni dei clan. “Qui non c’è mai stato nessun coprifuoco, neanche durante le faide passate – dice una donna che vive a Scampia da quarant’anni – Se la gente non esce è perché non c’è niente da fare. Qui non ci sono negozi, non ci sono ristoranti, non c’è un cinema. Ci sono solo piccoli supermarket e salumerie. Che senso avrebbe scendere di casa alle otto di sera? E poi, anche se fosse, i panni sporchi si lavano in famiglia: se avessimo davvero avuto di questi problemi ci saremmo ripresi noi le nostre strade”.

C’è chi attacca i politici, chi i media, chi gli amministratori locali. Ma se a Scampia parli di #occupy rispondono tutti allo stesso modo: è una trovata mediatica calata dall’alto, nessuno dei 130mila che abitano qui è stato coinvolto. E a guardare la piazza vuota c’è da credergli. Neppure le associazioni che da anni lavorano sul territorio all’inizio erano state chiamate a partecipare. Sono state recuperate – non tutte – solo all’ultimo momento, dopo lunghe ed estenuanti trattative che hanno portato anche al cambiamento in corsa del nome: da #occupyscampia a ‘occupiamoci di Scampia‘. Ma gli attivisti devono essere rimasti scettici comunque, se è vero che in piazza questo pomeriggio c’erano solo loro e nessuno o quasi dei ragazzi a rischio con cui lavorano da anni.

Al freddo di tramontana, nell’attesa che davvero arrivasse qualcuno, sono rimasti solo una folta schiera di giornalisti, i tecnici audio per i collegamenti in diretta con le tv, gli organizzatori dell’evento e qualche volto noto della lotta anticamorra. Eppure, delle tende che avrebbero dovuto essere allestite per creare a Scampia un presidio permanente, per ora, neanche l’ombra. “Con questo freddo è difficile che ci accampiamo”, dice Pina Picierno. Ma la realtà è che Piazza Giovanni Paolo II non è lo Zuccotti Park e che l’unica occupazione vera che chiedono qui è il posto di lavoro. Come recita l’unico striscione in piazza, “Cerco lavoro, anche monotono”: uno sfottò a Monti e a chi da decenni ha scelto di abbandonare Scampia al suo destino.