I vestiti e il beauty-case di Domnica Cermortan sono stati recuperati il 21 gennaio dai sommozzatori. Ricerche sul relitto sospese a causa del maltempo. Sette naufraghi bolognesi accusano il personale della Costa di averli respinti dalle scialuppe per fare posto ai dipendenti
Anche oggi, a causa del maltempo e delle cattive condizioni del mare, resta “oggettivamente impossibile il prosieguo delle attività in condizioni di sicurezza” di ricerca dei dispersi nella parte sommersa della Costa Concordia. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli che ha aggiunto: “La società Costa che ancora una volta, sottolineo, si è dimostrata molto seria, con le tempistiche che aveva dichiarato a noi, ha già interessato 10 società mondiali per rimuovere lo scafo in maniera intera e soprattutto in sicurezza per rispettare il territorio e la salvaguardia dell’ambiente”. Ed il piano per la rimozione della nave dovrebbe essere pronto entro la fine di marzo.
Ma alle lodi di Gabrielli alla società, fanno da contraltare le nuove testimonianze di naufraghi della tragedia del Concordia che riferiscono di essere stati respinti con forza “per tre volte” dal personale Costa che sovrintendeva all’imbarco sulle scialuppe, per far posto ai dipendenti. Lo si legge nella querela presentata da sette bolognesi che viaggiavano sulla nave naufragata al Giglio per denunciare le inefficienze delle procedure di soccorso a bordo. Michelina Suriano, l’avvocato che tutela il gruppo (uomini e donne dai 63 ai 78 anni), lo ha messo nero su bianco nella denuncia presentata ai carabinieri, tre giorni fa, e trasmessa alla procura di Grosseto.