Cronaca

Tir, ancora protesta: ferme le fabbriche Fiat<br/>Centomila senza lavoro in agricoltura

Situazione del traffico in continuo miglioramento: pochi i presidi e nessun blocco sulla rete autostradale. Nel frattempo si fanno i conti sulle perdite che il comparto industriale e ortofrutticolo ha dovuto subire a causa della mobilitazione. Gli autotrasportatori di Trasporto Unito incontrano Umberto Bossi e trovano nella Lega Nord una sponda politica per presentare degli emendamenti al decreto liberalizzazioni

E’ arrivato al quarto giorno consecutivo lo sciopero degli autotrasportatori, che da inizio settimana hanno paralizzato la circolazione autostradale in tutta Italia, reso difficle l’approvvigionamento di generali alimentari nelle grandi città e causato seri danni al comparto ortofrutticolo, costretto a mandare al macero la merce non consegnata. I camionisti sono in mobilitazione per l’aumento del carburante e delle tariffe autostradali. E, in cerca di una sponda politica che li sostenga, gli autotrasportatori di Trasporto Unito si sono incontrati con il Segretario Federale della Lega Nord, Umberto Bossi ed una delegazione di parlamentari della Lega. Insieme hanno deciso di costituire un tavolo tecnico tra gli autotrasportatori e la Lega, quello stesso che il Governo gli aveva negato. Il partito di Bossi si farà portatore degli emendamenti della conversione del Decreto per risolvere i problemi dell’autotrasporto “in Italia ed in Padania”.

L’Unione europea, nel frattempo, ha chiesto al governo Monti di fare in fretta per sbloccare l’impasse. “L’Italia deve intervenire per risolvere rapidamente il problema e assicurare la libera circolazione delle merci” ha sollecitato il commissario Ue Antonio Tajani al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri nel corso di un colloquio telefonico svoltosi questa mattina. Il ministro, ha poi aggiunto il commissario, “mi ha assicurato che c’è la volontà politica di intervenire per risolvere il problema. Riconosco che non è facile, ma è un nostro dovere insistere per il rispetto del regolamento Ue che fissa disposizioni ben precise per assicurare la libera circolazione delle merci”. Un regolamento, ha ricordato Tajani, varato in seguito a quanto accaduto sulle strade francesi nel ’97, quando gli agricoltori locali, per protesta, attuarono un blocco sistematico dei camion carichi di fragole provenienti dalla Spagna. In attesa di un ritorno alla normalità della situazione sulle strade italiane, la competente direzione della Commissione europea continua a essere in contatto con le autorità nazionali per monitorare da vicino l’evolversi delle azioni di protesta degli autotrasportatori.

La situazione che si è venuta a creare, del resto, ha assunto queste proporzioni perché nella penisola il trasporto di merce su gomma rappresenta quasi il 90 per cento del totale. Per cercare di cambiare questo trend, sono allo studio ipotesi di lavoro da parte del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il quale ha annunciato che chiederà “un confronto con il ministro delle Infrastrutture” e con gli operatori delle Ferrovieperché “ci sono stime e valutazioni per aprire un confronto”. “La mancanza di infrastrutture – ha detto Clini nel corso di un’audizione in Commissione Ambiente alla Camera – è un dato critico. Lo vediamo in questi giorni”.

La Confagricoltura, intanto, ha confermato le gravissime perdite che il comparto sta subendo in questi giorni: a livello nazionale, le consegne ai punti vendita della GDO ammontano a circa il 60 per cento del quantitativo medio abituale di prodotti deperibili, come carne, ortofrutta, formaggi. In altre parole, un calo del 40 per cento dovuto ai blocchi stradali di questi giorni, che impedivano agli agricoltori di trasferire le loro produzioni dalle aziende ai mercati e, in molti casi, anche alle aree di stoccaggio dotate di celle frigorifere. Mancate vendite e mancati guadagni che si ripercuotono direttamente sulle imprese agricole, la cui produzione sta deperendo fino a dover essere distrutta, oltretutto con gravi problemi e costi di smaltimento. Inoltre, a causa di questa situazione, sono sospese molte attività che impegnano manodopera stagionale, come la maggior parte delle operazioni di raccolta. Un fatto che ha gravi ripercussioni sui lavoratori: Confagricoltura infatti stima che, dall’inizio dei blocco dei Tir, la perdita complessiva superi le 500 mila giornate di lavoro, pari a 30 milioni di euro di retribuzione, più di 3 milioni al giorno.

Cifre drammatiche a cui si aggiungono quelle fornite dalla Coldiretti sulle persone che in questi giorni di agitazione non hanno potuto lavorare. “Sono almeno centomila i lavoratori impegnati nella raccolta, nel confezionamento, nel magazzinaggio e nella trasformazione dei prodotti alimentari deperibili, come fiori, frutta e verdura, che non hanno potuto recarsi al lavoro a causa del blocco alla circolazione provocato dallo sciopero dei Tir, che non ha fermato purtroppo soltanto la Fiat” ha detto il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, sottolineando che “al danno economico, salito a 150 milioni per l’agroalimentare Made in Italy, si aggiunge quello occupazionale che colpisce particolarmente giovani ed immigrati. Il blocco – ha precisato Marini – coinvolge ogni giorno circa 50 mila tonnellate di prodotti alimentari deperibili che rischiano di essere buttati perchè rimangono fermi nei camion, nei campi, nelle stalle e nei magazzini delle industrie e dei mercati generali dove non c’è più lavoro”.

CALABRIA – Sono ancora fermi i tir in corrispondenza degli svincoli dell’A3 Salerno-Reggio Calabria, sulla statale 106, all’imbocco della strada Ionio-Tirreno e all’altezza di Grotteria Mare. Mezzi pesanti parcheggiati anche sulla statale 18, a Scalea, Tortora e Guardia Piemontese, nel cosentino e, nel catanzarese, a Settingiano sulla statale 280 Catanzaro-Lamezia e a Botricello. Situazione invariata rispetto ai giorni scorsi anche agli imbarcaderi di Villa San Giovanni. Si fa sempre più critica la situazione per quanto riguarda l’approvvigionamento da parte di negozi e supermercati di prodotti alimentari di prima necessità come latte, farina e uova.

Al quarto giorno di sciopero, in Calabria i distributori sono rimasti ormai senza carburante. La penuria di gasolio e benzina, da nord a sud della regione, riguarda sia la rete autostradale che le stazioni di servizio urbane e della rete stradale ordinaria. “Al momento – dice Antonino Pedà, presidente regionale della federazione gestori degli impianti stradali che aderisce a Confcommercio – la situazione è questa. Si spera in uno sblocco della situazione nelle prossime ore. Da parte delle società petrolifere c’è la massima disponibilità a venire incontro alle esigenze dei gestori e a rifornire nel giro di poche ore. Per quanto riguarda la provincia di Reggio Calabria abbiamo da tre giorni sollevato la questione inviando dei telegrammi al Prefetto, senza però ottenere fino ad ora alcuna risposta”. “Abbiamo notizia – aggiunge Pedà – che da Vibo Valentia una prima autocisterna con 35 mila litri dovrebbe partire a breve per rifornire la stazione di servizio di Cosenza est scortata dalla forza pubblica. Speriamo che la cosa si possa ripetere anche per le altre strutture delle altre province della regione”. E come conseguenza diretta dei blocchi attuati dagli autotrasportatori, Coca-Cola Hbc Italia annuncia di essere stata costretta a fermare la produzione negli impianti di produzione di Marcianise, in provincia di Caserta, e a Rionero in Vulture, in provincia di Potenza.

PUGLIA – Quattro camionisti sono stati sottoposti a fermo dalla polizia a Trani: le accuse per loro parlano di violenza privata aggravata e continuata. Ieri, secondo quanto comunicato dagli inquirenti, nei pressi del casello autostradale di Andria due Tir sono stati costretti a fermarsi perché inseguiti e poi bloccati da due autovetture di grossa cilindrata, una delle quali, mettendosi di traverso, ha bloccato la strada. A bordo delle auto c’erano alcune persone che hanno minacciato gli autisti, intimandogli di non proseguire la corsa. Ma i malcapitati avevano già allertato telefonicamente il “113” e nel giro di pochi minuti sono sopraggiunte le pattuglie della polizia stradale, che sono riuscite a bloccare una delle due auto, con a bordo quattro persone. Trattasi di autotrasportatori della zona e sulla loro vettura sono stati anche scoperti chiodi a “quattro punte”, del tipo utilizzati dai contrabbandieri e dai rapinatori per forare i pneumatici di eventuali inseguitori.

Nel frattempo, sono stati rimossi i presidi in tutta la provincia di Bari. Sono tre i mezzi ancora in sosta nell’area di servizio ‘Gallo’, sulla 231 in agro di Canosa. Qualche manifestante continua a occupare le aree a ridosso dei caselli autostradali di Cerignola e San Severo, ma, secondo quanto riferito dalla polizia stradale, sarebbero in corso di rimozione. Non vengono segnalati disagi o presidi sulle strade statali 100 e 16. Ieri il prefetto di Bari, Mario Tafaro, ha emesso una ordinanza con la quale vengono vietati, “con effetto immediato” e fino a domani, “assembramenti non autorizzati di automezzi lungo tutta la rete stradale ed autostradale della provincia”.

SICILIA – Controlli a raffica nella provincia di Palermo sui prezzi dei generi alimentari per prevenire manovre speculative dopo i blocchi dei padroncini e dei ‘forconi’ che per oltre cinque giorni hanno paralizzato la Sicilia. Riscontrate violazioni e la presenza di cibo scaduto. Tra lunedì e ieri sono stati controllati nel complesso 144 punti di vendita e documentati 34 casi di mancata esposizione di prezzi.

LAZIO – Lo sciopero dei tir ha provocato il terzo giorno consecutivo di fermo della produzione allo stabilimento della Fiat di Piedimonte San Germano, nel frusinate (stessa cosa Melfi, Cassino, Pomigliano, Mirafiori e la Sevel, che saranno fermi anche oggi tutto il giorno a causa dello sciopero degli autotrasportatori), dove l’attività non riprenderà neanche al secondo turno. Il fermo dipende dalla mancata consegna dei componenti da assemblare nelle linee di produzione. Oggi è saltato il primo turno di lavoro su decisione dell’azienda. E molti distributori di carburante a Roma sono sottoposti a controlli da parte della Guardia di Finanza: sono scattati dopo i giorni di protesta e sciopero degli autotrasportatori e sono finalizzati a monitorare il prezzo dei carburanti.

VENETO – Gli agricoltori della Coldiretti hanno lasciato le campagne per portare la frutta e verdura invenduta sul Canal Grande a Venezia. La frutta e verdura che non riesce a raggiungere mercati e supermarket viene regalata ai pensionati e alle famiglie bisognose, per aiutarle in un momento di crisi, ma anche per denunciare la grande contraddizione causata dallo sciopero. Da una parte, infatti, sottolinea Coldiretti, circa 50mila tonnellate al giorno di prodotti deperibili rischiano di essere gettate con gravi danni per gli agricoltori, mentre i consumatori non riescono a fare la spesa perché gli scaffali sono vuoti e sui prezzi ci sono speculazioni con aumenti del 40 per cento. La mobilitazione ‘Coraggio Italia!’ degli agricoltori si è estesa anche in Calabria, a Reggio, Cosenza e Lamezia Terme con la distribuzione gratuita di beni di prima necessità, ma anche alle porte di Torino dove a Moncalieri la Coldiretti è intervenuta in soccorso dei più bisognosi presso il Banco alimentare perchè non arrivano neanche le consegne per beneficienza.

CAMPANIA – Proseguono i presidi degli autotrasportatori agli svincoli della Salerno-Reggio Calabria in territorio campano. Assembramenti di automezzi sono segnalati alle uscite del tratto salernitano di Battipaglia, Eboli, Sicignano degli Alburni e Atena Lucana. I mezzi pesanti non intralciano la circolazione e non vengono segnalati disagi per i veicoli in transito. Nella tarda mattinata di ieri era invece stato tolto il presidio ai caselli della A/30 di Mercato San Severino (Salerno). Nessun blocco, inoltre, all’ingresso del casello autostradale Napoli Nord né tantomeno a quelli di Caserta Nord. Rimossi i mezzi già nella giornata di ieri, gli autisti hanno tolto anche i presidi. Sul posto resta, però, un ingente schieramento di forze dell’ordine. Scarso il traffico lungo il tratto autostradale Napoli – Caserta. Viaggiano anche alcuni tir e delle cisterne con carburante scortate dalle forze dell’ordine.

Ed è proprio sulla questione del carburante che si concentrano le forze dell’ordine, con la Guardia di finanza di Caserta che ha sequestrato un impianto di distribuzione di carburante (gasolio per autotrazione) di un deposito commerciale di oli minerali di Caiazzo. I finanzieri, insospettiti dal notevole traffico di autoveicoli nei pressi del deposito, sono intervenuti per verificare la regolarità della vendita, scoprendo che l’impianto, autorizzato esclusivamente alla vendita dei prodotti petroliferi a soggetti titolari di partita Iva, effettuava rifornimento a privati con una colonnina di erogazione completamente abusiva. Inoltre, il titolare praticava un prezzo inferiore a quello di mercato. Sigilli dunque alla colonnina, a un braccio di carico carburanti, a un deposito interrato della capacità di 50 metri cubi e oltre che a 9mila litri di gasolio per autotrazione.

Lunghe code, a Napoli, ai distributori di benzina che ieri sono stati riforniti di carburante. Le prime autocisterne hanno riempito i serbatoi di alcuni distributori in città e in provincia, oggi presi d’assalto da auto e moto per la paura di rimanere a secco. In tangenziale, a Napoli, lunghe file, questa mattina, erano presenti al distributore dell’uscita Doganella: le auto in attesa occupavano anche parte della carreggiata, determinando il rallentamento del traffico. Più avanti, all’altezza dell’uscita Capodimonte, una ventina tra auto e moto era in attesa di poter fare rifornimento. Un cartello segnalatore, poco prima dell’uscita di Fuorigrotta, indica agli automobilisti che il distributore di Pozzuoli, sempre in tangenziale, “non eroga carburanti”. Non va meglio in città dove alcuni distributori sono ancora chiusi, in attesa delle autocisterne, mentre quelli riforniti ieri hanno lunghe code. E criticità, a Napoli, si stanno verificando anche per la raccolta dei rifiuti: sono seicento le tonnellate di spazzatura non raccolta e 50 gli autocompattatori in coda, in attesa di scaricare negli impianti.

TOSCANA – Presidi di autisti e tir si registrano in particolare lungo la strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno e lungo le autostrade A12 e A11. Il numero più consistente di tir è riunito a Livorno, nella zona industriale, lungo la vecchia Aurelia, a nord della città, e ai varchi del porto: in tutto i camion sono circa un centinaio distribuiti in varie zone. Non sono più presenti tir nell’area alla fine della Fi-Pi-Li che porta alla Darsena Toscana del porto. Restano invece una trentina di autoarticolati parcheggiati lungo le strade che collegano al porto di Carrara. All’uscita della Fi-Pi-Li a Pontedera un presidio è formato da circa 20 tir: vengono fermati i camion, mentre le auto proseguono la marcia. Sull’A11 Firenze-Mare circa 30 mezzi pesanti sono fermi fuori dal casello di Altopascio, mentre sull’A12 Genova-Rosignano si registrano presenze di manifestanti alle uscite di Viareggio (circa 30 autoarticolati), Versilia (7) e Carrara (10).

La prefettura di Lucca, invece, d’accordo con le categorie degli esercenti, ha deciso di organizzare staffette e distributori dedicati per rifornire mezzi delle forze dell’ordine e di soccorso. Il prefetto Alessio Giuffrida insieme a Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna e forze dell’ordine hanno individuato una serie di distributori con scorte di carburante per le emergenze. In caso di bisogno, le autocisterne che li riforniscono saranno scortate fino ai depositi di Livorno.

PIEMONTE – Sono stati definitivamente rimossi tutti i blocchi stradali e i presidi organizzati dagli autotrasportatori che nei giorni scorsi hanno protestato contro le misure del Governo. Il traffico – si è saputo dalla Polizia stradale – è ora regolare su tutta la rete. Nessun provvedimento è stato preso nei confronti dell’autotrasportatore che, ieri mattina, ha investito un collega nel corso di uno dei blocchi, a Carmagnola (Torino), causandogli la frattura di una gamba.

LIGURIA – Manifestazione con corteo di una ventina di tir alla Spezia. I camionisti aderenti a ‘Trasportounito’ della Fiap e ad altre sigle sono partiti dal varco portuale degli stagnoni verso le 10 e percorrendo le vie del centro raggiungeranno la Prefettura per incontrare il Prefetto Giuseppe Forlani. Al momento non si registrano disordini e blocchi.