Cronaca

Pakistan, rapito Giovanni Lo Porto<br>cooperante italiano di una ong tedesca

Sequestrato con lui anche un operatore della stessa organizzazione, sul posto per aiutare le popolazioni alluvionate. I due sono stati portati via in macchina da quattro uomini armati che li hanno fatto vestire con il tipico abito Pakistano il Shalwar Kameez. La Farnesina: "Già attivati tutti i canali utili per risolvere la situazione"

Il siciliano Giovanni Lo Porto e un altro cooperante olandese sono stati rapiti in Pakistan. I due sono stati sequestrati a Multan, nella provincia centro-occidentale del Punjab, mentre stavano lavorando per la ong teutonica Welthungerhilfe, che aiuta le popolazioni colpite dalle inondazioni nel sud della provincia. I due operatori sono stati identificati dalle fonti di polizia: si tratta del 45enne direttore olandese dell’ufficio della ong, Bernd Johannes, e del 36enne italiano, Giovanni Lo Porto, amministratore dalla organizzazione non governativa, che era arrivato da poco in Pakistan. Sono stati portati via da quattro uomini incappucciati e armati, che hanno caricato i due cooperanti su un’automobile poi direttasi verso una destinazione sconosciuta. I rapitori hanno puntato una pistola al volto dei cooperanti e li hanno costretti ad indossare il Shalwar Kameez, l’abito nazionale pachistano.

Secondo le fonti di polizia, non è escluso che gli operatori siano stati prelevati da agenti dell’intelligence per interrogarli. La polizia, comunque, si è già organizzata per isolare la zona intorno a Multan e controllare tutte le auto in uscita.

La Farnesina ha comunicato che non appena ricevuta la notizia l’Unità di crisi del ministero degli Esteri ha immediatamente attivato tutti i canali utili per seguire da vicino la vicenda. Il ministro Giulio Terzi ha chiesto di essere costantemente informato sugli sviluppi del caso, annunciando di essere in continuo contatto con la famiglia del rapito. “Analogamente alla condotta tenuta in passato per analoghi casi – ha scritto la Farnesina – ci si atterrà ad una linea di riserbo, per la quale ci si appella alla collaborazione degli organi di informazione allo scopo di non compromettere gli sforzi per giungere alla liberazione del nostro connazionale”. Lo Porto è nato a Palermo, si è laureato alla London metropolitan University e alla Thames Valley University. Prima di collaborare con l’ong tedesca Welthehungerhilfe ha lavorato in qualità di ‘project manager’ con il Gruppo Volontario Civile, con Cesvi Fondazione Onslus, Coopi- Cooperazione Internazionale.

La Welthehungerhilfe è un’organizzazione umanitaria privata, senza scopo di lucro, politicamente indipendente e non legata ad una denominazione religiosa. Fondata nel 1962, in questi 50 anni la ong ha seguito 5500 progetti in oltre 70 Paesi con uno stanziamento generale di 1,9 miliardi di euro. “Noi forniamo aiuto a vari livelli, da interventi di emergenza immediati dopo disastri a progetti a lungo termine portati avanti in collaborazione con partner locali”, si legge sul sito della ong, che opera sotto il patronato della presidenza tedesca. Membro di Alliance2015, un network di organizzazioni umanitarie europee, la Welthungerhilfe ha avuto nel 2009 un budget di 143,5 milioni di euro, 31,9 ricevuti da donazioni private, il resto da sovvenzioni pubbliche, comprese quelle del World Food Programme, dell’Unione Europea e del ministero tedesco per la cooperazione economica e lo sviluppo.