Cronaca

Duplice omicidio a Roma: la Procura<br/>ha emesso due provvedimenti di fermo

Durante una conferenza stampa, gli inquirenti hanno confermato che sono alla ricerca di due giovani magrebini di circa 30 anni, individuati grazie all'ausilio dell'esame del dna sui caschi utilizzati nella rapina

La Procura della Repubblica di Roma ha emesso due decreti di fermo nei confronti di altrettanti cittadini maghrebini identificati quali responsabili del duplice delitto del 31enne imprenditore cinese Zhou Zeng e della figlioletta di pochi mesi. I provvedimenti sono firmati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal pm Maria Teresa Gregori. Contemporaneamente, gli inquirenti hanno reso noto che l’indagine è a rischio a causa della fuga di notizie.

Lo hanno reso noto gli inquirenti della Procura e dai carabinieri di Roma nel corso di una conferenza stampa – alla quale hanno partecipato il procuratore vicario Giancarlo Capaldo, il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Maria Teresa Gregori insieme con gli ufficiali dei carabinieri Maurizio Mezzavilla (comandante provinciale di Roma) e Salvatore Cagnazzo – in cui è stata annunciata l’identificazione dei due killer, entrambi maghrebini di circa 30 anni e che sono attualmente ricercati su tutto il territorio nazionale e anche all’estero. Per gli inquirenti, del resto, “il quadro probatorio è completo” e per l’identificazione dei due “è stato determinante l’esame del dna”.

“Non possiamo escludere che la propalazione di notizie di questi giorni abbia contribuito ad agevolare la fuga dei due ricercati – ha detto Maurizio Mezzavilla, comandante provinciale dei carabinieri – Avevamo chiesto a tutti di pazientare 48-72 ore, ma evidentemente non è stato possibile. Ora chiediamo di poter lavorare in serenità: l’indagine è delicata perché mette in gioco la credibilità del nostro Paese nei rapporti con la Cina”. I due magrebini risultano senza fissa dimora e allo stato delle indagini non trova conferma l’ipotesi che dietro agli autori del duplice omicidio ci sia un basista.

I provvedimenti della Procura arrivano a cinque giorni dal duplice omicidio di Torpignattara e confermano come il cerchio intorno ai due esecutori materiali della rapina sia vicino alla chiusura. Resta il compito più difficile, ovvero quello di assicurare i malviventi alla giustizia, obiettivo reso complicato proprio dal rincorrersi delle indiscrezioni sull’indagine, circostanza che potrebbe aver spinto i responsabili del grave fatto di sangue ad una fuga repentina dalla capitale. In tal senso, tuttavia, con il decreto di fermo le forze dell’ordine potranno ricercare e individuare i due anche al di fuori dei confini nazionali.

Nella conferenza stampa, inoltre, gli inquirenti hanno sostanzialmente confermato la maggior parte delle indiscrezioni circolate, tra cui anche la balistica della sparatoria, con un unico proiettile sparato dagli aggressori che ha colpito la bambina Joy trapassandola e finendo poi sullo sterno del padre Zhou Zeng. Per gli investigatori, inoltre, si tratta di una rapina degenerata che ha determinato l’immediato impegno di 120 carabinieri. Questi ultimi hanno ispezionato 35 appartamenti della zona, ritrovato i caschi, lo scooter e la borsa contenente i 16mila euro e un’altra borsa contenente documenti e oggetti della bambina.