Cronaca

Tremaglia, in morte <br>del ragazzo di Salò

Di me voglio che si dica: era fatto per i tempi duri e difficili, era fatto per seminare e non per raccogliere, era fatto per dare e non per prendere. Vorrei tanto che, quando non ci sarò più, si dicesse di me quello che Dante disse di Virgilio: facesti come colui che cammina di notte, e porta un lume dietro di sé, e con quel lume non aiuta se stesso. Egli cammina al buio, si apre la strada nel buio ma dietro di sé illumina gli altri”. Mirko Tremaglia l’epitaffio che desiderava l’aveva dettato dal palco della costituente di Futuro e Libertà lo scorso febbraio a Milano. E come ennesimo atto di coerenza con le sue idee politiche aveva pescato nella migliore tradizione del Movimento sociale: quelle parole infatti erano state pronunciate da Giorgio Almirante.

Ora che il ragazzo di Salò se n’è andato, morto nella sua Bergamo a 85 anni, la destra italiana ha un altro padre nobile da commemorare e il Paese un “grande uomo e un punto di riferimento importante” da ricordare. E le parole questa volta non sono pescate negli impolverati armadi missini. Non sono di Gianfranco Fini, che agli occhi di Tremaglia ha avuto il merito di restituire con Futuro e Libertà dignità alla loro comune storia politica soffocata (“per un tremendo errore”) nel Pdl; né sono quelle di Ignazio La Russa, che insieme al fratello Romano è cresciuto in Alleanza Nazionale con Marzio Tremaglia (il figlio di Mirko scomparso ad appena 42 anni). Sono di Antonio Di Pietro: “Ricordo con orgoglio, ammirazione e affetto Mirko Tremaglia, che mi è stato vicino nei momenti più importanti della mia vita, sia quando facevo il magistrato sia quando ho fatto politica. L’ho sempre rispettato e ammirato perché è stato un uomo senza tentennamenti, un uomo che ha servito il paese, che non ha mai tradito le sue idee né i suoi ideali”.

Il leader dell’Italia dei Valori ha voluto partecipare ai funerali a Bergamo. Il corteo è partito dalla storica sede cittadina di An, dove venerdì era stata allestita la camera ardente, e ha raggiunto il Comune per il rito civile. Ci sono i ragazzi di Azione Giovani, che da giorni montano la guardia due alla volta come vuole la tradizione del Movimento sociale. Ci sono le bandiere tricolore e le camicie nere. Aquile, fasci littori e qualche saluto romano. Ma passano quasi inosservati. Come la presenza di Di Pietro. Del resto era questo il mondo di Tremaglia. Nei mesi estivi, passando fuori casa sua (una villetta vicino agli ospedali Riuniti dove viveva da sempre) capita di sentire qualche vecchia canzone del ventennio gracchiare su un giradischi sicuramente altrettanto superato. E nello studio al pian terreno, in bella mostra, ci sono i cimeli di una vita intera consumata sempre dalla stessa parte. Per alcuni era la parte sbagliata, per altri quella giusta. Per lui l’unica possibile.