Emilia Romagna

L’alluvione dei luoghi comuni

Ed ecco una nuova alluvione in Liguria. Nel marasma di parole che si susseguono, ce ne sono tre che da buon romagnolo non ho ancora letto, né sentito: “consorzi di bonifica”. Perché? Perché in Liguria non esistono.

Eppure sembra che questo dettaglio non interessi a nessuno. Meglio la solita caccia alle streghe, quella che accompagna il valzer delle catastrofi italiane solo ed esclusivamente quando ci scappa il morto. Non è una novità che gli stranieri non comprendano la nostra politica, forse perché rifiutano di prendere in considerazione l’unica risposta: gli italiani sono i primi a disinteressarsi dei propri problemi.

Oggi la colpa è del sindaco di Genova. Non di chi per cent’anni ha tombinato i fossi. Non di chi per cent’anni ha tutelato gli argini dei fiumi. Non di chi per cent’anni ha terrazzato le montagne. Non di chi, per cent’anni, ha siglato i piani urbanistici (per arrivare a far dire a Silvio Berlusconi che “si è costruito là dove non si doveva costruire”, bisogna averla fatta veramente grossa). La colpa dunque è del sindaco. Perché il problema diventa “chiudere le scuole se piove troppo”, e non “fare in modo che le scuole non debbano chiudere se piove troppo”. E allora mandiamolo a casa, questo sindaco, e torniamo in pace alle nostre faccende, in attesa della prossima alluvione. Facciamola facile anche questa volta: Piove? “Governo ladro”… e gli italiani? “Brava gente”, ovviamente.