Politica

Fini: “Premier non più credibile all’estero”<br>Montezemolo: “Governo di salute pubblica”

Il presidente della Camera auspica un nuovo Esecutivo, guidato "da chi ha vinto le elezioni" ma con un altro presidente del Consiglio, mentre il leader di Italia Futura delinea la ricetta per la ripresa dell'Italia: lavoro, pensioni, costi della politica, liberalizzazioni e un'imposta permanente sulle grandi fortune

Scelgono le colonne di due giornali per esprimersi: uno è il presidente della Camera Gianfranco Fini, che intervistato sul Messaggero, sottolinea la sfiducia internazionale nei confronti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Non c’è sfiducia nei confronti del sistema Italia, ma nei confronti di chi regge le sorti del governo. Il semplice fatto che Tremonti si sia completamente defilato dalla partita con Bruxelles e che quella lettera d’impegni sia stata firmata dal solo presidente del Consiglio“, rappresenta secondo fini “un segno di assoluta discontinuità rispetto ai tre anni precedenti. Squilibrio c’era prima, squilibrio c’è ora”. Sull’allarme lanciato dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il presidente della Camera dice: “Tenere alta la guardia contro il terrorismo è impegno di tutti, ma se Sacconi non ha qualche elemento più concreto le sue parole sono gravi”. Infine, sul patto di legislatura ipotizzato dal segretario del Pd Pierluigi Bersani col Terzo Polo, Fini afferma che “le ultime legislature hanno dimostrato che ci si deve mettere insieme per fare qualcosa non contro, o non si va da nessuna parte”, e auspica per i prossimi tre mesi “un nuovo esecutivo, con una maggioranza che inevitabilmente deve essere composta da chi ha vinto le elezioni con un altro presidente del Consiglio, allargata a tutti coloro che condividono quelle due o tre riforme indifferibili da qui alla fine della legislatura”.

Il presidente di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo, che in tanti vedono a un passo dalla politica, scrive al direttore di Repubblica denunciando la situazione economica del paese: “L’ingresso in campo del Fondo monetario internazionale e i rendimenti dei Btp al 6 per cento, indicano che siamo ormai al punto di non ritorno. Non c’è più un minuto da perdere. Sono in gioco i risparmi degli italiani, la tenuta sociale e la permanenza dell’Italia nel sistema dell’Euro”. Durante il fine settimana il rendimento dei Btp italiani era schizzato infatti al 6,06%, con una crescita notevole rispetto al mese di settembre, raggiungendo il livello record dal lancio dell’euro. A questo si somma la tensione odierna sui mercati internazionali: lo spread tra il Btp e l’analogo bund tedesco balza a 392 punti, con l’interesse sul titolo decennale italiano che vola al 6,07%.

Per l’ex presidente di Confindustria da maggioranza e opposizione “non arrivano risposte adeguate”, così come la lettera all’Ue è “manifestamente insufficiente rispetto alla gravità della situazione”. Poi Montezemolo passa a indicare cinque misure da adottare subito, pena il rischio “esplosione” per l’Italia. In primo luogo la riduzione dei costi della politica, “partendo dal numero dei parlamentari, dall’abolizione delle province e degli altri enti inutili”, anche con una “patrimoniale sullo Stato”. Poi il lavoro, tema sul quale Montezemolo condivide la proposta Ichino: “Abolire i contratti a termine (mantenendo solo quelli fisiologici e stagionali), sostituendoli con un contratto unico, che consenta il licenziamento per motivi economici o organizzativi, ma che protegga il lavoratore dalle discriminazioni”. Prioritario, per il Paese, è poi tornare a essere produttivo e quindi per il presidente della Ferrari “non possiamo più permetterci di avere un fisco che premia rendite e patrimoni”. In questa direzione, spiega, “con l’introduzione di una imposta permanente sulle grandi fortune e l’abolizione degli incentivi alle imprese si potrebbe tagliare in maniera radicale l’Irap”, mentre “vincolando per legge i proventi della lotta all’ evasione alla diminuzione dell’Irpef, ad iniziare dai redditi medi e bassi, si creerebbero le condizioni per un positivo conflitto di interessi tra chi paga e chi evade”. Quarto intervento sulle pensioni, “abolendo quelle di anzianità e passando ad un sistema interamente contributivo”. Infine le liberalizzazioni.

Questi gli antidoti a parere di Montezemolo, che però non nutre fiducia nell’attuale classe dirigente: “sappiamo che nessuno dei due schieramenti porterà avanti questa agenda”. Tuttavia, aggiunge, “dentro la destra e la sinistra stanno emergendo forze che spingono per un rinnovamento vero del proprio schieramento”. Sulla fine della carriera politica di Berlusconi, Montezemolo è categorico: “Se il presidente del Consiglio continuerà ad anteporre le proprie ambizioni al bene dell’Italia e se la sua maggioranza lo asseconderà in questa pericolosa scelta, si concluderà nel peggiore dei modi un percorso politico che ha ombre e luci, ma che non merita di affondare nello spirito del ‘dopo di me il diluvio’”.