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Il viaggio in Italia di Marine Le Pen <br/> Tra Santanchè, Borghezio e la destra sociale

La candidata dell’estrema destra alle presidenziali francesi del 2012 arriva oggi nel nostro paese. Sarà a Verona per incontrare Massimo Mariotti. Domani tappa romana dove presenterà la sua autobiografia "Controccorrente"

Lo sdoganamento di Marine Le Pen, la candidata dell’estrema destra alle presidenziali francesi del 2012, passa anche attraverso Daniela Santanché. Oggi e domani la Le Pen sarà in Italia. Poi partirà per gli Stati Uniti: l’intraprendente figlia di Jean-Marie ci tiene a darsi un’allure internazionale. Ebbene, il momento clou sul suolo italico sarà rappresentato oggi alle 18, al Palazzo Mezanotte a Milano, dall’incontro con il nostro scintillante sottosegretario.

Un “dibattito aperto”, come viene definito dal programma. Le due donne (classe 1961 Daniela, 1968 Marine) condividono il patriottismo, l’aspirazione a un’Europa delle nazioni e i timori per l’immigrazione. Marine, con quel vocione che ricorda il padre, è nettamente meno vaporosa della collega italiana: più ruspante, all’Alessandra Mussolini, per intendersi. Entrambe, comunque, riescono a occupare qualsiasi spazio loro concesso dai media. A differenza del padre, ignorato perché imbarazzante, la figlia è presente ovunque, dalle tv alle riviste femminili, ben attenta a evitare le derive razziste e antisemite di Jean-Marie: intenta, appunto, a sdoganarsi. Basta metterle un microfono alla bocca e, come la Santanché, parla di tutto. Certe volte si arrischia in citazioni in latino (e le sbaglia: “E’ colpa dei professori che ho avuto al liceo, che non sapevano fare il loro lavoro») o confonde i nomi di illustri politici francesi («e ora volete frustarmi nella piazza pubblica?», sminuisce). Sta di fatto che il suo ragionamento politico è molto più studiato di quanto si potrebbe immaginare, grazie al contributo di Louis Aliot, numero due del suo partito, il Front national, e compagno nella vita. E’ un discorso semplice e pragmatico (basta con l’euro, basta con gli immigrati), che la piazzano da mesi intorno al 20% dei consensi previsti per il primo turno delle presidenziali.

Ma torniamo all’Italia, una vecchia conoscenza di Marine (dai tempi in cui accompagnava il padre a Roma a incontrare Giorgio Almirante). Nel viaggio al suo fianco ci sarà Mario Borghezio, che già l’aveva portata a Lampedusa sette mesi fa. Borghezio è molto apprezzato da certi (ristretti) ambienti di estrema destra, in particolare il Bloc identitaire, una formazione xenofoba esterna al Front, ma sostanzialmente amica, con un suo seguito soprattutto tra i giovani. Stamani a Verona Marine incontrerà anche Massimo Mariotti, capofila in loco di Destra sociale, che ha come referente Gianni Alemanno. A Roma, invece, domani, presenterà l’edizione italiana della sua autobiografia, “Controcorrente”, pubblicata dai “Libri del Borghese”. L’editore di questo giornale, Luciano Lucarini, è un altro dei riferimenti italiani della Le Pen, oltre a Fabio Torriero, che ha scritto la prefazione di Controcorrente. Giornalista, Torriero, già vicino a Gianfranco Fini, gira ora intorno alla galassia di Popolo e territorio, gli ex responsabili, scilipotiani e non. Insomma, Marine fa attenzione a navigare nella destra pura e dura, senza mai mescolarsi con Fini, il suo acerrimo nemico (alcune sue dichiarazioni sul personaggio: «E’ diventato un comunista», «E’ come tutte le malattie: finiscono»). Fini agli occhi dei Le Pen, padre e figlia, è uno sporco traditore della causa.

Non mancano, ovviamente, le contraddizioni. Torriello è lo stesso che ha curato l’edizione italiana di “Temoignage”, autobiografia di Nicolas Sarkozy, il nemico numero uno in patria della Le Pen (in parte si contendono gli stessi elettori). Anche l’alleanza con Berlusconi di tutti i suoi “amici” italiani, a cominciare dalla Santanché, dovrebbe un po’ imbarazzare Marine, che con il Cavaliere non è mai stata tenera, sebbene negli ultimi tempi i toni polemici si siano alquanto smorzati. Quanto al suo libro, si tratta ancora una volta di un abile tentativo di sdoganarsi e di mostrare il lato umano di una vera donna di destra. Vi si narra del suo choc quando, da bambina, fecero saltare l’appartamento dove viveva la sua famiglia (non si è mai capito chi sia stato, come non si è mai capito come Jean-Marie Le Pen sia riuscito ad assicurarsi subito dopo l’eredità di uno strano milionario francese, diventando ricchissimo: di questo, pero’, Marine non scrive). Oppure ricorda di quando andava a scuola e veniva emarginata in quanto figlia dell’orco Le Pen. Si’, povera Marine