Politica

Da Lupi a cani pastori

Neanche all’asilo d’infanzia. La maggioranza ormai è in tali difficoltà alla Camera da aver raggiunto livelli di ridicolo per tenere tutti i deputati in aula anche quando si votano cose che a loro non interessano affatto, il che accade sempre. Anche stamattina, dunque, grande ressa alla buvette, pienone in Transatlantico, vuoto pneumatico in aula, a parte qualche deputata con il rimmel in mano e qualche astuto collega che smanettava sull’iPad nella speranza – di certo – di intercettare il video di Belén di quando ancora le piaceva giocare sotto le lenzuola (e una telecamera davanti).

Così, si diceva, anche ieri mattina fuori dall’aula c’erano tutti, dentro nessuno. Eppure si votava la modifica dell’articolo 41 della Costituzione che i signori del Pdl vorrebbero trasformare in modo da aprire al liberismo più spinto (“tutto ciò che non è espressamente vietato deve considerasi consentito”) cambiando così alcune finalità sociali intrise nel testo, roba che poi potrebbe fare anche gioco dal punto di vista elettorale, ma niente, nessun cenno di interesse; meglio parlare delle imprese della Lazio e fare battutacce su un decreto sviluppo che non vedrà mai la luce oppure sogghignare pensando alla faccia di Bossi e ai suoi ministeri appena “asfaltati” dal Tribunale di Roma. Tutto, insomma, pur di non lavorare.

A un certo punto, però, è parso proprio di trovarsi in un mercato rionale romano piuttosto che in una sede istituzionale. E’ stato quando il vicepresidente della Camera, lo stimato ciellino Maurizio Lupi, un moderato con grandi appoggi nel mondo cattolico che lo proiettano verso un futuro più luminoso dell’attuale presente, si è visto costretto ad uscire dall’Aula per far rientrare il gregge di petulanti deputati pidiellini che ‘pascolavano’ senza far nulla mentre il tachimetro del faraonico stipendio parlamentare comunque avanzava sereno.

Ecco il suo richiamo alle pecorelle smarrite: ‘Forza, dentro che si vota!’. Supportato da altri deputati, tra cui Crosetto e Lainati,  ha assolto diligentemente il compito di ‘buttadentro’. Subito dopo, però, è stato più molesto. E, incurante della buona creanza, si è prodotto in un belluino ‘Michelaaaa!’ rivolto alla ministra Brambilla. Che è accorsa, di certo spaventata, traballando sui soliti tacchi vertiginosi con dietro mezzo governo di corsa. Scena di ordinaria disperazione per un esecutivo che, ormai, teme persino che l’influenza in arrivo per metà autunno possa falcidiare le già stanche e disinteressate presenze sul campo. Ormai si punta alla sopravvivenza quotidiana, dopo le novanta sconfitte dall’inizio della legislatura che, comunque, fanno presagire che il governo possa cadere davvero per la svista di qualcuno dei soliti  “fancazzisti” del Transatlantico.

La prossima settimana ricominceranno a discutere del ddl intercettazioni; sarà bello vedere quanti ‘buttadentro’ metterà in campo Berlusconi per evitare la sua nemesi perfetta: veder cadere il suo governo e il suo regno su una legge ad personam. E Lupi, c’è da giurarlo, si trasformerà ancora una volta in cane pastore. Di certo non di anime belle…