Piacere quotidiano

Il gusto del Piemonte e i vini che non hanno fretta di esprimersi

Nell’affannosa ricerca di vini autentici, oltre che buoni e unici, non si può omettere di visitare l’Antica Casa Vinicola Scarpa a Nizza Monferrato. Un baluardo stilistico che, oggi come vent’anni fa anni fa, ha scelto di mantenere sobrietà e finezza, oltre che giusti tempi di maturazione dei vini, nella baldoria di enologi e guide, o di vini frettolosi che sanno di legno più che d’uva. Del resto si riesce ancora seviziare le orecchie di molti quando si ripete che aspetti della vinificazione quale ad esempio la botte piccola o barricche “alterano il profilo organolettico e qualitativo di taluni vini” per citare il prof. Mario Fregoni.

L’azienda Scarpa produce vino maturandolo in botte grande sin dal 1854. Anzi produce vini, una varietà di vini che rappresenta al meglio le eccellenze del Piemonte: Freisa, Ruchè, Dolcetto, Brachetto, Nebbiolo, Barbaresco, Barolo. E e ovviamente, essendo in provincia di Asti, la Barbera.

Dal 2001 a guidare c’è Maria Piera Zola, che ha preso l’azienda dalle mani dello straordinario Mario Pesce, il quale è rimasto a far vino dagli anni Quaranta del secolo scorso fino alla sua morte nel 2004 (aveva 79 anni). Mario è stato per decenni uno dei difensori dell’identità e unicità del vino piemontese, uno che si stizziva a sentirsi definire produttore “tradizionale”, in quanto avverso alle dicotomie infantili della comunicazione. Aveva infatti viaggiato in Alsazia e Borgogna dopo la Seconda Guerra mondiale, sperimentando in vigna e in cantina (botti piccole incluse), per mantenere vivo il senso d’una “tradizione” che è fatta di ricerca e verifica. E già allora, prima d’ogni denominazione d’origine, aveva imbottigliato alla Scarpa vini etichettati come Barbera d’Asti, per distinguerli dalle Barbere giovani e frizzanti di altri produttori.

Le Barbere della Antica Casa Vinicola Scarpa infatti, sono di certo fra le migliori del Piemonte, oltre che fra le più longeve. Sono dissimili dalle altre Barbere prodotte a Nizza Monferrato (spesso alcoliche e legnose e surmature). E sono poste in commercio alcuni anni dopo la vendemmia, da uva non surmatura, che è invece non di rado usata da altri con l’idea di fare una Superbarbera: così sin dalla fine degli anni Ottanta con Giacomo Bologna e l’azienda Braida.

“Noi non crediamo in una Barbera surmatura” dice Maria Piera Zola “ma in una Barbera matura sia in pianta, sia all’uscita dalla cantina, e per questo la mettiamo in commercio anni dopo la vendemmia, perché si affini e arrotondi senza prodotti chimici. Io sono nata e cresciuta col culto del vino, che devo a un nonno francese. Così, quando ho avuto occasione di prendere l’azienda Scarpa, mi sono buttata nell’avventura lasciando il mio lavoro di consulente finanziario. Senza dubbio ho appreso molto da Mario Pesce e, proprio per onorare il suo spirito, non mi sono fermata a quanto aveva fatto lui. E, pur se in cantina c’è sempre il nipote di Mario, Carlo Castino (68 anni) che è in azienda da sempre, abbiamo restaurato la cantina, rinnovato le botti e ripreso tini di legno per una parte delle fermentazioni. Abbiamo inoltre fatto qualche vino più fresco e meno costoso, come il Rosso Scarpa, per avvicinare anche i giovani ai sapori autentici della nostra regione”.

L’Antica Casa Vinicola Scarpa ha 27 ettari in un’unica una proprietà, con vigne però tagliate dalla linea di confine fra astigiano e alessandrino. Sono esposte a sud-ovest, a 430 metri di altitudine, su versanti ad anfiteatro: uno più biancastro composto di calcare tufo e sabbia (dove è prodotto la Barbera Bogliona), e l’altro rossastro e più argilloso.

Per quanto l’azienda sia una non piccola realtà produttiva da circa 100.000 bottiglie l’anno, e per quanto acquisti uve per fare Nebbiolo e Barbaresco e Barolo da storici coltivatori, i vini sono tutti gustosi (non abbiamo assaggiato il bianco), oltre che caratteristici, e davvero longevi.

Rosso Scarpa 2008 è un assemblaggio di Dolcetto D’Acqui e Ruchè (due vitigni con genomi in comune) molto gradevole e facile da bere dopo “soli” 3 anni. È vinificato in acciaio. Costa 8 euro.

Rouchet (o Ruchè) cru Bricorossa 2007 (22 euro) ha l’inconfondibile naso floreale del vitigno omonimo che con gli anni diventa speziato. In bocca è lievemente più asciutto del Rosso ma ben fatto. Soprende l’assaggio del 2005, del 2003, e perfino di uno stravagante e buono 1996.

Brachetto secco “La Selva di Moirano” 2007 è un vino molto varietale e preciso, esemplare per demolire tutti i luoghi comuni sul Brachetto: a cominciare dal prezzo che è 25 euro.

Freisa secco “La Selva di Moirano” 2006 (15 euro) è una bella versione di Freisa non troppo asciutta o alcolica come quelle di altri produttori. E, se già trovare una Freisa buona è più che difficile, trovarla anche matura è singolare. Memorabile la 1999.

Barbera d’Asti Casa Scarpa 2007 è una bella Barbera succosa e fine, molto espressiva, da un’annata favorevole al vitigno. Si beve bene sia come aperitivo che a pasto. Costa 9 euro.

Barbera d’Asti “I Bricchi” 2006 è vino fresco e ampio (unica pecca un accenno di acidità volatile), di corpo e personalità, molto versatile con le pietanze. Costa 15 euro. L’annata 2001, più dolce e polposa, non delude. È ancora possibile comprarla a 24 euro.

Barbera “Bogliona” 2006 (ma anche la 2004) è un semplicemente un vino delizioso, dal naso fascinoso e profondo, in bocca è equilibrato e complesso. Spicca per carattere e rispecchia il territorio di origine. Da non perdere.

Nebbiolo d’Alba “Bric du Nota” 2007: fine e varietale, senza mancare di struttura, viene fatto con uve che provengono dal Roero ed è maturato per due anni in legno. Costa 14 euro

Albarossa “Selvarossa” 2006, dal vitigno Albarossa, cioè un incrocio fra Barbera e l’antico Nebbiolo di Dronero o Chatus (diverso dal Nebbiolo delle Langhe e coltivato ai piedi delle Alpi Marittime). Incrocio ottenuto nel 1938 dal celebre prof.Dalmasso. Vino dal colore denso e violaceo, alla bocca si caratterizza per freschezza e sapidità, senza mancare di corpo. Da tenere sott’occhio nei prossimi anni.

Il Barbaresco “Tettineive” 2006 (42 euro) ha profumi intensi e riconoscibili, elegante, ma saporoso e pieno. Tutto ciò che ci si aspetta da un Barbaresco. 2004, 2001 e 1988 non sono da meno.

Il Barolo Tettimorra 2005 (35 euro) è meno riuscito dell’ottimo 2004, a causa dell’annata, e anche del 2003, che è buono nonostante l’annata difficile. 1999 è molto buono e non teme i prossimi anni in bottiglia.

Antica Casa Vinicola SCARPA – Via Montegrappa, 6 – Nizza Monferrato (AT) – tel: 0141 721331 – www.scarpavini.it

*Contro la confusione di un paese che conta una decina di diverse guide vinicole, vi proporremo le aziende e i vini più rappresentativi di ogni regione. Vini d’ogni prezzo che preservano l’unicità del patrimonio vitivinicolo, gustativo e culturale italiano. Ogni volta sarà riportato il prezzo di cantina.