Politica

Calderoli: “Berlusconi ci ricattò sul Porcellum, con Casini e Fini”. Ma non spiega come

Il ministro leghista, intervistato dal Tg1, evoca oscuri retroscena sulla legge elettorale che ha determinato la scelta di due parlamenti, nel 2006 e nel 2008. Non aggiunge alcun dettaglio, e il giornalista si guarda bene dal chiederglielo. Pisapia: "Non racconti balle, la sinistra si oppose in ogni modo". Casini: "Votare subito"

Gli italiani hanno scelto il loro parlamento per due legislature con una legge elettorale frutto di ricatto. Un ricatto tutto interno al centrodestra. Lo afferma Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione e “padre” della legge che lui stesso definì “una porcata”, varata in fretta e furia dalla maggioranza berlusconiana il 13 ottobre 2005, in vista delle politiche dell’anno dopo, nel tentativo di tamponare il previsto bagno di sangue. Il “Porcellum” aboliva i collegi uninominali e tornava al vecchio sistema proporzionale, con in più il premio di maggioranza e le liste bloccate, che toglievano all’elettore la possibilità di esprimere una preferenza.

“La Lega e il sottoscritto erano a favore del Mattarellum”, afferma Calderoli al Tg1, riferendosi alla legge elettorale riproposta ora dal referendum (qui il brano del Tg1 delle 13,30), ma “fummo ricattati da Casini e dall’Udc per introdurre un sistema proporzionale, da Fini che voleva le liste bloccate e Berlusconi che voleva il premio di maggioranza”. E la sinistra, continua il ministro, dette la sua “collaborazione non dicendo nulla”.

Qual era la materia del ricatto? Calderoli non lo dice e, incredibilmente, il conduttore del Tg1 non fa una piega e continua l’intervista come se niente fosse, senza chiedere conto al ministro delle sue gravi affermazioni.

Per il Pd reagisce Davide Zoggia, responsabile per gli Enti locali ”La Lega in caduta libera prima di tutto presso i suoi elettori ormai non sa più a che alibi votarsi: Calderoli che oggi si rimangia il suo Porcellum e piagnucola su fantomatici ricatti è l’immagine più patetica di questo inesorabile tramonto”.

Insolitamente piccata è la reazione di Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, che oggi milita in Sel e nella legislatura “incriminata” era deputato di Rifondazione comunista. In un comunicato dal titolo “Calderoli non racconti balle”, Pisapia afferma che “il ministro Calderoli, la Lega e l’intero centrodestra sono gli unici responsabili dell’approvazione dell’attuale legge elettorale che toglie di fatto ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento”.  Durante l’iter d’approvazione della legge, “definita dal suo stesso ideatore una porcata”, continua, “tutta la sinistra ha manifestato il suo profondo dissenso e forte opposizione in tutte le sedi. Basterebbe semplicemente rivedere i lavori parlamentari per constatare come Calderoli abbia fatto dichiarazioni in netto contrasto con la realtà e avere la conferma che la sinistra non si sia affatto limitata a tacere”.

Pier Ferdinando Casini glissa sul presunto ricatto, nonostante Calderoli lo additi come il principale responsabile, ma va dritto a chiedere le elezioni anticipate, con il Porcellum: “Con una maggioranza come questa, in stato confusionale, fare una legge elettorale seria e condivisa è come scalare l’Everest a piedi nudi. Molto meglio dare la parola ai cittadini, che è sempre un grande fattore di democrazia”, scrive sul suo blog. Quando poi si dovrà affrontare la riforma, continua Casini, “la mia posizione sulla legge elettorale è chiarissima. Sono per il sistema proporzionale tedesco e non ho alcuna nostalgia per le ammucchiate né per le decine di minipartiti dell’epoca del Mattarellum”.