Cronaca

Perugia-Assisi, migliaia alla marcia della pace <br> Vendola: “Tagliamo le spese militari”

Rosy Bindi: "Lavoriamo per le dimissioni del governo". Presenti anche Angelo Bonelli dei Verdi, il segretario Cgil Paolo Ferrero. E i familiari di Francesco Azzarà, il volontario di Emergency rapito in Darfur

Nonostante i suoi 50 anni, la Perugia-Assisi continua a esercitare un forte fascino, almeno in termini di partecipazione che anche quest’anno è altissima. Partenza come di consueto dall’Arco di S.Girolamo nel capoluogo umbro per la lunga marcia della pace. In testa al corteo, composto da decine di migliaia di persone, molti gonfaloni di enti locali in compagnia di tantissimi striscioni di associazioni. Presenti anche i familiari di Francesco Azzarà, l’operatore di Emergency rapito in sud Sudan nello scorso ferragosto. Assieme al mondo dell’associazionismo pacifista anche qualche esponente politico, come il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli e la democratica Rosy Bindi. E poi il leader di Sel Nichi Vendola, che, a proposito di pace e guerra, dice come occorra “rompere il tabù dell’intangibilità delle spese militari”. Specie in tempi di crisi, per il governatore della Puglia, “è insopportabile un Paese in cui è normale tagliare i diritti sociali, intervenire in maniera pesantissima sull’esercizio del diritto alla salute, alla previdenza, all’istruzione, mentre le spese militari non si possono toccare”. Il leader di Sel infine sottolinea che “siccome la crisi è generata anche da una produzione della ricchezza legata ad apparati industriali e militari, noi dobbiamo porre con grande forza come via di uscita dalla crisi, l’uscita da un modello di guerra”.

Rosy Bindi punta invece l’attenzione su “crescita, lavoro, ed equità”, temi da riportare al centro del dibattito politico, anche se “il bene più importante, come dimostra la partecipazione fedele e costante di giovani, associazioni ed enti locali”, è proprio la pace. La marcia è il segnale, ha aggiunto la Bindi, che “ci sono popoli che si liberano e che vogliono liberarsi”, e il governo dovrebbe “pensare innanzi tutto ai cambiamenti di questa sfida internazionale”. Invece, “noi avvertiamo la nostra marginalizzazione, una mancanza di politica estera e la perdita di dignità nel contesto internazionale”. E per questo, conclude, “noi continueremo a lavorare perchè si arrivi alle dimissioni del governo e si apra una nuova stagione. La nostra presenza qui oggi come Pd significa che ci sono forze politiche che possono rappresentare l’alternativa”.

Tra i simboli di questa edizione, un trattore con un mappamondo, in ricordo di quello dei fratelli Cervi, i sette contadini trucidati dai nazi-fascisti nel 1943, e una barca per ricordare le 1500 persone che da marzo ad oggi hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per raggiungere le nostre coste.

Nel 1961 la prima marcia fu ideata e organizzata dal filosofo della non violenza Aldo Capitini. “Il suo messaggio di pace – dice il leader del Pd Pierluigi Bersani – è più attuale che mai. Fame, povertà, violazione dei diritti umani, negato accesso alle cure mediche, respingimenti e forme di discriminazione sono ‘assenza di pace’ tanto quanto in passato lo sono stati i conflitti armati tra Stati e dentro gli Stati”.

Nella mozione finale stilata dopo l’arrivo del corteo ad Assisi, diverse proposte tra cui un lavoro dignitoso per tutti, investimenti su educazione dei giovani e loro ingresso nel mercato del lavoro,’disarmo’ della finanza e costruzione di un’economia di giustizia. Poi ripudio della guerra e taglio delle spese militari.