Emilia Romagna

Crisi reale, crisi percepita

Nell’immaginario collettivo benestante bolognese, il mendicante è visto spesso come una persona ricca, furba e disonesta.
Ad essa viene associata la figura vincente di Angelo, quello del mantra “Aiutami signore che sono messo male”, della nonnina “Hei giovane hai degli spiccioli”, della defunta vecchina coi fiori, del sassofonista con i cani ciov ciov e addirittura di Beppe Maniglia, che in realtà non è un mendicante.
Su di loro si narrano leggende di patrimoni inestimabili, soldi sotto ai materassi e  un’infinità di appartamenti, il bene più caro al bolognese medio che si sente minacciato da questi nuovi imprenditori, con l’aggravante che non  sono neppure degli ecstracomunitari.
Cavolate!
“Si perché io pago le tasse” dirà il modesto di turno. “Io non sono come questi che grazie all’euro si sono arricchiti, hanno visto raddoppiare il valore delle offerte e magari da qualche parte hanno uno iott. Mica come i lavoratori dipendenti che loro le tasse le pagano tutte e non possono evadere il fisco come in realtà magari vorrebbero, ma non possono fare”.
Un tipico esempio di guerra tra poveri.
Un tipico esempio di errata percezione del proprio benessere se si è arrivati a invidiare questa tipologia di imprenditori creativi di successo una volta all’avanguardia, gli strituaisers.
Non c’è da meravigliarsi.
La gente sta male.
Ogni giorno si leggono notizie terribili di persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, che non si possono permettere la seconda macchina, che la banca non gli dà il mutuo per comprare la seconda casa, che hanno fatto i debiti per andare in vacanza in Grecia, che non vanno più al ristorante o al cinema tutti i fine settimana.
Non me lo sono inventato io, lo dicono loro stessi con i loro stati su feisbuc o i loro tuitt digitati dall’AIFON (a volte da un tablet della SAMSUNG perché costa meno) preso in comodato d’uso visto che non possono permettersi di acquistarlo in contanti.
La pacchia è finita.
Non c’è niente da fare, la crisi è arrivata anche qui, ma ben pochi hanno la reale percezione di quello che sta succedendo.
Per rendersene conto, basta sacrificare un sabato mattina all’ICHEA, spegnere il compiuter e  andare a fare un giro di persona alla Caritas in Via Andrea Costa (o altri luoghi simili) frequentatissimo da stranieri, indigenti e malati mentali che del vincente dello strituaiser hanno ben poco.
Magari, nel vedere chi si trova in condizioni molto peggiori delle loro, prima di digitare un piagnisteo su un qualsiasi social not-uorc ci si penserà un pochino di più.
Se poi uno vuole continuare a lamentarsi, faccia pure.
E’ sicuramente più comodo così.
“C’è sempre chi sta peggio”, mi dirà piccato per giustificarsi.
Ha ragione.
Ci meritiamo tutto.